domenica 1 luglio 2018

Pomeriggi dimenticati

Quel pomeriggio, il sole di tanto in tanto veniva offuscato dalle nuvole, nuvole bianche e rigonfie correvano verso il mare mentre alle sue spalle, le colline v...erdeggianti sembravano spalle di un gigante addormentato.
La ragazza seduta su uno degli scogli guardava il mare con aria triste. Il mare, piuttosto agitato, si divertiva a spruzzargli le gambe che penzolavano ritmicamente a seconda della musica che scorreva nelle cuffie appoggiate sulle orecchie.
Isolata dal resto del mondo, era rimasta su quello scoglio per alcune ore e la pelle, pallida e delicata, malgrado la crema solare con protezione piuttosto alta, iniziava a dar segni di mal sopportazione.
Oramai decisa ad abbandonare lo scoglio gettò un'ultima occhiata a quell'orizzonte azzurro, in quell'ora mare e cielo si fondevano e l'unica differenza la faceva il sole che giallo campeggiava a trequarti preparandosi a tramontare.
Una vela, anzi due, si stagliarono all'orizzonte, l'imbarcazione, era quella di sempre, infatti Monik, da diversi giorni vedeva quella piccola imbarcazione raggiungere quasi la riva, poi virare e portarsi in prossimità del molo che non era distante dallo scoglio dove ora era seduta.
In un impulso non del tutto calcolato, si alzò in piedi e alzando il braccio destro iniziò a sventolarlo, poi, rendendosi conto di quel gesto inconsulto abbassò di colpo il braccio, si chinò a raccogliere il salviettone e via, scese di corsa dallo scoglio.
La musica ebbe un sussulto esattamente quando ella saltò giù dallo scoglio e prese la viuzza che portava al molo.
"Cosa stava facendo? Stava andando al molo e poi?" nella sua mente frullarono diversi scenari, la barca che attracca, un bel giovane muscoloso che scende e le sorride. La barca che raggiunto il molo vira improvvisamente tornando verso il largo. La barca che atracca e ne scendono due marinai piuttosto vecchi e incartapecoriti. All'ultima scena sul suo volto si formò un sorriso e dal profondo dello stomaco salì un ritmico e alquanto fastidioso singhiozzo.
La ragazza trattenne il respiro continuando a correre, ogni cinque, sei passi guardava il mare, tenendo d'occhio la barca e calcolando quando ci avrebbe messo per arrivare al porticciolo.
La musica riprese a suonare nelle sue orecchie ma il singhiozzo non ne volle sapere di lasciarla in pace.
Monik aprì la bocca, sbadigliò, si gonfiò le gote, provò a compensare come le aveva insegnato lo zio, ma nulla cambiò, fino a quando i suoi piedi nudi toccarono le assi di legno del molo.
Umide e fresche le diedero una strana sensazione, le gambe si intirizzirono mostrando una leggera pelle d'oca e quella sensazione arrivò dalla spina dorsale fino alle braccia.
Si accucciò sul molo a braccia conserte e il singhiozzo come per miracolo scomparve.
La piccola imbarcazione, nel frattempo, aveva virato verso il punto stabilito per l'attracco e aveva ammainato una delle due vele riducendo di molto la velocità.
Monik, si rizzò in piedi, e mettendo una mano sopra la fronte guardò verso il mare. Un uomo era al timone, alto e robusto aveva in dosso una canotta piuttosto larga per la sua taglia, pantaloni corti sfilacciati sul ginocchio e un cappello di paglia.
Monik si guardò attorno, era sola sul molo e le sue gote si colorarono improvvisamente di rosso, voltò le spalle al molo, pronta a scappare da quella situazione piuttosto imbarazzante, poi sentì una voce profonda che la chiamava "Hei, signorina".
Tornò a guardare la barca e poi si guardò attorno, l'uomo non poteva che chiamare lei, quindi, sospirando si avventurò sul molo avvicinandosi alla barca mentre l'uomo stava scendendo e legando una grande fune ad uno dei ganci.
Monik fece qualche passo sul pontile, l'uomo la guardò "sei la ragazza dello scoglio?".
Monik sorrise un po' imbarazzata "come faceva a sapere delle sue abitudini?", poi, visto che gli occhi di lui erano puntati e immobili su di lei "sì, devo essere proprio io".
"E' bello avee un'ammiratrice e per questo voglio offrirti da bere".
Monik guardò l'uomo "ma si sta facendo tardi e..." le parole le morirono in bocca.
"Suvvia, credo tu abbia l'età per restare fuori a bere qualcosa".
La ragazza rise, si avvolse il salviettone intorno alla vita e seguì il ragazzo, entrarono nel pub "Exential Run" e lì passarono tutta la sera parlando di loro e ridendo delle tante cose che scoprirono di avere in comune.

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