sabato 10 marzo 2018

La guerra dei titani - Seconda parte

L'aereo sobbalzo diverse volte prima di toccare il suolo, Mark guardò fuori dal finestrino, la campagna inglese non era così brulla come se l'era aspettata e malgrando il piccolo aeroporto di Worthing, dove aveva deciso di atterrare, fosse lontano dalle grandi vie di comunicazioni, quella mattina di marzo, sembrava essere stranamente affollato.
Due auto erano parcheggiate fuori dall'hangar dove l'aereo dopo aver percorso la breve pista entrò nascondendo il prezioso carico che gli addetti fecero scendere.
Khellendrox salito sulla carrozzina si mosse sul cemento liscio fino a raggiungere la dottoressa Green che aveva conosciuto all'università e un uomo piuttosto muscoloso visibilmente armato, che aveva contattato per poter avere una guardia del corpo esperta.
I due si strinsero la mano "Frank Pozzo" si presentò il militare.
"Mark Khellendrox" rispose di rimando il biologo-botanico, poi rivolgendosi all'archeologa le chiese se avesse reperito tutte le informazioni che aveva chiesto, lei fece un cenno con la testa e guardando il display del suo cellulare disse "raggiunto l'hotel vi spiegherò le opzioni che possiamo sfruttare inizialmente".
L'uomo in carrozzina guardò il cielo e poi sorrise "ecco il quarto" disse mentre un elicottero comparve oltre le nubi e iniziò la discesa.
Quando le pale iniziarono a rallentare la loro corsa si aprì il portellone e scì Donald Darko, veloce si avvinò a Khellendrox porgendogli una serie di documenti e un collare.
"Come da accordi ho portato la ragazza, non dovrebbe dare problemi".
Sul viso di Khellendrox si formò una ruga di preoccupazione e l'uomo continuò quasi a volerlo rassicurare "qui ci sono delle fiale che dovrai somministrarle per due settimane".
"E se dovessi avere bisogno di più tempo?" chiese il botanico un po' stizzito.
"Allora avrai problemi, immagino".
"Sai bene che ti verrò a cercare"
"Lo sospettavo..."
Donald consegnò anche una valigetta "le dosi sono da somministrare sul collare, vedrai non ci saranno problemi".
Dall'elicottero due uomini fecero scendere una specie di sarcofago scuro, poi, una volta messo a terra iniziarono a togliere le sicure e passati alcuni minuti, si alzò a sedere una donna.
Alta poco più di due metri e larga quasi altretanto portava il cappuccio di una felpa scura calato sulla testa lasciando intravedere ben poco dei suoi tratti che a prima vista sembrarono sgraziati.
Donald dando solo una rapida occhiata al "pacchetto" risalì sull'elicottero "allora siamo d'accordo".
Mark salutò e la ragazza si sollevò in tutta la sua statura grugnendo qualcosa e guardando i tre che le stavano davanti.
"Sarà bene andare, lei starà davanti e voi due dietro" disse Mark tornando verso l'auto che era stata scaricata dall'aereo.
La Mustang corse veloce sulla strada di campagna alla volta del paesino che li avrebbe ospitati per diversi giorni, poi, proprio quando ormai l'agglomerato di case si intravedeva due lampeggianti blu comparvero dietro di loro.
Mark ridusse leggermente l'andatura e l'auto della polizia li sorpassò sbarrando successivamente loro il passo.
Dall'auto scesero due uomini, dalla parte della guida un bobby che si diresse verso Mark, dall'altro un uomo in giacca e cravatta.
Khellendrox tentò di sondare le menti dei due per ricavare qualche informazioni in più, non stava correndo ed era un turista, perché fermarlo?
Dalla mente del bobby ricavò solo poche informazioni ma comunque utili, era stato incaricato di fermarli fare i controlli di routine e attendere che l'altro guardasse meglio gli occupanti dell'auto quasi volesse studiarli.
Mark non riuscì a leggere la mente del secondo uomo, anzi al contrario rimediò un leggero mal di testa.
Frank guardingo notò che a differenza del poliziotto che stava controllando i documenti del guidatore l'altro era armato, rimase in silenzio osservandolo fare due giri intorno all'auto e poi dopo aver fatto un cenno al suo sottoposto risalire in macchina.
