martedì 24 novembre 2015

Hellena



Il locale brulicava di gente venuta da tutta la contea. Uomini e donne erano seduti ai tavolini e avevano occhi solo che per lei. Uscita da una bara appoggiata al muro ora si dimenava sul palco mimando una danza macabra.
Il nano seduto un po' in disparte guardò con disgusto quelle persone.
"Ignoranti" pensò tra sé e sé, poi attirò l'attenzione di un ragazzino che stava portando in giro un vassoio pieno traboccante di calici all'interno del quali ondeggiava un liquido verdastro.
"Lasciamene uno" disse appoggiando la mano sul tavolo e tamburellando con le dita.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, si accostò al tavolo e posò uno dei bicchieri.
"Sono cin..."
Khellendrox non gli lasciò terminare la frase, si frugò nella tasca sinistra e depositò sul vassoio alcune monete impilate diligentemente.
"Grazie" fu l'unica risposta che venne prima di allontanarsi richiamato da una signora poco distante.
La donna sul palco continuò la sua danza per alcuni minuti. Il nano sapeva che presto o tardi la sua vera natura sarebbe uscita e allora coloro che sedevano nei tavoli vicini al palco avrebbero conosciuto il terrore.

Era un'emissaria, qualcuno la poteva definire una favorita. Il nano sapeva solo quale fosse il suo potere e tremò al pensiero che quella notte avesse fame.
La musica si quietò e la donna in ginocchio sul palco tirò la caneta che pendeva dal suo collo, mimando una morte violenta.
Il pubblico trattenne il fiato, l teschio che aveva dipinto sul corpo sinuoso prese vita, gli occhi fiammeggianti si spalancarono e dietro le spalle comparvero ali nere.
I primi a conoscere il potere di Hellena furono due uomini che stavano bevendo un vino rosso piuttosto scadente, si sentirono avviluppare dal calore, pensarono che fosse colpa dell'alcol, poi incrociarono lo sguardo con la donna sul palco e poco alla volta la vita svanì nei loro corpi possenti.
Le persone ai tavoli vicini, li osservarono distrattamente, mentre si accasciavano sul tavolo privi di vita.
La stessa sorte stava toccando anche a loro, ma qualcosa accadde, Hellena, distolse lo sguardo dalla copietta che era seduta subito vicino ai due uomini ora cadaveri e guardò verso il buio di un angolo seminascosto, scrutò l'ombra e lo vide.
Khellendrox sapeva di non essere del tutto nascosto a quello sguardo e non volle sminuire la potenza della donna, si alzò e camminò lentamente zigzagando tra i tavoli ammutoliti.
"Era me che stavi cercando?" disse la donna.
"Non esattamente" rispose il nano fermandosi a una mezza dozzina di metri dal palco.
"Sai bene che non potrò portarti con me" disse ancora la donna accarezzandosi il copricapo cornuto che impreziosiva la sua capigliatura corvina.
"Già" si limitò a confermare Khellendrox, poi fece altri tre passi verso il palco.
Il pubblico sembrava completamente assente, ora si trattava solo di una sfida a due.
"Hellena, conosco i tuoi poteri e conosco la loro fonte. So che non potrei competere con te e quindi ti chiedo soltanto di lasciare che questi stupidi mortali abbiano a non ricordare lo spettacolo al quale hanno dovuto, malauguratamente assistere, a meno che tu non abbia ricevuto ordini in tal senso".
"Ordini?" chiese la donna ridacchiando "pensi ancora che qualcuno mi possa dare ordini? Non sono più la Hellena che hai fronteggiato a Spunx".
Un brivido percorse la schiena del nano al ricordo dei fatti avvenuti qualche mese prima in quella cittadina in mezzo al nulla. Era stato allora che il capo l'aveva messo sulle tracce di quella strega.
Il teschio al centro della figura snella della donna si mosse, sembrò quasi che volesse staccarsi e insinuarsi per il locale, forse fino a raggiungere il nano.
Khellendrox, portò istintivamente la mano alla fondina della propria arma, sapeva che sarebbe stata inutile contro la creatura che albergava dentro a Hellena, ma avrebbe ritardato sicuramente il suo rientro nella bara e quindi il suo viaggio a ritroso.
A fermarlo fu una voce nella sua testa "non farlo..."
Il nano strinse il calcio del revolver e lentamente alzò l'arma puntandola verso la donna, poco dopo avvertì nuovamente quella voce "non farlo..."
Il teschio si mosse, staccandosi dal corpo della donna, e volteggiò per il locale, Khellendrox sapeva dove voleva arrivare, doveva prendere una decisione e anche velocemente.
Sul viso di Hellena comparve una lacrima che le solcò la guancia destra, fece tre passi a ritroso ed entrò nella bara "ti avevo avvertito" disse in un sussurro.
Khellendrox fece esplodere due colpi, entrambi colpirono il teschio, lo oltrepassarono e si persero sul muro lasciando due tracce scure.
La donna allungò un braccio e richiuse la bara, ma prima lanciò un'ultimo messaggio "mi troverai, e allora avrai modo di capire...".
Quando la bara si chiuse anche il teschio scomparve e nella sala tornò il chiacchiericcio che lo aveva contraddistinto quando Khellendrox vi era entrato qualche ora prima.
Si avvicinò al tavolo dei due uomini, sembrava dormissero, la copietta al tavolo adiacente stava amoreggiando sotto voce. Tutti avevano già dimenticato.
Khellendrox guardando sul palco rimasto deserto trovò con lo sguardo una piuma nera, unico indizio di quella notte misteriosa e di Hellena. Sapeva che l'avrebbe rivista, sapeva che lei avrebbe fatto in modo che i due si ritrovassero nuovamente e questa volta, lui, avrebbe fatto le domande giuste... (Con Elena Rossi Foto di  Davide Eddy Ederle)

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