giovedì 19 luglio 2018

L'indovino


"Io so cosa farai stasera" la sua voce mi arrivò all'orecchio in un sussurro.
Il nano era entrato nella stanza sfarzosamente ammobiliata. Tappeti di ottima fattura coprivano il pavimento che sotto i suoi piedi scricchiolarono rivelando assi di legno oramai consunte dal tempo. Del resto il palazzo non versava certo in buone condizioni, probabilmente un tempo aveva avuto ben due torri più una che si ergeva al centro del cortile interno. Ora delle due torri laterali restavano solo due moncherini anneriti da un qualche incendio di cui pochi avevano memoria.
Il torrione centrale, al contrario, era stato sicuramente restaurato più volte e fu proprio davanti al suo portone che Khellendrox venne quasi spinto dalle guardie che lo scortarono dall'indovino.
L'uomo piuttosto alto, aveva barba bianca lunga e capelli legati si appoggiava ad un lungo bastone e stava giocherellando con la piccola fiammella che aveva evocato tra le sue dita.
"Chierico, cosa vi porta al mio cospetto?" chiese restando di spalle all'ospite.
"Malgrado io non sia disposto a credere che voi possiate prevedere il futuro, sono stato mandato per conoscere le vostre predizioni".
"Fate male a dubitare delle mie parole, questo potrebbe portarvi a decisioni che potrebbero in un qualche modo nuocere il vostro futuro".
"Fortunatamente qui non si tratta del mio futuro ma piuttosto quello del Chessenta che dubito voi sappiate dove si trova".
Sul volto dell'indovino comparve un sorriso malcelato dai lunghi baffi "mi credete anche ignorante dunque".
"Non volevo mancarvi di rispetto" si affrettò a dire il nano ricordandosi le parole del gran sacerdote "attenzione a dosare le vostre parole mastro nano".
"Dicevo soltanto che probabilmente avete cose più serie di cui occuparvi e poi..." cercando parole che potessero rimediare alla gaffe fatta in precedenza "...quella regione è molto lontano e..."
"Conosco quella regione, ci sono stato in gioventù" disse l'uomo girandosi verso il chierico "dunque la regione è in guerra contro..." socchiuse gli occhi e agitando la mano sinistra agitando la fiammella e alimentando le lingue di fuoco tra le sue dita "... contro il Thay. Teste calde di predoni".
Khellendrox sospirò poi si apprestò a riferire la domanda del gran maestro.
"Cosa vedete..." la sua voce si sovrappose a quella dell'anziano indovino che terminò la frase al posto del nano "...le ostilità cesseranno? Ho la possibilità di cambiare il corso degli eventi che appaiono disastrosi?".
Il chierico sbuffò pensando tra sé e sé "cosa sono venuto a fare?".
"Mastro nano siete venuto per conto del vostro gran maestro a porgermi la giusta domanda e io da uomo giusto vi darò la risposta".
Il nano si mosse impaziente "e dunque?".
"A tempo debito naturalmente, a tempo debito".
"Non abbiamo tutto il tempo che avete voi in questa parte di mondo dimenticata dagli dei e dagli uomini".
Sul volto dell'indovino comparve nuovamente un bieco sorriso "conosco l'intemperanza dei nani e voi ne siete un degno esempio".
"Ora mi offendete"
"Dovete riunire gli uomini del sultano e i capi tribù dei nomadi del Thay, sicuramente troverete il modo per farli ragionare, portateli a temere il vostro operato".
Il nano pensò a come mettere paura a quelle genti, poi scosse il capo "...temo siate in errore".
"In errore io?" l'indovino alzò per la prima volta la voce che venne riflessa in un'eco agghiacciante "fidatevi Khellendrox" ritrovando la calma "voi avete tutti gli strumenti per spaventare quelle persone. Mi è giunta voce che avete ucciso un drago a morsi, sfidato un'idra e ucciso centinaia di creature di ogni tipo. I due contendenti vi temono".
Il nano a quelle parole gonfiò il petto e tese i muscoli delle spalle e delle braccia "grazie per le vostre giuste parole".
"Ma attento mastro nano, una minaccia mortale pende su di voi e potrebbe arrivare prima che il vostro piede varchi i confini del Chessenta, quindi attento a voi e a chi incrociate lo sguardo".
Khellendrox sgranò gli occhi e attese che l'indovino parlasse nuovamente ma restò deluso.
"Ora devo chiedervi di lasciarmi, ho tanto lavoro da sbrigare e voi non siete più gradito".
Il chierico fece per protestare "ma..." la sua lingua si bloccò attaccandosi al palato e di colpo si ritrovò fuori dalla struttura fatiscente davanti alle due guardie che aveva incontrato poco tempo prima.
"Salve nano" disse la più giovane delle due.
"Salve" rispose il nano ritrovando la favella. Sapeva che l'indovino non l'avrebbe più ricevuto. Aveva avuto le risposte che voleva e anche un avvertimento, ora non doveva far altro che farne tesoro oppure attendere di incontrare nuovamente quell'individuo misterioso.

mercoledì 18 luglio 2018

Il chierico Romolnush


La città doveva esser stata abbandonata da qualche mese, cornacchie svolazzavano ovunque e di tanto in tanto si appoggiavano al terreno beccando qua e là senza posa.