venerdì 12 gennaio 2018

Venti di tempesta rossa - Prima parte


L'acqua del canale che il trimarano stava percorrendo era calma, di tanto in tanto affioravano rifiuti solidi che lasciavano una scia di schiuma giallastra. A bordo del trimarano, radunati in piccoli gruppi, una trentina di individui parlottavano tra loro.

Khellendrox reggendosi al parapetto controllava due individui in particolare. Il primo teneva lo sguardo fisso su un mezzo volante piuttosto malconcio che era legato dietro l'imbarcazione e al suo fianco Galiena Cochimilhova ridacchiava o meglio emetteva versi come se stesse ridendo.
Galiena era una vecchia conoscenza, una creatura ibrida dalla testa di gallina e il corpo piuttosto sformato per essere una donna, che superando di gran lunga i due metri dava alla donna un'aspetto goffo ma piuttosto pauroso.
Il viaggio, durato anche troppo, terminò con l'attracco al porticiolo, e finalmente Khellendrox, impaziente, pose i piedi sulla terra ferma assaporando l'immobilità e l'aria calda di quella cittadina immersa in un territorio per lo più desertico.
Redstone veniva chiamata la cittadina della pietra rossa, probabilmente per via delle pietre dello stesso colore che venivano estratte dalle cave, ma lui, non era venuto per la pietra ma per trovare un uomo che potesse decifrare i fogli che aveva trovato e che il suo mentore aveva definito "importantissimi per il tuo futuro".
Nel frattempo al limitare del piccolo agglomerato urbano Sermotef e Velvet avevano raggiunto un esteso appezzamento terreno e stavano osservando le piante che vi crescevano. L'uomo, un giovane sciamano, aveva portato con sé delle sementi e gettandole sul terreno vedeva con soddisfazione crescere quasi istantaneamente le piante. La donna, proveniente dall'aristocrazia cittadina, senza nascondere troppo la meraviglia, osservava prendendo appunti "potrei fare degli studi sulle piante che avete in questo campo" disse osservando il mago.
L'improvvisato coltivatore, dopo aver finito le sementi e aver ammirato i prodigi della sua magia, raccolse alcune verdure "oggi zuppa. Volete unirvi a me per il pranzo?" chiese alla nobildonna che aveva riposto il taqquino nella tasca del suo lungo abito.
"Certamente, con piacere" cercando con lo sguardo l'uscita dal campo.
Dopo che anche l'ultimo uomo aveva abbandonato il trimarano, alcuni dei marinai avevano tirato sul molo il velivolo e dopo un'attenta perlustrazione da parte del proprietario sempre costantemente affiancato da Galiena, i due avevano parlottato a voce bassa e quindi si erano avvicinati ad alcuni addetti dello stoccaggio merci, "abbiamo bisogno di voi" disse a voce bassa il padrone del velivolo malconcio "dovrei nasconderlo, avete un telo?"
"Un telo?" rise uno dei marinai.
Skaven scosse la testa, odiava dover mettere mano al già fin troppo vuoto portamonete, ne tirò fuori una e la fece luccicare al sole "è vostra se lo mettete a riposo in uno dei capannoni".
Gli uomini si guardarono e ammiccando presero la moneta, poi di gran lena spostarono il velivolo dentro al primo hangar disponibile.
A Khellendrox non era sfuggito il passaggio di denaro e quando Skaven lo guardò con sguardo interrogativo sul suo viso si dipinse un sorrisetto sornione.
"Problemi?"
"No, anzi, ciò che fate del vostro denaro non è sicuramente affar mio, ma non sarei troppo sicuro di ritrovarlo al vostro ritorno. Nottetempo il vostro prezioso velivolo potrebbe come per incanto aver già spiccato il volo".
"Ci conosciamo?"
"Khellendrox" si limitò a dire il militare restando immobile.
"Skaven" disse di rimando l'altro.
"Qual buon vento vi porta a Redstone?"
"Cerco uno che ne sappia di tecnologia e voi?"
"Ora lo cerco anche io" disse Skaven guardando l'hangar dove gli uomini avevano riposto il mezzo che tempo prima aveva preso per così dire, in prestito.
"Avete già qualche idea?"
"Speravo che voi ne aveste"
"Conosco uno del posto che potrebbe indicarcelo ma se volete restare con me vi chiedo di tenermi lontano Galiena".
Dovete sapere che Khellendrox e Galiena erano stati compagni di avventura. Entrambi militari esperti avevano fatto le guardie del corpo per una carovana e durante quel lavoro la donna era entrata in possesso non si sa bene come di una parola che aveva il potere di arrestare tutte le parti meccaniche di Khellendrox rendendolo per lo più vulnerabile.
