Quando
scese la sera, Khellendrox decise di abbandonare la locanda dove aveva
preso alloggio, e girovagare un po' per la piccola cittadina. In cielo,
nubi minacciose coprivano quasi interamente le stelle e anche di tanto
in tanto anche la luna.
La strada era deserta, i mercanti, avevano
raccolto i loro averi ed erano tornati nelle loro case. Il nano,
camminando, si soffermò ad osservare alcuni palazzi,
per la maggior parte sembravano in rovina e abbandonati, altri
versavano in cattive condizioni ma sembravano ancora abitati, visto che
da alcune finestre pendevano dei panni stesi.
Mijuk, questo era il
nome della città, era stata a lungo un crocevia di mercanti e
avventurieri, ma da un po' di tempo le carovane aveva preso a fare altre
strade e il governatore era caduto in disgrazia. Da qualche anno
regnava il figlio, troppo giovane e poco esperto non era ancora riuscito
a ripristinare i vecchi fasti.
Il nano, camminava lentamente
continuando a guardarsi attorno, e nel frattempo pensava a quello che
gli aveva detto il gran sacerdote "troverai colei che suona nel fuoco".
Una volta giunto alla locanda, aveva chiesto informazioni ma nessuno gli
aveva saputo dire nulla di interessante riguardo a quelle parole così
arcane.
Ad un tratto sentì della musica provenire da est e
incuriosito, decise di andare a vedere. Percorse tutto il vicolo e
finalmente incrociò alcune persone, poi, quando sbucò nella piazza, la
vide.
Al centro c'era una ragazza giovane e snella, teneva in mano
un violino e suonava con brio e leggerezza, accompagnava il suono dello
strumento, con un canto melodioso, molti si erano assiepati intorno a
lei e ascoltavano silenziosi, un gruppo di bambini, stavano ballando al
ritmo della musica gridando festosi come se fosse la prima volta che
sentivano della musica. Khellendrox vide una roccia e decise di fermarsi
ad ascoltare, si sedette e guardando la ragazza lasciò la sua mente
vagare.
Poi avvenne l'impensabile, la musicista iniziò ad agitare
l'archetto sempre più velocemente e a percuotere le corde del suo
strumento che vibravano e stridevano, le note si rincorrevano e si
accavallavano veloci, anche la sua voce divenne ritmata e acuta. La
velocità dei suoi gesti, fu tale, che il filo dell'archetto che teneva
con la mano destra prese fuoco, la donna non parve farci caso e continuò
a cantare e suonare, inevitabilmente, le fiamme si propagarono anche
sul violino che iniziò da prima a fumare spargendo un profumo gradevole
nell'aria, poi prese fuoco.
I bimbi si fermarono e guardarono
estasiati le fiamme che si prigionavano dallo strumento. La donna, smise
di cantare e disse due parole, poi le fiamme si alzarono e tutta la
piazza fu illuminata a giorno.
La folla, radunata intorno
all'artista si alzò in piedi e per la paura del fuoco, si ritrasse verso
le case. Pochi istanti, e un bagliore si sprigionò da quella creatura,
che neppure per un istante aveva smesso di suonare.
Quando la luce
si affievolì, la piazza rimase completamente al buio, i bambini,
curiosi, andarono verso il centro della piazza dove la ragazza fino a
pochi istanti prima stava suonando, la chiamarono alzando le loro voci
argentine, ma di lei non rimase alcuna traccia, a terra giaceva il
piccolo archetto dal quale si alzò un ultimo sottile sbuffo di fumo
sprigionando un profumo di sandalo e incenso.
Il nano, alzò il viso e
guardando il cielo, ora sgombro da nubi, vide una stella più luminose
di altre e capì le parole del maestro. Aveva trovato colei che suona nel
fuoco.
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