"Cosa volevano?".
"Nulla, in particolare, solo un controllo. Ma penso ci sia altro sotto, sapevano quale macchina fermare e avevano probabilmente bisogno di guardarci in faccia, magari per riconoscerci in un prossimo momento".
Mark fece ripartire l'auto e in breve furono davanti all'hotel.
Una volta sistemate le valige e fatto il cambio delle camere che la dottoressa Green aveva prenotato, si ritrovarono nella sala comune e la dottoressa Gree, che fino ad allora era stata piuttosto taciturna disse "abbiamo la possibilità di consultare i libri della biblioteca o andare alla chiesa, un sito archeologico molto interessante, oppure consltare il professore che abita qui vicino, lui mi ha parlato dettagliatamente della coppa di Llud".
I quattro arrivarono presto ad una soluzione, far visita al professore doveva e poteva essere l'unica cosa per arrivare a conoscere un po' meglio ciò che Mark tentò di spiegare mentre percorrevano la statale "dovete sapere che una divinità si è impossessata di me e mi parla. Da principio non vi avevo dato peso ma poi la voce si è fatta insistente chiedendomi di far tornare il vita il marito defunto Llud. Avendo quel nome ho potuto fare delle ricerche e ho scoperto che si tratta di un fatto macabro, una leggenda che comprende tre divinità. Blodeuwedd, Llud il marito e il cugino della donna. La dea, avvalendosi dell'aiuto del cugino invaghito di lei, uccide il marito poi però le cose non vanno come i due amanti avevano previsto. Llud dall'oltretomba getta una maledizione sulla sposa tramutandola in un gufo bianco. Così ecco che arriviamo ai giorni nostri. Lei, forse pentita o forse stanca di essere un animale notturno, decide di riportare in vita il marito con il mio aiuto".
Gli altri occupanti dell'auto ascoltarono silenziosi il racconto, Frank di tanto in tanto sbuffava, poi quando Mark arrivò all'ultima parte del racconto, il super soldato sbottò "quindi dovremo vedercela non con normali mutanti o che ne sò con polizia, esercito o di una task force ma addirittura una divinità per lo più arrabbiata perché tu, vuoi scombinare i suoi piani e riportare in vita colui che lui ha ucciso?".
"Più o meno" si limitò a dire il dottor Khellendrox mentre spegneva l'auto davanti alla casa del professore.
La villetta, doveva essere disabitata da tempo, il giardino era mal curato e la cassetta della posta stracolma di buste che uscivano dalla buca.
Un ombra passò davanti alle tende tirate di una delle finestre del secondo piano.
"Qualcuno c'è".
Mark sondò la presenza di pensieri nella piccola abitazione a due piani e scorse tre figure, due uomini e una donna.
"Sono due uomini e una donna. Lei sembra angosciata, sta cercando di capire dove trovare il professore che evidentemente si è dato alla fuga".
Frank non si fece ripetere altro, uscì dalla macchina e veloce si nascose tra i cespugli. In breve riuscì a mimetizzarsi con la siepe e veloce sgattaiolò verso la buca delle lettere dove aprendola, prelevò la posta, poi sempre velocemente tornò nell'auto "parti, parti!".
Mark pigiò il tasto d'accensione e il ronzio dell'auto elettrica si avvertì appena, poi quando il guidatore premette sull'accelleratore a cerchiello, il pesante mezzo prese velocità sulla strada.
"Bollette, bollette, comunicazioni e... Finalmente qualcosa di interessante, leggendo di fretta un foglio scritto a penna. Pare che il nostro professore si sia trasferito a Liverpool. Non ci resta che andare e capire cosa gli sia successo e chi lo sta cercando".
"Sono cinque ore abbondanti di viaggio e ormai sta venendo sera. Ci andremo domani".
Somnia guardò alle sue spalle, nessuno li stava seguendo e così si rilassò.
Tornati all'albergo decisero di cenare nella struttura, prepararono un piano di viaggio per la mattina seguente e poi si diressero nelle loro stanze. Avevano deciso di dividersi in due gruppi. Mark Khellendrox avrebbe dormito con Franck Pozzo mentre la dottoressa Green ospitò nella propria camera la taciturna Somnia.
