giovedì 5 novembre 2015

Una gita particolare - Ultima parte -

Le tre ragazzine una vosta viste scoperte balzarono fuori dai loro nascondigli e accerchiarono la vampira. Ophelia lesse nei loro sguardi il trionfo e una ritrovata sicurezza, allargò le braccia mostrando i lunghi artigli cresciuti alle mani e mostrò i lunghi canini bramosi di sangue, danzò sui due piedi aspettando la mossa delle tre giovinette che non tardò ad arrivare.
Sofia fu la prima ad attaccare, corse fulminea verso la contessa, e poi la mano destra che stringeva la corta spada si mosse rapidamente protendendosi verso il costato della vampira.
Più rapida fu Ophelia, con violenza scansò il colpo facendo volar la spada sul ghiaetto del cortile, poi con la mano sinistra afferrò stringendolo il braccio di Sofia e infine l'attirò a sé "se ci tenete alla vita della vostra amica, state dove siete" disse con voce forte.

Luisa e Cristina si guardarono abbassando in contemporanea le armi che avevano in pugno.
Ophelia tenendo accanto a sé la propria prigioniera fece qualche passo a ritroso verso il carro che aveva preparato in precedenza.
Luisa osservò le mosse della vampira, poi scioccò la lingua e Cristina, veloce tirò fuori da una tasca invisibile di quell'abito oramai consunto e sdrucito una piccola cannula di bambù, la portò alla bocca e dopo aver preso fiato vi soffiò dentro con quanta potenza aveva nei polmoni.
Ophelia, raggiunta dal un minuscolo dardo, lasciò la presa e si portò entrambe le mani al collo.
Urlò e protese le fauci verso le ragazze, gli occhi le si erano inettati di sangue, Sofia fece appena in tempo a fuggire dall'ira della duchessa.
Raggiunte le due amiche riprese fiato. Aveva una profonda lacerazione sul braccio destro e il sangue usciva copioso, mostrava lividi sul collo e anche l'altro braccio non era stato risparmiato da colpi che dovevano procurarle diverso dolore.
Luisa si fece avanti, questa volta, sicura di sé mostrò la propria arma pronta ad usarla.
Ophelia ancora adirata per il colpo subito tornò vigile e pronta a difendersi.
Il cielo nel frattempo si era notevolmente oscurato, oramai la sera era prossima e presto sarebbero apparse in cielo le prime stelle.
Cristina sapeva che il tempo non correva a loro favore, girò le spalle alla vampira e caricò nuovamente la cerebottana che aveva raggiunto il suo scopo.
Sofia, fuori combattimento, stava seduta appoggiata ad un pilastro cercando di curarsi le profonde ferite, trattenendo a stento i singhiozzi stava tamponando il sangue.
Luisa prese coraggio e attaccò, la lama della sua arma cozzò contro i lunghi artigli della mano destra di Ophelia, lo stridio fu insopportabile e fece rabbrividire le ragazze rimaste in disparte.
Non paga Cristina tornò a rintuzzare l'attacco e questa volta, la vampira non riuscì a parare il colpo e fu colpita al costato.
Ophelia, colpita, vide nella vicinanza della sua aguzzina l'unica possibilità per contrattaccare, sforzandosi e non poco, allungò il braccio sinistro e afferrò la ragazza strattonandola verso di sé.
Gli artigli affondarono nella carne del braccio di Cristina che dovette lasciar cadere l'arma a terra, poi, come già aveva fatto in precedenza con Sofia, Ophelia la strinse a sé e fece qualche altro passo a ritroso raggiungendo il carro.
Le lacrime iniziarono a scorrere copiose sul volto della fanciulla prigioniera della vampira, la stretta doveva essere molto dolorosa e particolarmente insopportabile.
Fu allora che Luisa tornò a girarsi verso la scena della battaglia e portatasi nuovamente alla bocca la piccola cannuccia soffiò nuovamente al suo interno.
Il dardo silenzioso raggiunse il suo scopo, Ophelia cadde a ritroso e Cristina fu libera dalla morsa e cadde a sua volta stremata.
Luisa, non si mosse, sapeva di non avere più dardi da poter sparare, ora aveva solo l'opportunità di colpirla da vicino ma la paura di far la fine delle altre due amiche fu tanta.
Ophelia si mise a sedere in una rientranza del porticato, contorcendosi per il dolore continuava a toccarsi il viso e la testa, cercando di togliersi qualcosa di infinitesimamente piccolo che la stava torturando.
Cristina si avvicinò alzando la propria arma pronta a colpire la vampira mortalmente, ma fu proprio in quel momento che l'ultimo raggio di sole colpì il porticato e la scena riprese colore.
Ophelia era scomparsa e le tre ragazze avevano nuovamente in dosso i loro abiti, tre voci a loro familiari le stavano chiamando.
"Luisa, Sofia, Cristina, siete qui?".
Erano le loro madri, non vedendole nel punto indicato avevano attraversato il bosco ed erano giunte alla magione in rovina.
Le tre ragazze uscirono dal porticato e con sguardo angelico corsero incontro ai genitori.
"Finalmente" disse la madre di Sofia.
"E' stato un pomeriggio denso di emozioni..." iniziò a raccontare Cristina che immediatamente fu azzittita da sua madre "ora sarà meglio andare, si sta facendo tardi, ci racconterete tutto davanti a una bella pizza fumante.
(Con Ophelia Winter e Agata Borghesan e Luisa, Cristina e Sofia. Foto di Marco Elli)
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