sabato 17 febbraio 2018

I cavalieri fantasma

La locanda era quasi deserta, Khellendrox era entrato per mangiare qualcosa e poi tornare verso la sua magione quando la sua attenzione fu rivolta verso le parole di uno gnomo che aveva conosciuto tempo prima.

"... vi dico che sono due i cavalieri, ammantati, giungono durante la notte e avvolti da una foschia magica mettono a soqquadro il villaggio predestinato uccidendo tutte le vergini e..." il nano che fino ad allora si era limitato ad ascoltare il piccolo gnomo che al tavolo a fianco stava narrando a voce bassa la storia, lo interruppe bruscamente "e ditemi, qualcuno ha tentato di fermarli?"
Lo gnomo aggrottò la fronte e i pochi capelli che aveva in testa si rizzarono, guardò malissimo il nano e poi i quattro occupanti del suo tavolo "certo che sì" disse stizzito.
"E..." parlò nuovamente il nano alzandosi e avvicinandosi al narratore non troppo improvvisato visto che si trattava di un bardo di fama piuttosto dubbia che andava di piazza in piazza narrando storie per lo più false arricchendole di particolari ogni qual volta gli si domandava di quelle già conosciute.
"E, niente. Nessuno è mai riuscito a fermare lo scempio" chiuse il discorso il bardo.
"Mi deludete, pensavo che la storia avesse un lieto fine" rimbrottò il nano sedendosi al suo fianco.
Lo gnomo guardò il nano e poi sbuffando disse "vorreste che dicessi che siete stato voi a fermare i due marrani?".
"Certo che no" poi guardando gli altri occupanti del tavolo aggiunse "dovete sapere che la storia è vecchia e senza aspettare una qualsiasi reazione iniziò a narrarla "I due cavalieri si chiamano Efreth e Alamintus e come vi ha già detto lo gnomo hanno lasciato dietro di loro una scia di sangue innocente. Questo è successo fino a due settimane fa quando hanno incontrato sulla loro strada Khellendrox".
Lo gnomo sbuffò nuovamente conoscendo il nome del nano che si era aggiunto e non avendo per nessun motivo voglia che la storia prendesse quella piega tentò di interrompere a sua volta il nano "ne siete certo?"
"Ero presente" chiuse la bocca al bardo il nano, poi guardando gli altri riprese a narrare la storia "quella notte il chierico Khellendrox si trovata nella piccola cittadina di Uthulium, era stato chiamato dal conte per festeggiare il compleanno della figlia minore. La serata estiva era rinfrescata da una brezza gentile e il conte aveva pensato di imbandire una lunga tavolata nel cortile esterno della rocca. I commensali stavano assaggiando la cacciagione quando sentirono l'inconfondibile battere di zoccoli sul selciato. Pensando si trattasse di commensali giunti in ritardo il conte mandò due servi ad accogliere i nuovi giunti, passarono pochi istanti, si udirono urla strazianti e poco dopo all'ingresso del cortile salì una nebbia fensa e maleodorante. Le guardie si precipitarono a difendere il duca e i suoi ospiti ma il loro tentativo fu vano, infatti vennero raggiunti da piccoli dardi infuocati e caddero esanimi.
Fu allora che Khellendrox si alzò e parandosi davanti al conte iniziò a pronunciare parole ai più incomprensibili.
Nel frattempo la nebbia si infittì e da quella densa coltre di fumo giunsero nitriti sinistri e si videro sagome scure apparire e scomparire. Alcune delle donne, prese dal panico svennero, altre, vedendo i due cavalieri urlarono spaventate, gli uomini al loro fianco sfoderarono le spade preparandosi allo scontro.
I cavalieri si dimostrarono maghi, avvicinandosi rimasero avvolti dalla nebbia e lanciando magie riuscirono a disarmare tutti i presenti. Solo Khellendrox sembrò immune a quegli incantesimi. Alzò il martello e facendolo roteare colpì violentemente una delle cavalcature. Efreth cadde a terra uscendo dalla nebbia e rendendosi visibile apparve anziano anzi i suoi tratti assomigliavano più a quelli di un cadavere che ad un uomo in salute. Il nano a quella vista ebbe un sussulto fece un passo indietro dando così il tempo al cavaliere di rialzarsi e brandire il lungo spadone con entrambe le mani "vieni avanti chierico" disse Efreth con voce gutturale. Il nano non si fece pregare oltre, stringendo il martello l'alzò sopra la propria testa e poi lo fece calare sulle spalle dell'assalitore. Efreth tentò di parare il colpo con la spada ma il suo tentativo apparve lento e goffo, il maglio lo colpì alla spalla destra, si udirono ossa scricchiolare e il cavaliere cadde a terra. Al chierico bastò bloccarlo con lo scudo piantandolo all'altezza della sua cintola.
Alamintus nel frattempo aizzò il cavallo nero che montava, verso il duca alzò la spada e poi l'abbassò repentinamente ferendo l'uomo al volto.
Khellendrox si avvide di quell'attacco, non voleva uccidere il cavaliere che teneva sotto scacco quindi decise di lanciare un incantesimo verso l'altro uomo ancora avvolto dalla nebbia.
Una bolla azzurra si formò attorno al cavaliere e quando la bolla iniziò a rimpicciolirsi chiudendosi sul nemico del chierico dalla sua bocca uscì un urlo straziante.
La nebbia scomparve, i due cavalieri a terra non si mossero, e decisero, piuttosto che consegnarsi al nano, di morire per mano loro, entrambi esalando l'ultimo respiro si uccisero con un incantesimo diretto al proprio alleato".
Il nano rimase zitto per alcuni secondi "ecco la vera storia" si limitò a dire, poi alzandosi uscì lentamente dal locale.

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