Khellendrox era un soldato con innesti cibernetici e meccanici che lo avevano potenziato nella forza e nella velocità, questo poteva sembrare un punto a suo favore ma per lui, sapere che l'abominio gallinaceo poteva arrestare le sue funzioni vitali anche se solo per dieci minuti era uno smacco oltre che un pericolo.
Usciti dalla zona portuale il terzetto, secondo le indicazioni di Khellendrox presero la strada a destra e salirono diversi terrazzamenti sui quali erano state costruite le abitazioni. Due di queste si distinsero dalle altre. La prima era molto più grande e curata, doveva appartenere ad una famiglia nobile di cui Skaven, guardò a lungo la villa, e a Khellendrox sembrò inevitabile che l'amico ne sapesse qualcosa di più di quanto non desse a vedere.
La seconda struttura diversa dalle altre che passarono era una torre, circondata da piante doveva trattarsi di un tempio religioso, e Khellendrox si ripromise di andarlo a visitare in un futuro non troppo prossimo.
Galiena durante in tragitto verso la casa di Sermotef sussurrò qualcosa al proprio amico ma Khellendrox non riuscì a sentire di cosa si trattasse.
Al quarto terrazzamento, i tre videro le ultime due case "siamo arrivati" disse il soldato avvicinandosi a quella più scalcinata e bussando alla porta.
Quando la porta si aprì i due si riconobbero immediatamente e dopo una calorosa stretta di mano il padrone di casa fece entrare gli ospiti.
Sermotef e Khellendrox si erano conosciuti quasi un anno prima. Il giovane mago era in viaggio d'affari, la sua carovana venne attaccata dai predoni e Khellendrox, che si trovava nelle vicinanze si mosse in difesa degli occupanti della carovana uccidendo uno a uno gli assalitori. Poi aveva riaccompagnato Sermotef in quella piccola cittadina e sii era proposto, nel caso ne avesse avuto bisogno, per proteggerlo durante un nuovo viaggio.
"Venite pure, noi si stava mangiando un po' di zuppa, ne volete?".
Skaven e Khellendrox accettarono il pasto caldo mentre Galiena rifiutò starnazzando.
Skaven gettò uno sguardo a Velvet e anche in questo caso Khellendrox capì immediatamente che i due dovevano essersi già incontrati, magari in una precedente vita.
"Ricordati che devi chiedere dove si trova il sindaco" disse Galiena sottovoce a Skaven
Lui gli fece un cenno, poi rivolgendosi a Sermotef "Galiena vorrebbe sapere dove abita il sindaco".
"E come mai?"
La creatura deforme con voce esile prese la parola "mi ha convocato" mostrando poi una pergamena sgualcita "ho qui una sua lettera".
Il mago prese la lettera, la lesse e poi veloce la restituì alla proprietaria. "Non credo lo troverete ma potete provare. Tornate da dove siete venuti e poi svoltate a destra, troverete le indicazioni".
Galiena quasi impaziente di uscire non salutò nemmeno, si alzò e uscì.
Il calore del primo pomeriggio la investì, percorse la strada polverosa e come da indicazioni trovò l'abitazione del sindaco.
Bussò sapendo di non avere un aspetto gradito ai più e la reazione dalla parte opposta della porta in effetti non fu delle migliori. Si aprì uno spicchio di porta e un uomo in livrea con barba e capelli curati guardò per un istante chi aveva bussato, il mercenario non fece in tempo a dire il motivo per cui era venuto che già la porta si era richiusa.
"Sono stato convocato dal sindaco, ho qui la sua lettera" cambiò strategia Galiena mostrando la firma del sindaco in calce alla pergamena.
Si aprì nuovamente una piccola feritoia e occhietti piccoli osservarono la firma poi una voce dichiarò decisa che il sindaco non era presente.
"E' stato chiamato in consiglio, tornerà tra qualche giorno, potete ripassare".
Nel frattempo a casa del mago la zuppa era finita. Skaven e Velvet si scambiarono alcune battute non troppo amichevoli sui tempi andati, si erano conosciuti anni prima e lui a quanto pare aveva vissuto per un po' di tempo nella capitale dove lei aveva una villa, poi, finiti gli affari del padre di Velvet nella capitale le loro strade si erano divise nuovamente. I due non vollero parlare di come si fossero conosciuti, e dei traffici loschi nei quali di tanto in tanto finiva immancabilmente Skaven molto avvezzo a frequentare i bassifondi di qualsiasi cittadina dove ci fossero degli affari altrettanto poco chiari da stipulare con cittadini che chiedevano qualunque tipo di favore.
Khellendrox chiese al padrone di casa anche a nome di Skaven, se fosse a conoscenza di un concittadino che si intendeva di meccanica. 
"Hunter potrebbe fare il caso vostro, vi ci accompagnerò nel pomeriggio".


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