venerdì 31 luglio 2015

Dopo essere scampati ai soldati che rastrellavano i campi con i lanciafiamme alla ricerca degli zombi superstiti, camminammo quasi tutta la notte alla ricerca della collinetta che aveva sognato il medico. Da lì avremmo visto l'ingresso del cimitero dove era ubicato il mausoleo di Hitler. Percorsi circa cinque chilometri, raggiungemmo una collina sulla sommità della quale c'era una torre piuttosto mal ridotta, doveva essere la torre della visione, tutti ne fummo quasi certi. Sfiniti decidemmo di dormire alcune ore all'interno di quella struttura fatiscente.
Verso mattina il medico fu svegliato di soprassalto da dei rumori, il soffitto scricchiolava, egli riuscì per miracolo a fare un balzo prima che questi gli piombasse addosso.
Ci svegliammo tutti, Rasputin sembrava più concentrato del solito, probabilmente sentiva la tensione del momento.
Camminammo parecchio e finalmente raggiungemmo il cancello del cimitero. Trovare il mausoleo sembrava una ricerca titanica, malgrado il cimitero non si estendesse che per pochi metri quadrati, le tombe erano numerose e i mausolei di famiglia anche.
Rastrellammo la zona e finalmente io trovai un luogo libero da tombe, era vicino alla recinzione, girandoci attorno e continuando a guardare quel giardino incontaminato, mi accorsi che l'erba assumeva colorazioni e posizioni diverse, non riuscii a capacitarmi di questa cosa e allora richiamai l'attenzione del medico, il quale, dopo aver fatto un giro attorno al prato confermò il mio sospetto.
A quel punto Rasputin prese nuovamente il libro e iniziò a salmodiare. Una parte del prato scomparve sotto i nostri occhi e al suo posto vedemmo un'apertura. Il tenente si offrì di guidare la spedizione all'interno del mausoleo, Svetlana si disse pronta a tener la torcia al tenente e poi noi seguimmo loro.
Il corridoio scendeva per qualche metro. Trovammo immediatamente una stanza dentro la quale c'erano foto e busti del furer, quasi fosse una stanza celebrativa. Fu qui che Rasputin tornò a sfogliare il libro e quando proferì l'ultima parola si accasciò a terra.
Il medico guardò il corpo esanime del mago, era rigido. Il tenente disse che a lui spettava il compito di portare tutti gli averi del defunto, il medico tentò di opporsi ma poi, dai discorsi del soldato capì che qualcosa doveva essere successo. Il tenente per un qualche secondo sembrò parlare con se stesso. Poi tacque, raccolse la borsa del mago e prese a camminare nuovamente lungo il corridoio. Noi lo seguimmo, ma, almeno al sottoscritto, prese un momento di sconforto, "cosa ci facevamo ancora in quel mausoleo senza la presenza di Rasputin?".
Arrivati ad un bivio avvertii un rumore molto flebile "non siamo soli" dissi e il tenente, risoluto mi guardò per un attimo, poi proseguì fino ad arrivare ad una porta. Aprì la stanza e tutti restammo senza parole. Era piena di oggetti strani, reliquie antiche. Il libro era lì in bella vista e il tenente non si soffermò a lungo, lo prese e lo ripose nello zaino. Io presi una ciocca di capelli, a Svetlana toccò un osso della gamba, il medico raccattò uno scudo lucente sul quale c'era l'immagine di una gorgone. Il comandante non ricordo cosa prese, poi quando uscimmo ci fu da decidere. Uscire o continuare a perlustrare il mausoleo?
Il libro era nelle nostre mani e ora il tenente, posseduto da Rasputin doveva compiere l'ultimo gesto, fare il rito che avrebbe riportato le anime dei morti a riposare.
Dal corridoio vedemmo un uomo aggindato come un sacerdote egizio e quattro zombi seguirlo.
Il tenente parlottò in egizio con il nuovo arrivato, poi la discussione si accese, non riuscii a capire di cosa stessero parlando ma mi sembrò che la creatura non fosse molto amichevole.
Il tenente ci guidò attraverso i corridoio all'esterno della struttura e qui iniziò lo scontro. Sfortunatamente io e il medico incrociando lo sguardo del sacerdote egizio ci prese una sorta di timore, posso parlare per esperienza personale, piuttosto che affrontare lui e i suoi scagnozzi preferii scappare lasciando i miei compagni a combattere.
Il sacerdote prese il libro e iniziò a leggere un breve incantesimo, il tenente rispose a quella mossa puntando il fucile e sparando due colpi che andarono a segno. Svetlana e il comandante spararono agli zombi, nel frattempo, guardandomi alle spalle vidi il medico correre, da prima nella mia direzione poi in quella opposta.
Alle nostre spalle lo scontro riprese, l'egiziano, colpito all'addome, sfogliò nuovamente il libro e pronunciate alcune parole la ferita al ventre prese a chiudersi. Gli altri zombi nel frattempo erano stati pesantemente colpiti.
Finalmente anche io e il medico trovammo la forza per non fuggire più e unirci alla battaglia.
Il tenente avvicinatosi al sacerdote impugnò un macete e lo colpì ripetutamente finché non riuscì a dividere il suo corpo in due parti. Toccò a me il compito di finirlo.
I quattro zombi, persero di vigore nel momento in cui il loro padrone morì e velocemente furono vittime dei colpi ottimamente inferti dai miei compagni.
Il tenente, prese il libro e con l'aiuto di Rasputin lesse il rito per far tornare le anime dei morti da dove erano venute.
Passarono alcuni minuti, gli occhi del tenente assunsero un'aria normale, ed egli stesso ci confermò che il rito era riuscito e che Rasputin era finalmente in pace.

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