martedì 28 luglio 2015

Nelle notti di luna piena il castello sembrava animarsi. Erano in tanti a pensare che la fortezza fosse stata abbandonata da tempo, nessuno si aggirava più davanti al portone e dall'interno non giungevano rumori che facessero supporre attività di qualunque tipo.
Qualche ragazzotto del paese, i più temerari, si erano radunati nella piazza principale e dopo aver discusso a lungo, avevano deciso di raccogliere tutto il loro coraggio e oltrepassare quelle mura consunte.
"Sarà una passeggiata, e potremo immortalare le stanze vuote del manier" disse Antonio guardando Giovanni e Simona, "voi sarete gli addetti alle riprese".
I due ragazzi chiamati in causa, raccolsero gli zaini e se li misero sulle spalle "andiamo".
Altre due ragazze rimaste mute e seguirono i tre sul furgoncino.
Il mezzo traballò abbastanza per tutto il tragitto, la strada piuttosto dissestata, saliva rapidamente e li portò fino ad un prato dal quale si intravedevano le mura del castello.
"Eccoci" disse Antonio spegnendo il motore del furgone "prendete tutto il necessario".
I cinque ragazzi scesero dal furgone e zaini in spalla attraversarono il prato. La luna piena illuminava l'erba alta del prato che risplendeva di una luce innaturale, probabilmente frutto dell'abbondante rugiada che si era posata durante la notte.
Il muro di cinta era alto circa tre metri, scavalcarlo non sarebbe stato certo facile, "proviamo ad aggirarlo, potrebbe esserci, da qualche parte un cedimento e potremmo essere facilitati nella nostra impresa".
Nessuno credette seriamente alle parole di Antonio ma lo seguirono ugualmente in quel giro di perlustrazione.
Seguirono tutto il perimetro delle mura esterne ma non trovarono nessun cedimento, anzi, in alcuni punti, il muro era più alto dei tre metri classici e quindi ancor più complicato da scavalcare.
Tornando al punto di partenza Giovanni si addossò al muro "hai portato la corda e il rampino?" chiese a Laura.
La ragazza si tolse lo zaino dalle spalle, lo posò a terra e iniziò a frugare la suo interno, dopo poco ne tirò fuori orgogliosa una matassa di corda piuttosto robusta alla quale era legato un rampino a quattro punte.
"Lo lancio?" chiese prendendo la corta e iniziando a farla roteare.
Patrizia che era dietro di lei si scansò facendo tre passi indietro e guardando la torre del castello "aspetta" disse appena prima che Laura lanciasse il rampino al di là del muro "guardate là" indicando un punto nel cielo appena sopra la torre più alta.
Laura smise di far roteare la corda e vide, come tutti un volo di numerosi pipistrelli uscire dalla torre e avvicinarsi alla luna.
"Non mi direte che state pensando a quella cosa?" disse Giovanni.
I ragazzi si guardarono, poi Simona si avvicinò a Laura "dai lancia quella corda"
Laura prese a far vorticare nuovamente la corda e con un leggero gioco di polso, aprendo un po' la mano lasciò scivolare la corda via verso il muro, il rampino oltrepassò gli ultimi mattoni e poi si udì un leggero rumore metallico.
Laura tirò la corda che andò in tensione "fatto" disse soddisfatta avvicinandosi al muro e iniziando a scalarlo.
Dietro di lei Antonio guardò la ragazza salire agevolmente "dopo Laura andrà Marta, poi Giovanni e Simona e ultimo io" disse facendosi da parte e guardando nuovamente verso la luna pensieroso.
"Non è stato nulla" disse sottovoce Giovanni affiancandosi a lui.
"Già" si limitò a rispondere Antonio mentre Marta iniziava la sua salita.
Laura dalla parte opposta del muro si guardò attorno. Il giardino mostrava segni evidenti di incuria, erba alta, rami spezzati ovunque, il vialetto che portava ad una porta era sconnesso, le radici avevano invaso il suo spazio e avevano alzato alcune tavelle.
Finalmente arrivò anche Marta e accese la sua torcia illuminando tutto intorno "lugubre non trovi?" disse parlando a voce bassa.
"Cosa ti aspettavi?" chiese Laura illuminando con la propria torcia la porta infondo al vialetto "quella sarà la nostra entrata".
Dopo Marta, giunsero nell'ordine stabilito da Antonio gli altri ragazzi e Giovanni staccò il piccolo arpione e raggomitolò la corda, "questa ci servirà per il ritorno".
Simona e Giovanni accesero le telecamere, la ragazza avanzo davanti al fianco di Antonio, Giovanni procedette in fondo al gruppo riprendendo il giardino e poi alcune parti del castello.
