sabato 17 ottobre 2015

Viaggio attraverso i mondi

L'uomo al tavolo richiamò l'attenzione di un altro commensale che stava vicino al camino, questi, alto più di due metri e largo quasi altrettanto si fece largo tra gli avventori seduti ai tavoli. Alcuni, i più avveduti provvidero a spostarsi prima dell'arrivo dell'energumeno, altri si ritrovarono spostati di peso o in alcuni casi, fortunatamente pochi, scagliati contro il muro.
Timmy, così lo chiamò il raccontastorie "...ce l'hai ancora con te la mappa di quel luogo strano?"
L'uomo si frugò nelle tasche in un tempo che sembrò infinito mentre alcuni uomini alle sue spalle con espressioni non del tutto amichevoli stavano venendo verso di noi.
Finalmente tirò fuori un pezzo di carta, e lo stese sul tavolo. Non so se fu per colpa della paura che mi stava montando o delle luci o chissà quale altro scherzo della natura, ma quel foglio si trasformò ben presto in sassi e legno.

Buongiorno!

Segnali da oltre confine, a volte conviene osservare bene i segnali che ci arrivano da più parti, sono questi gli indizzi che ci fanno campare. Alcuni potrebbero influenzare le problematiche a breve ma altri, forse i più piccoli e importanti, stanno alla base per i problemi più grossi e sfortunatamente più invisibili...

venerdì 16 ottobre 2015

Viaggio attraverso i mondi



Mentre la taverna andava riempiendosi alzai il braccio destro e attirai l'attenzione della piccola camerriera, lei avvicinandosi mi chiese con voce soave di cosa avessi bisogno e io, giusto per farmi sentire dagli occupanti del tavolo accanto dissi semplicemente che volevo offrire una birra a tutti loro. L'uomo che stava raccontando la sua storia, smise di parlare e mi guardò, strizzò l'occhio destro e dopo avermi ringraziato, mi fece cenno di accomodarmi al loro tavolo.

Buongiorno!

La nebbia si alza leggera dai campi, guardandola dalla collinetta sembra fumo, si potrebbe scambiare con i resti di un incendio divampato durante la notte e oramai spento. L'aria pensate di rugiada, profuma di fresco e l'alito di vento che si alza di tanto in tanto lascia sul viso una carezza intrisa di umori che tendono all'inverno.

giovedì 15 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Epilogo

I raggi del sole penetrarono nel castello illuminando le stanze dove servi e soldati si affaccendavano nei loro lavori. Giulio era seduto su una delle ingombranti sedie della sala, la testa fra le mani e gli occhi arrossati dal pianto. Sapeva in cuor suo che il padre l'avrebbe sgridato, ma non poteva tacere l'arrivo della donna la sera precedente e la sua sparizione durante la notte, ma soprattutto non poteva tacere la ricomparsa delle due sorelle.

Viaggio attraverso i mondi

Tutto nacque durante una sera d'inverno, ero giunto in un paese di frontiera, la neve aveva bloccato ogni accesso ed così, mio malgrado, ero rimasto intrappolato lì senza potermi muovere. 
Entrando nell'unica taverna locale decisi di sedermi ad un tavolo e gustarmi la cena, poi avrei preso una stanza e l'indomani avrei deciso il da farsi. Sedendomi ad un tavolo non ho potuto far a meno di ascoltare la storia, piuttosto assurda, di un ometto basso e quasi del tutto calvo. 

Buongiorno!

Nulla fu più come prima. La notte passata facendo turbolenti sogni, aveva lasciati segni sul viso del nano che, uscito dal nascondiglio guardò il susseguirsi di guglie rocciose che componevano quel paesaggio a tratti desolato. In lontananza avvertì il rumore sordo del fiume che, ingrossato dalle piogge cadute nei giorni scorsi, correva senza sosta verso valle. Sulla strada da sempre stata poco trafficata, c'era un via vai di carretti stracarichi di robe. Il nano si avvicinò ad uno di questi e camminando al fianco di un uomo gli chiese dove stesse andando.
"Il fiume molto presto uscirà dai suoi argini, abbiamo già vissuto questa esperienza..." la voce rotta dal pianto si interruppe, l'uomo schioccò la lingua riarsa e poi non disse più nulla.
Certo col senno di poi non credo si possa dare la colpa a Ottobre anche di questo, ma il nano lo mise sul conto, e quando affrontò il mostro dai mille volti gli rinfacciò anche quella mancanza nei confronti di coloro che abitavano gli stessi luoghi.

mercoledì 14 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Quinta parte

Il ragazzo restò senza parole, sul suo viso si dipinse un espressione attonica. La stanza era vuota, dalla finestra aperta entrava un'aria gelida. Giulio si voltò verso la porta che dava sul corridoio, rinfoderò la spada e corse verso le scale convinto che Monica avesse urlato per chiedere aiuto e non doveva essere lontano.

Liberate il Kraken

L'immenso potere del Kraken. Questo era stato sin dall'inizio il suo scopo, la maga lo aveva perseguito per tutti questi secoli, e ora era giunto il momento di liberarlo.
Il suo potere, accresciuto enormemente dopo la sfida vinta con Arminia e Thelesi
a, le dava il diritto e la forza per far sì che la creatura leggendaria fosse finalmente al suo servizio.
Si concentrò, aprì leggermente le braccia e con i palmi delle mani rivolti verso il soffitto della piccola stanza, iniziò a recitare quella nenia che aveva strappato dalle pagine del libro magico Ghuntid e imparato a memoria.
I suoi occhi divennero vitrei, il mare nella baia iniziò a ribollire, onde alte più di venti metri si scatenarono sulla costa spazzando via ogni cosa.
Il calore si diffuse in tutto il suo corpo e dalle mani scaturirono piccole fiammelle guizzanti, le ultime parole della magia le recitò più lentamente, e quando l'ultimo alito uscì dalla sua bocca anche le fiamme si spensero.
Il Kraken era libero e stava aspettando i suoi ordini... (Con
Anthea Malesia Foto di  Adalberto Zadal Zanella)

Buongiorno!

