sabato 7 novembre 2015

Luca e le tartarughe ninja

Luca era uscito per giocare.. non aveva idea che avrebbe fatto un incontro cosí assurdo quanto straordinario. Teneva tra le mani una grossa palla colorata e la faceva rimbalzare sul muro della vecchia casa, poi veloce la riprendeva e si spostava un poco più in là nel vicolo parzialmente illuminato dalla luce fioca e tremilante del lampione.
Senza rendersene conto si era allontanato da casa di parecchie centinaia di metri. Sentì bisbigliare da un punto imprecisato alle sue spalle, si girò e rigirò guardandosi attorno ma senza riuscire a vedere chi fosse con lui nel vicolo.

"Avete visto? Cammina come i Freefer" disse Leonardo.
"Chi mai gli avrà insegnato a camminare in quel modo scomodo qui in questo vicolo, e pli da chi sta scappando che non deve trovare le sue tracce?" domandò Giotto.
Quella domanda cadde nel vuoto, nessuna delle quattro creature nascoste agli occhi del bimbo aveva una risposta a quel mistero.
Luca riprese a far rimbalzare la palla  contro il muro e nuovamente si mosse lungo il vicolo.
Riprendendo la palla per l'ennesima volta si fermò restando in silenzio e immobile. Le voci si fecero nuovamente più distinguibili "attento con quella roba" sentì distintamente e dopo un attimo di timore chiese con un filo di voce "chi c'è?"
Le quattro creature nascoste nell'ombra non risposero, continuando a parlare tra loro in un sommesso brusio.
Luca, prendendo la palla si incamminò nuovamente verso casa. Alle sue spalle sentì un rumore di cocci e poi di qualcosa andare in frantumi, si voltò e gli parve di vedere comparire sul muro di mattoni una figura che lentamente iniziò a prendere forma.
Impietrito dalla paura, strinse al petto il pallone e  smise di respirare, poi qualcosa in lui cambiò, scagliò con tutta la propria forza la palla contro al muro dove ora si distingueva un viso contorto e riprendendola prontamente ripetè quel gesto meccanicamente.
Fu allora che li vide, quattro creature sbucare dal tombino in mezzo alla strada. Lo guardarono sorridendo per una frazione di secondo, poi voltandogli le spalle si prepararo ad affrontare qualcosa che Luca non riuscì a vedere.
Rimase fermo affascinato dalle movenze straordinarie di quelle quattro creature che a lui fecero venire in mente la tartaruga che teneva in giardino. Saltellavano armi in pugno, ruzzolavano per la via, ritornando poi vicino al muro dove Luca aveva scagliato il pallone poco prima.
Incurante del pericolo, dopo un attimo di esitazione, avanzò verso lo scontro, era curioso di vedere meglio cosa stessero facendo. Fu allora che vide l'uomo grigio, così lo descrisse il mattino seguente alla mamma. Alto, molto magro, aveva il viso scavato e grigio, in bocca gli mancava qualche dente e questo altro particolare lo fece nuovamente retrocedere.
Il combattimento durò ancora qualche minuto poi, i quattro ninja si voltarono verso di lui presentandosi con un ossequioso inchino.
"Leonardo, Donatello, Giotto e per ultimo Michelangelo" disse a voce bassa Leonardo "per servirti".
Luca lasciò andare il pallone e si avvicinò alle quattro tartarughe, avrebbe voluto fare un sacco di domande ma dalla sua gola, quando aprì la bocca non uscì alcun suono.
"Dobbiamo andare" disse Giotto  rompendo il silenzio e prendo il tombino dal quale erano sbucati e uno alla volta dopo aver salutato con un cenno il bimbo, scomparvero.
"L'ultima cosa che ricordo" disse Luca alla mamma seduto sul letto, "è il tombino che si chiude".
"È stato solo un sogno" accarezzando dolcemente la testa del bimbo "solo un sogno" ripetendolo più a se stessa per scacciare il pensiero di ciò che conosceva già da tempo.
Luca si alzò veloce, pronto per fare colazione, ripromettendosi che prima o poi sarebbe tornato, solo, nel vicolo, e avrebbe cercato quel tombino, sapeva dove trovarlo...

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