Arrivati davanti alla porta Antonio gli diede uno strattone, la porta sobbalzò ma non si aprì, tentò nuovamente tentando di spingerla e strattonarla mettendoci buona parte della forza che aveva in corpo. Alcuni pezzi di intonaco si staccarono dal muro, e un cardine palesemente arrugginito, cedette di schianto.
La porta rimase così a spincoloni e il ragazzo dovette prendere la maniglia con entrambe le mani per alzarla e aprirla verso l'esterno.
Giovanni dietro di loro si era completamente disinteressato alle manovre che stava compiendo Antonio davanti. Aveva chiesto a Marta di illuminare con la torcia il secondo piano del castello e stava facendo delle riprese.
"Hai visto?" disse puntando la telecamera verso una delle finestre "le persiane sono tutte socchiuse".
Marta illuminò la prima finestra, facendo scorrere il fascio di luce sulla persiana "guarda" urlò senza volere.
Davanti a lei Laura, che era intenta a seguire le operazioni alla porta sussultò e si voltò di scatto "che succede?" chiese in uno stridulo.
"Ho visto un'ombra passare accanto alla finestra".
"Impossibile" disse Giovanni, le persiane sono socchiuse, come puoi aver visto passare qualcuno o qualcosa?".
Marta illuminò la finestra accanto a quella che aveva già illuminato e questa volta toccò a Giovanni vedere l'ombra passeggiare accanto alla finestra.
Il ragazzo alzò la telecamera, inquadrò la finestra e zummò al massimo per vedere i dettagli, ma dell'ombra che gli era sembrato di vedere in precedenza non vide traccia "mhmhmhm, eppure..." non terminò la frase perché Simona e Antonio indietreggiarono repentinamente dalla porta semiaperta.
"Hai sentito vero?" disse il ragazzo guardando Simona che aveva in mano la telecamera "sì, ho sentito eccome", poi guardando i ragazzi dietro di sé "forse sarebbe bene svignarcela".
"Ma come?" disse Laura delusa "siamo entrati e ora andiamo via? Non facciamoci prendere dal panico, le storie che si narrano sono solo favole per spaventare i curiosi, qui non accade nulla".
Antonio, fece un passo avanti ed entrò nella casa, allora anche gli altri, anche se un po' titubanti lo seguirono.
L'ambiente era angusto, dal soffitto molto basso, di tanto in tanto cadevano qualche goccia di acqua che risuonava stranamente per poi produrre un rumore sordo al contatto con il pavimento.
Laura inclinò la torcia e illuminò il pavimento, le mattonelle erano in cotto grigio, stranamente non presentavano nessuna straccia dell'acqua che continuava a cadere dal soffitto.
Lo fece notare a Marta che illuminando a sua volta il pavimento si fermò di botto "si, si, si, sta muovendo".
Giovanni, mettendosi fra le due ragazze, puntò la telecamera verso il pavimento "avete le traveggole, guardate il pavimento è una pozza unica e non si muove certamente" poi andando a pestarlo con un piede produsse il tipico rumore dell'entrata nella pozzanghera "sentito?"
Antonio e Simona che erano avanti di alcuni passi si girarono contemporaneamente "volete far silenzio?".
Quando il gruppo si ricompattò dal soffitto arrivarono dei piccoli tonfi a distanza regolare "sembrano dei passi" disse Marta illuminando tutt'intorno "e non ci sono porte" disse con tono preoccupato.
Laura illuminò a sua volta, la luce non trovò nessuna porta ma solo scaffali stracolmi di libri.
"Ci sarà un passaggio segreto" disse Simona come se fosse la cosa più normale in assoluto "andiamo" disse perentoria avanzando di un passo.
Appena posò il piede destro sulla mattonella, tutti avvertirono un ticchettio e subito dopo, nello stesso momento, il pavimento iniziò ad inclinarsi, Laura e Marta pensarono di inginocchiarsi per cercare di restare in equilibrio, ma Giovanni, dietro di loro, ruzzolò sul pavimento travolgendole.
Davanti, Antonio fece qualche passo verso la scaffalatura con l'intento di sorreggersi ma perdendo di vista la linea visiva del pavimento cadde all'interno di una botola che si era creata poco prima.
L'unica a restare in piedi fu Simona che riuscì miracolosamente a reggersi.
Gli altri uno alla volta finirono nella voraggine che si era aperta al centro della stanza.
"State bene?" disse Simona appoggiando la telecamera e prendendo lo zaino per cercare la sua torcia.
Dal fondo della botola si udirono solo dei mugugni.
Simona, presa la torcia, l'accese e carponi si avvicinò all'orlo del precipizio, la luce illuminò i quattro corpi, erano sdraiati in posizioni strane, si muovevano ma molto lentamente.
"State bene?" ripeté nuovamente e come prima dal fondo del buco arrivarono solo dei mugugni, poi avvertì un alito di aria gelida provenire dalle sue spalle, fece per voltarsi ma qualcosa la colpì in testa e poi si sentì cadere...

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