martedì 16 aprile 2019

La villa



Prima che il sindaco ebbe modo di organizzar la squadra della demolizione passarono diversi mesi, da prima ci furono incessanti piogge a bloccare i lavori, il terreno acquitrinoso non permise l'utilizzo di eventuali mezzi, poi gli uomini incaricati furono colpiti da strani malanni che in alcuni casi li portarono anche all'ospedale, in fine John, ebbe il via libera e quindi studiando con un ingegnere dove metter le cariche per abbattere definitivamente quella catapecchia, partì quella mattina alla volta della villa.
L'uomo sul buldozzer fu il primo ad avvertire strani dolori, cercò di nasconderli al capo squadra che nel frattempo aveva srotolato i progetti e aveva segnato dove dovevano essere piazzate le cariche esplosive.
Il buldozzer si mosse abbattendo ciò che restava della recinzione ed entrò in quello che un tempo doveva essere un bellissimo giardino, ora incolto e lasciato al proprio destino da diversi anni.
"Qualcuno dovrà andare a dare un'occhiata all'interno" disse John guardando Smith e Benny che erano i più robustii "voi ad esempio, scegliete altri due uomini e andate".
Bill e Igor si guardarono negli occhi sbuffando, poi presero da parte Bob e Terry e insieme si incamminarono verso la sgangherata porta d'ingresso.
Fu allora che dalla strada giunsero due autovetture seguite da un pullmino.
Gli operai si fermarono temendo fosse qualche attivista che volesse far ritardare ancora i lavori.
"Chi sarà ora" disse in un sussurro guardando verso i nuovi arrivati, poi rivolgendosi a Smith lo incitò a proseguire "susu, non abbiamo tutto il giorno".
Dal suv e dalla giardinetta scesero un uomo e una donna che, senza dire una parola si avvicinarono alla staccionata appena abbattuta dal buldozzer.
Dal pullmino li raggiunsero due uomni e una donna, sicuramente più giovani dei primi arrivati.
"Salve" salutò timidamente il più giovane degli stranieri.
"Che ci fate da queste parti?" chiese perentorio il caposquadra.
"Siamo qui per Tom" disse colui che era sceso per primo e accelerando il passo raggiunse i quattro operai che ormai avevano raggiunto le tre scale che portavano all'ingresso della casa.
"Non muovetevi" intimò Susan "o guai per voi"
Bob la guardò e la testa iniziò a vorticare a tal punto che si sentì mancare la terra sotto i piedi e se non fosse intervenuto Terry a tenerlo sarebbe sicuramente rovinato a terra.
Bill guardò Bob e fece un passo a ritroso imitato subito da Benny che aveva già avvertito i primi malesseri.
"Capo, io sarei per far andare loro a vedere se qualcuno abita ancora la villa".
John non fiatò, guardò il gruppo dei nuovi arrivati compattarsi e superare i propri operai.
"Anche voi per Tom?" chiese Michelle
Nessuno rispose ma i volti tradivano una certa eccitazione. Il più anziano, che era arrivato prima degli altri appoggiò la mano sulla maniglia della porta e poi guardò alle sue spalle aspettandosi chissà quale reazione dagli operai che sapeva essere venuti per demolire la casa.
"Tornate a casa, o sarà peggio" disse
John con aria di sfida piantò le mani sui fianchi e sbuffò "chi siete e perché mai dovremmo andarcene!"
"Tornate a casa" ripetè Susan "o dovremo portarvici e francamente non ho voglia di farvi da baglia".
Gli operai, come se avessero ricevuto un ordine iderogabile raccolsero le loro cose, e uno dopo l'altro, scusandosi con il capo si dileguarono; il solo John rimase, forse per curiosità o forse per dovere.
Stephen dopo aver indugiato ancora un attimo girò la maniglia e varcò la soglia seguito, in fila indiana da Susan, Mark, Ugo, Michelle e Kevin.
Quando anche l'ultimo scomparve oltre la soglia e la parta venne richiusa alle loro spalle John rimase solo e fu allora che anche in seguito giurò di aver visto un viso pallido affacciarsi ad una delle finestre del secondo piano, descrisse la sua visione pressapoco così: occhi incavati nelle orbite cerchiate da pelle sottile e giallastra, zigomi prominenti e solo qualche ciuffo di capelli che scarmigliati cadevano qua e là a coprir la fronte.
Attese, ma non accadde nulla, poi come se seguisse un ordine, girò sui tacchi e salì sulla sua auto prendendo la via di casa.

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