sabato 5 marzo 2016

Le avventure di sir Arthur McKhellen

Uscendo dal tempio di Iside Arthur fu investito dal caldo asfissiante del pomeriggio. Il turco, colpito da una sorta di paralisi momentanea sembrava essersi ripreso.
Poco distante il Chiosco di Traiano attirò l'attenzione dell'attore russo "potremmo andare al chiosco e girare le ultime scene del giorno?".
Il turco guardò il capo della spedizione con sguardo serio "io devo assolutamente rientrare".
Arthur McKhellen guardò le schiene del regista e dell'attore che già si stavano avviando verso il tempietto romano poi guardò il turco e sorrise, "anche io dovrei rientrare, i fatti turchi mi preoccupano abbastanza".
L'altro di rimando abbozzò una smorfia poi allungò il passo lasciando McKhellen e il lord appena indietro.

Il chiosco, al contrario del tempio appena visitato, si presentò particolarmente spoglio, la costruzione non presentava nessuna iscrizione ma sembrava finita da poco.
L'anziano accompagnatore, che da buon egittologo, pur non avendo lavorato a quello scavo, voleva sfoggiare la sua cultura iniziò a descrivere la costruzione nei minimi particolari.
"... e quindi abbiamo una porta per ogni lato corto della costruzione".
Quando entrarono il fresco li ristorò immediatamente, Arthur si avvicinò alle pareti per osservarle meglio incredulo di così poca cura nei particolari, poi Burton e l'attore russo iniziarono  le riprese e lui, prendendo sottobraccio il turco uscirono "quindi secondo voi l'incendio al porto è il prologo per un nuovo scontro tra greci e turchi?".
L'uomo si appoggiò ad uno dei pilastri e tirò fuori una sigaretta porgendo il portasigarette all'inglese che rifiutò l'offerta aspettando la risposta.
"Sicuramente la notizia non è rassicurante, ma non credo che ci saranno altri scontri. Vorrei appurare la natura dell'incendio prima di fare supposizione avventate".
Arthur si limitò a scuotere la testa "certo, certo".
Il giovane russo preso dalla foga di girare si avventurò fino in fondo alla struttura e appena varcata la soglia opposta a quella da dove erano entrati entrò in uno stato onirico, tutto intorno a lui iniziò a vorticare e avvertì freddo, poi davanti a sé apparvero delle luci colorate e sentì in lontananza delle urla.
Alle sue spalle uomini in uniforme scendevano da mezzi strani venuti dal mare, davanti su una collinetta comparve una creatura informe e la paura lo avvolse, tentò di fuggire ma non ci riuscì e fu allora che visi senza corpo iniziarono a sfrecciare verso di lui e lo superarono andando verso il mare.
Allargò le braccia per bloccare la corsa di una di quelle entità che stava per raggiungerla, la presenza gli scivolò tra le mani ma lasciò una traccia sulla pelle. Sentì bagnato e avvicinando la mano al viso avvertì odor di bruciato.
Le scene si sussegguirono velocemente, poi, come erano comparse scomparvero.
Il giovane si accasciò in terra soccorso immediatamente da Arthur che lo prese sotto le ascelle "come vi sentite?".
L'attore sbattè le palpebre e si strofinò gli occhi, non vedeva nulla.
"Sono cieco, non ci vedo!" esclamò.
L'inglese guardò gli occhi del giovane, aveva una certa esperienza medica ma non trovò nulla di insolito "non vi preoccupate, ora torniamo verso il paese e troveremo un dottore.
Il gruppo salì sui cammelli e percorsero la via carovaniera che avevano fatto alla mattina.
Arrivati in paese chiesero informazioni e quando il giovane fu visitato il dottore si limitò a lavargli gli occhi e a bendarlo "domani mattina starà già meglio e ci vedrà".
"Avete già avuto altri casi di questo tipo?"
Il medico negò "potrebbe essere solo un colpo di sole o qualche insetto che l'ha punto. Io starei tranquillo".

Il gruppo tornò nella residenza del governatore e lì dopo cena si divisero per andare a letto.
Nel pieno della notte McKhellen fu svegliato di soprassalto da rumori provenienti fuori dalla finestra. Senza pensarci troppo corse alla finestra e aprì le imposte urlando "chi è là!"
Guardando a destra e a sinistra scorse una figura attaccata al muro, il viso segnato da profondi solchi sanguinanti ma quello che lo scosse maggiormente fu ciò che indossava quella creatura non del tutto umanoide, al posto dei vestiti lo ricopriva uno strato di pelle umana.
Il ladro balzò di sotto e veloce corse verso la cittadina perdendosi nel dedalo di vie.
Arthur si mosse veloce, prese il revolver e uscì dalla stanza, pensò rapidamente a quale potesse essere la stanza dove poter seguire le mosse dell'intruso, bussò alla porta di Burton ma nessuno all'interno rispose, poi tornò verso la sua camera e passando davanti alla porta dell'attore russo sentì un tonfo.
"Tutto bene?" urlò accostandosi alla porta.
Dall'interno sentì altri rumori poi qualcuno aprì la porta. L'attore scarmigliato e quasi sbendato completamente si grattò la testa "un incubo e voi cosa ci fate in piedi?".
Arthur non rispose entrò nella stanza spingendo quasi l'attore al suo interno poi chiuse la porta alle sue spalle.

"Avete da bere?"
"Certo" sorrise il giovane prendendo la bottiglia quasi vuota che era posata sul comodino e due bicchieri, versò l'interno contenuto biancastro smezzandone il contenuto nei due bicchieri e ne porse uno all'inglese.
Arthur iniziò a raccontare l'accaduto visibilmente scosso, poi venne la volta dell'attore raccontare il suo sogno.
"Sembrava che volassi, una città portuale, in uno degli appartamenti una donna stava cantando e dietro di lei, ho visto un uomo prendere un coltello. Ho tentato di avvertirla ma l'aggressore l'ha pugnalata e ha reciso la sua carne della gola".
Bevvè un lungo sorso e riprese "la scena si è ripetuta una seconda volta. Poi la scena è cambiata e questa volta pensavo di riuscire a prendere quell'uomo biondo che sapeva della mia presenza. L'ho rincorso ma lui è stato più veloce e mi è sfuggito".
Arthur tentò di consolarlo "suvvia, era solo un sogno, anzi proprio un incubo.
Poi l'attore richiamò l'attenzione dell'inglese "avete sentito?"
Rimasero in silenzio alcuni secondi e anche Arthur sentì dei rumori provenire dal piano terreno. I due uscirono dalla camera e scesero le scale. Nella sala un ometto stava rimettendo a posto o almeno così disse, poi chiese cosa ci facessero loro svegli a quell'ora.
Arthur tagliò corto e uscì seguito dall'attore, i due usciti andarono dove McKhellen aveva visto precipitare la strana creatura, qui illuminando con una torcia vide pezzi di falange e sul muro da dove era velocemente sceso notò dei graffi profondi. Tentò di cercare tracce che potessero condurlo dove si era diretto l'uomo ma poco dopo le tracce furono confuse. Tornando all'interno chiese al padrone di casa di chiamare i gendarmi, forse loro avrebbero potuto seguire le tracce del presunto ladro.
Il mattino seguente arrivarono al porto e presero l'imbarcazione direzione Luxor.
Il viaggio si svolse tranquillamente, gli occupanti lo passarono per la maggior parte sul ponte cercando un po' di refrigerio dal caldo oprimente di quello strano settembre.

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