domenica 30 agosto 2015

La fuga del necromante

La costruzione sembrava affondata nel terreno, dalla strada si vedeva a mala pena il tetto che non versava in buone condizioni. Tutti gli indizi portavano in quel posto. Il necromante, dopo aver affrontato Khellendrox in campo aperto e aver sfoderato tutte le sue doti, vedendosi sconfitto, si era dileguato. Shin, che aveva contribuito a sconfiggere il potente mago, quando il nano l'aveva guardato con sguardo interrogativo, aveva alzato il braccio destro e puntando l'indice aveva indicato un luogo oltre la piccola collina che limitava loro la vista. Il sentiero, una volta aver scollinato, era diventato meno visibile, la vegetazione sembrava aver mangiato letteralmente il tracciato crescendo folta e intricata. Alartes e Alak spade in mano si fecero largo tra la vegetazione e finalmente arrivarono a vedere il tetto della costruzione.
"Ecco il suo covo" si limitò a dire l'elfo che senza attendere oltre si era inginocchiato e prendendo una manciata di sabbia l'aveva fatta cadere lentamente osservandone la traiettoria. "Lui è ancora dentro".
"Voi resterete fuori" disse guardando Alak e Alartes "tu, sorveglierai l'esterno" guardando il mago "io entrerò".
Nessuno mosse obiezioni e il nano scese verso l'ingresso della malandata struttura.
La porta era solo socchiusa. Il nano, prima di aprire la porta tentò di ascoltare i rumori che provenivano dall'interno. Percepì un brusio, quindi, pensando che il necromante stesse facendo un'incantesimo per rinforzarsi o per fuggire, spinse la porta con violenza verso l'interno e fece il suo ingresso con figa nella stanza.
L'ambiente era parzialmente illuminati, quando entrò vide solo per un attimo la figura alta e slanciata del mago, che svanì all'interno di uno specchio che stava sulla parete opposta.
Alcuni seggiolini di diverse misure erano sparpagliati ovunque, ma l'oggetto che attirò l'attenzione del chierico fu lo specchio e il tavolino sul quale era appoggiato.
Iniziò a recitare una breve preghiera di protezione e poi, una volta finita la prece si avvicinò per osservare meglio il manufatto. Il tavolino era in legno chiaro e sotto di questo c'erano diversi teschi umani. Lo specchio emanava una luce rossastra e quando Khellendrox cercò di capire quale fosse l'immagine riflessa, lo specchio si spense e tornò riflesso sulla sua superficie comparve il viso del nano. Sopra lo specchio, seduto, apparentemente pensieroso, stava la riproduzione argentea di un demone, probabilmente colui che aveva permesso la fuga al necromante.
Khellendrox si guardò attorno, il resto della stanza era deserta. Non potendo più far nulla per riportare l'uomo fuori dallo specchio uscì dalla stanza. Fuori, Shin, Alak e Alartes erano rimasti immobili come li aveva lasciati.
"Visto qualcosa?" chiese speranzoso.
"Nulla" disse il mago e gli altri si limitarono ad assentire con il capo.
"Allora possiamo andare. E' fuggito ma penso di sapere dove lo potremo ritrovare" disse il nano ripensando al demone che sovrastava lo specchio e poi sottovoce "se il demone è il padrone dello specchio, il necromante non può che essere a casa del demone" e quindi sul suo viso comparve una smorfia.  (
Foto di Skullz Domination)

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