domenica 17 gennaio 2016

Lo scudo magico di Whimmer

La fortezza versava in cattive condizioni, doveva essere stata abbandonata dopo un lungo assedio, le alte mura ne portavano ancora i segni. Attraversando il portone d'ingresso, scese i tre gradini lentamente e si ritrovò in una stanza angusta. Gli occhi si abituarono velocemente alla penombra e il nano si guardò attorno, la stanza portava i segni di un incendio, il poco mobilio era annerito e mancava di diverse parti l'unico oggetto che si era salvato dopo la battaglia che aveva visto perire o fuggire gli abitanti era uno scudo. Khellendrox si chinò per osservarlo meglio, incise sulla superficie metallica ottimamente levigata erano incise delle rune, passò l'indice sulle incisioni seguendone il profilo, poi socchiuse gli occhi e rivolse una preghiera al Divino. Finita la breve orazione riaprì gli occhi e immediatamente notò aloni verdi e rossi levarsi dalle incisioni. Come aveva sospettato fin dal principio, sull'oggetto aleggiava non una ma diverse magie, alcune di queste le riconobbe immediatamente, si trattava per lo più di incantesimi nanici di protezione, le rune ne avevano imprigionato la potenza e ancora ne erano presenti dei residui. Altre incisioni contenevano incantesimi non ancora utilizzati, il proprietario, probabilmente un nano, doveva aver combattuto con onore fino all'estremo delle proprie forze.

Khellendrox sollevò lo scudo e lo soppesò, malgrado la struttura metallica e lo spessore era molto leggero e maneggevole, lo confrontò con il proprio. La forma era praticamente identica, naturlamente differivano le incisioni sui due oggetti e il materiale. Alartes si avvicinò al nano "abbiamo fatto un giro di perlustrazione. La fortezza è abbandonata, non abbiamo trovato neppure un cadavere".
Khellendrox apparve pensieroso, sospirò e poi lasciò cadere lo scudo a terra "quanto tempo pensi sia passato?".
Il guerriero si grattò la testa poi si guardò attorno e lentamente sottovoce mise in chiaro il proprio pensiero "Alcuni giorni, probabilmente non più di sette, otto al massimo".
Il nano, che aveva focalizzato la sua energia magica solo sullo scudo chiuse nuovamente gli occhi, il mistero dei corpi scomparsi non gli dava pace, soprattutto il padrone dello scudo. Recitò nuovamente la breve preghiera per conoscere l'energia magica presente e quando riaprì gli occhi vide ciò che mai avrebbe pensato di vedere, sul pavimento erano presenti diverse sagome invisibili ad occhio nudo.
Alartes impalato davanti a lui sembrava aspettare un responso "allora?".
"Sono intervenuti dei maghi o degli stregoni, la magia ha annientato gli occupanti del castello" la voce del nano uscì dalla sua gola rotta dal pianto.
"Mi stai dicendo che gli aggressori, una volta folgorato tutti, hanno lasciato solo questo scudo?" disse Alartes guardando Shin che nel frattempo aveva fatto la sua comparsa dietro di loro.
L'elfo vedendo Khellendrox in quello stato gli si avvicinò forse per consolarlo ma egli allungò un braccio per fermarlo "devo portare lo scudo al mio maestro, lui probabilmente potrà ricavare le informazioni che non sono riuscito a carpire io".
Quando uscirono dalla fortezza il sole era ormai calato dietro le montagne, il cielo si era tinto di rosso e l'ombra della fortezza si allungava scura e minacciosa sul terreno sconnesso.
"Forse conviene passare la notte qui" azzardò Alartes.
Il nano guardò la fortezza, poi si guardò attorno, scosse le spalle e storse la bocca "non abbiamo altra scelta, per ora mi limiterò ad inviare un messaggio".
Fu Shin ad occuparsi del messaggio da rimandare a Menhariès mentre Alartes e Khellendrox tornarono all'interno del castello e secondo le indicazioni del guerriero si insediarono nella stanza meglio protetta.
Quando anche l'elfo fu entrato sbarrarono l'unica porta e Alartes si mise davanti alla finestra "voi tentate di dormire, ad una certa ora sveglierò Shin che a sua volta, sveglierà Khellendrox, domattina prima che spunti il sole partiremo".
Il mago e il chierico si guardarono, poi si sedettero poco distanti l'uno dall'altro. Il chierico iniziò a pregare mentre il mago si mise a leggere il suo libro di magie.
Dopo qualche tempo il brusio delle voci del nano e dell'elfo si spensero alle spalle di Alartes che rimase affacciato alla finestra fino a notte fonda. (Foto di Wheeler Stone)

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?