A metà, il tempo passa veramente velocissimo, e già metà ottobre ce lo siamo lasciati alle spalle. Quanti di voi ne sono consci?

martedì 13 ottobre 2015

Cyberpunk - La droga cinese - Sesta parte (anteprima)

-10 alla prima consegna. I nostri eroi dovranno iniziare a pensare come cambiare le sorti della prima consegna, o meglio come gestire camion e merce. Dalla loro parte ci sarebbero i russi che però al netrunner non vanno molto a genio, contro di loro un manipolo di cinesi che sa di essere stato derubato e la polizia che sta indagando su alcuni fatti successi che sembrano essere collegati a loro e poi c'è la sorpresa dietro l'angolo, mai da sottovalutare. Come si organizzeranno?

Storie di fantasmi - Quarta parte

Richiuse la porta della stanza da dove erano uscite in fila indiana le tre ragazze. La più giovane chiudeva la fila e osservava con sguardo vuoto la porta della camera dove Monica era sbucata richiamata dalle parole di aiuto delle due giovani. Dalla finestra che si affacciava sul cortile interno della fortezza, guizzò la luce forte di un lampo che illuminò l'intero corridoio, per un attimo le tre figure che stavano camminando lentamente e silenziosamente in processione scomparvero. Monica ebbe un sussulto e il candelabro le cadde a terra producendo un tintinnio sordo, le tre candele si spensero e Monica rimase in ginocchio tremante in attesa. Dopo il brontolio sommesso del tuono, la stanza fu nuovamente immersa nel buio. Restarono accese solo le piccole candele poste sul pavimento alle spalle della breve processione e di Monica che ancora inginocchiata sbattè le palpebre sperando di riabituare la propria vista al buio pesto.
Quando riuscì a vedere nuovamente, le sagome davanti a sé non erano più tre ma due, La bambina più piccola che ancora chiudeva la fila indiana volse il capo verso Monica e la fissò per alcuni secondi, poi tornò a guardare la schiena della propria compagna.
Monica deglutì nervosa, lasciò il calice a terra e riprese a camminare lentamente dietro alle due ragazzine.

Buongiorno!

Nulla è diverso dal solito, guardando il cielo si scorge solo il grigio uniforme delle nuvole cariche di umidità che pensano o forse sperano di riversare un po' di acqua sulla terra che a sua volta, già intrisa, non ha alcuna voglia di riceverne ancora... e io qui nel mezzo a guarda su e giù aspettando che gli eventi modifichino la mia esistenza...

lunedì 12 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Terza parte

Quando la porta fu aperta del tutto Monica, restando accanto allo stipite alzò il candelabro. La stanza era totalmente al buio, l'unica finestra era chiusa e anche quando un lampo illuminò il corridoio, la stanza che si affacciava alla porta non subì alcuna variazione di luminosità. Da principio, nella quasi totale oscurità, distinse tre sagome, una sera seduta, le altre due esrano sdraiate su quello che poteva essere definito un divanetto. Monica sbatté le palpebre e allungando il braccio sinistro riuscì ad aumentare la luce nella stanza. Sgranò gli occhi e rimase impietrita, non tanto per la presenza delle due ragazzine, ma piuttosto perché la terza figura, che era stesa sul divano e sembrava stesse dormendo, assomigliava in tutto e per tutto a lei. Ancora una volta si chiese se quello che stava vivendo non fosse solo un sogno, malgrado avesse già provato a darsi un pizzicotto e, passando la lingua sul labro inferiore, sentisse netto il sapore del proprio sangue che ancora sgorgava dalla ferita inferta precedentemete morsicandosi non poteva credere di essere in due posti contemporaneamente. Mosse il candelabro pensando di poter attirare l'attezione delle due giovani che stavano parlottando a voce bassa tra loro. Poi vide una di queste, forse la più grande, avvicinarsi alla ragazza che le assomigliava, scostarle i capelli e parlarle in un orecchio.

Si spiegano tante cose...

E ora giocherò ancora più convinto... alla ricerca di nuovi exp...

Buongiorno!

E' sempre una guerriglia, la ricerca di una sfida ci porta ad avere contrasti e il lunedì è "il contrasto" per antonomasia...

domenica 11 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Seconda parte

Terrorizzata dal quel sogno si svegliò di soprassalto, la stanza era ancora immersa nel buio, smise di respirare e sentì provenir dalla finestra il ticchettio ritmato della pioggia, poi un fulmine illuminò la stanza e subito dopo un bontolio prolungato la fece trasalire, il temporale era ancora molto vicino e stava scatenando tutta la sua furia sulla fortezza.
A tentoni cercò il candelabro che aveva appoggiato sul comodino alla sua destra e trovando anche il fiammifero vicino al basamento in ottone, lo strusciò contro la superficie ruvida del muro così da sprigionare una flebile fiammella, si avvicinò ai corti stoppini dei tre mozziconi di candele e le accese una alla volta.

Buongiorno!

Affannosamente mi trascino, eppure ero sicuro di ciò che facevo, l'esperienza mi aveva fatto vedere come fare e come fallire, dovevo solo scegliere la via giusta, e invece, eccomi qui, nuovamente ad arrancare, come se fosse la prima volta, in effetti Ottobre è sempre uguale ma mostra sfaccettature diverse che possono indimidire o annichilire, ma anche esaltare. Lasciando da parte le apparenze, si lotta ancora...