Durante la notte Mark fu scosso da un brivido, nella stanza e nel corridoio sembrava non esserci nessuno ma non si sentì tranquillo quindi decise di svegliare Frank il quale dopo alcuni istanti, guardando fuori dalla finestra si accorse che una sagoma scura, sul tetto del palazzo di fronte li stava osservando.
"Nasconditi e magari cerca di svegliare gli altri" disse il super soldato brandendo la pistola pronto a sparare.
Il dottor Khellendrox iniziò a battere i pugni sulla parete comunicante del bagno e ben presto le due occupanti della camera a fianco si svegliarono. Somnia fu veloce a capire la situazione di pericolo, sbirciò fuori dalla tenda e prima che la dottoressa potesse dire qualcosa era già sgattaiolata sul balcone.
La dottoressa Green si limitò a guardarla ruzzolare giù dal balcone, attraversare veloce la strada e iniziare una lenta ma inesorabile risalita del palazzo di fronte, quindi decise di andare nella stanza occupata dagli altri due per capire quali fossero le loro intenzioni.
"Dobbiamo cercare in un qualche modo di seguirla" convennero e così scesero al pian terreno e raggiunsero il garage per salire in macchina e seguire la scena dalla strada.
Nel frattempo Somnia aveva scalato il palazzo e raggiunto il tetto aveva iniziato un inseguimento di tetto in tetto alla creatura "spiona".
Il gps nel collare di Somnia aiutò i tre in auto a seguire le sue mosse, il sibilo dell'auto elettrica si fece più acuto quando il mezzo corazzato prese velocità tra le viuzze del paese.
Nel frattempo l'inseguimento continuò per parecchio tempo e le due sembravano avere la stessa velocità, poi i palazzi terminarono e le due dovettero scendere nelle strade malconce della periferia.
I fari dell'auto giunta alle loro spalle illuminarono le due figure e Khellendrox decise di fermare la corsa della prima piazzando una pianta esattamente davanti al suo cammino. Guardò il lato stradale e individuò un grosso albero, si concentrò e ben presto le radici uscirono dal terreno e l'albero cadde con un tonfo a bloccare il passo delle due che continuavano ad inseguirsi senza posa.
La donna aveva una corporatura a prima vista normale se si eccettua per la spalla e il braccio sinistro che sembravano sproporzionati. Fermò la sua corsa e scomparve alla loro vista, poi il tronco si spezzò come se qualcosa l'avesse violentemente colpito e subito dopo la Mustang guidata da Khellendrox dopo aver preso una gran botta si alzò di qualche metro in volo.
Mentre all'interno la dottoressa Green si preparava all'impatto rannicchiandosi, Frank cercò la manovella per tirar giù il finestrino poi un po' spaesato si accorse del pulsante e una volta pigiato riuscì ad estrarre la pistola e sparare verso il bersaglio mobile che stava a pochi metri da loro.
Mark calcolò che la caduta avrebbe causato danni non solo all'auto ma anche agli occupanti e quindi con la forza del pensiero tentò di attutirne la caduta, la cosa gli riuscì in parte e quando le sospensioni toccarono terra tutti gli air bag esplosero all'unisono schiacciando gli occupanti che non ebbero comunque conseguenze.
La "spiona" ricomparsa e probabilmente ferita dal proiettile esploso dalla pistola di Frank riprese la sua corsa, Somnia tentò un inseguimento ma poi la fuggitiva divenne nuovamente invisibile e anche le tracce che in principio erano visibili si persero sull'asfalto della strada che portava fuori città.
I quattro un po' indecisi sul da farsi, sentendo delle sirene che si avvicinavanon dovettero prendere una decisione veloce e una volta fatta salire Somnia, unica vestita decentemente, gli altri erano usciti dalla camera così come erano a letto, Mark accese nuovamente l'auto e veloce prese la statale verso Liverpool, ora era gioco far perdere le loro tracce, poi, avrebbero pensato al da farsi.

Per leggere la "Prima parte"
Per leggere la "Terza parte"

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?