martedì 29 dicembre 2015

La maschera di ferro


Entrando nel laboratorio Khellendrox avvertì immediatamente un odore acre, la luce filtrava dall'unica finestra presente nella stanza ovale e proiettava ombre oscure sul pavimento sconnesso.
Il nano prese la propria arma dalla fondina ed entrò lentamente guardandosi attorno; alcuni libri erano accatastati su degli scaffali attaccati alla parete vicino a lui, abbassò il visore e rimase alcuni secondi a leggere i titoli dei tomi più voluminosi, poi un rumore verso la parete opposta attirò la sua attenzione, sopra alcuni mobiletti c'erano diversi alambicchi e da uno di questi di tanto in tanto ribolliva un liquido giallastro.

Khellendrox fece un altro passo e sotto i suoi piedi una provetta di vetro si ruppe andando in frantumi, sollevò lentamente lo scarpone e non poté far altro che constatare il danno appena fatto. Guardò nuovamente il pavimento sul quale si stava allargando una chiazza umida poi, proseguì la sua marcia.
Sul tavolo bianco, ingombro di pergamene, giaceva una maschera, era in ferro brunito, e dai lati spuntavano due legacci in cuoio. Il nano si avvicinò curioso, ma prima di esaminare l'oggetto si guardò attorno puntando il proprio revolver verso ogni direzione.
Dopo aver esplorato tutto intorno a sé ripose l'arma nella fondina, guardò l'unico ingresso da dove era venuto, gettò una breve occhiata alla finestra e poi si dedicò alla maschera.
Il ghigno dipinto su quell'ammasso di ferraglia era spaventoso, l'inventore di quello strano oggetto probabilmente era fuggito prima di terminare la propria opera.
Il lato sinistro presentava diverse rotelle metalliche, e altri congegni che avrebbero coperto l'intera guancia del padrone, molle e altre rotelle dentate si diramavano fino a coprire la fronte. Gli incavi per gli occhi erano larghi e donavano alla maschera un aspetto piuttosto inquietante.
Khellendrox appoggiò le mani sul tavolo ma non si attentò a sollevare l'oggetto continuando ad osservarlo poi alle sue spalle una voce lo fece sussultare.
"Vi piace?"
Il nano si voltò di scatto, era sicuro di aver controllato molto bene, non c'era nessuno fino a pochi istanti prima e nessuno aveva varcato la soglia. D'istinto portò la mano destra alla fondina.
"Se fossi in lei non lo farei" disse nuovamente quella voce avvolta nell'ombra della stanza.
Khellendrox allontanò la mano dalla propria arma e la lasciò scivolare sul fianco.
"Molto bella" disse per rispondere alla domanda che gli era stata posta poc'anzi.
"In vero, devo terminare l'opera, e sono quasi sicuro che mi lascerete finirla".
Khellendrox sospirò "quindi voi siete....?"
"Il padrone del laboratorio" giunse prontamente la risposta.
Khellendrox che era stato mandato a controllare quel luogo sospettato di contenere materiale scottante si scostò dal tavolo tornando verso la porta "certo, certo, ma non avete risposto alla mia domanda" e attese restando vicino alla parete dove prima aveva visto i libri.
"Anche se vi dicessi il mio nome, non vi direbbe nulla, percui temo che il nostro incontro termini qui"
"Mi state forse cacciando?" la domanda tradì un po' di delusione.
"Direi di sì" riisuonò la voce dalla parte opposta "ho parecchio lavoro e non amo avere spettatori, soprattutto se indesiderati".
Khellendrox allungò la mano sinistra e premette alcuni tasti sul braccio destro, il visore che aveva calato sugli occhi si illuminò e qualcosa di rosso davanti a lui iniziò a prendere lentamente forma. Era alto poco meno di lui, portava in testa un berretto che dava al suo capo una forma assai allungata, nella mano sinistra aveva un lungo bastone che appoggiato a terra emetteva una luce blu pulsante.
Il nano, pensò di avere due opzioni, o lasciare la stanza, oppure ingaggiare un duello con lui, frugò velocemente nella tasca sinistra delle blusa e trovò l'oggetto tondo che stava cercando, fece un ulteriore passo indietro poi appoggiò la mano destra contenente l'oggetto alla parete.
"Allora vado" disse lentamente "prometto di non disturbare più" e detto questo indietreggiò fino a quando non avvertì l'aria fresca della sera.
Una leggera luce azzurra si frappose tra lui e la stanza, riempiendo lo spazio dove un tempo doveva esserci stata la porta.
Khellendrox intuì che il padrone di casa lo aveva chiuso definitivamente fuori. Fece dietrofront e camminò veloce verso l'auto, salì e appena premette il pulsante dell'accensione il monitor davanti a lui si accese mostrando l'immagine della stanza che aveva appena lasciato.
Il nano sorrise e poi premette sull'acceleratore allontanandosi dalla zona industriale, gustandosi tutto ciò che stava accadendo dentro il laboratorio. (Maschera di Dmitriy Bragin)

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