giovedì 27 agosto 2015

Il progetto rubato - Terza parte


Una volta usciti dal capannone del mercato nero, decisero di cercare un locale dove poter ascoltare la voce della strada. Pierangelo Bonomelli, guardò di sfuggita una piccola agendina e il suo volto si illuminò.
"Possiamo andare nella zona ex-Salamini, lì ci sono diversi locali dove gli uomini che contano si ritrovano per chiacchierare di cose più o meno amene".
Gli altri non fecero obbiezioni. Pierangelo Bonomelli, salì sulla sua Bmw nuova fiammante, insieme a Giancarlo Ugolotti e Massimiliano Latorre, guidò lentamente fino alla prima periferia. Basse abitazioni presero il posto dei palazzoni, alcune di queste sembravano disabitate da tempo, altre, a giudicare dai giardini ben curati, erano abitati da gente di un certo livello.
Proseguendo sulla via principale, i tre occupanti notarono la comparsa di capannoncini che costeggiavano la strada, poi l'insegna di alcuni esercizi commerciali e infine riconobbero l'ingresso dell'area tristemente famosa per la presenza di gente malfamata.
Sonia Deville preferì prendere la moto e così facendo arrivò appena un po' prima dei tre.
All'ingresso riconobbero alcune prostitute che, annoiate, stavano osservando i pochi automobilisti che passavano sulla via Emilia. Cercarono di attrarre l'attenzione di Pierangelo, ma egli, svoltò entrando nell'area industriale.
Cercando un parcheggio vide quattro uomini vestiti malamente riscaldarsi vicino ad un bidone metallico dentro il quale avevano acceso un fuoco.
Dalla parte opposta due poliziotti stavano discutendo animatamente con una donna di mezza età dai tratti orientali.
Una volta parcheggiata la Bmw, i tre scesero e raggiunsero Sonia "Eccoci" disse Massimiliano.
Pierangelo, dopo un cenno di saluto si avvicinò ai poliziotti facendo finta di nulla tentò di ascoltare la loro conversazione. Il tono era sommesso e così riuscì a captare solo alcuni tratti del discorso. Sembrava che la donna avesse infranto una qualche legge e i due tutori la stavano sgridando.
Pierangelo si disinteressò di loro e passò in rassegna i quattro barboni, si avvicinò e offrendo loro un eurodollaro a testa, gli chiese se potevano dare un'occhiata alla sua macchina. Uno dei quattro, vedendo la moneta luccicante assicurò l'uomo d'affari che la sua auto non avrebbe subito neppure un graffio.
Allora, il Bonomelli, si accostò ancora di più al portavoce dei quattro e allungando un'altra moneta gli disse con voce sommessa.
"Dovreste manomettere la gomma di quella moto".
Il barbone guardò la moto, poi scosse la testa "consideratelo fatto".
Massimiliano e Giancarlo si avvicinarono a Pierangelo che nel frattempo si stava allontanando dai quattro uomini.
"Andiamo" disse guardando poi un'auto che stava entrando nell'area, sulla quale riconobbe un suo collega scommettitore in borsa.
Sonia guardò i barboni probabilmente intuendo qualcosa, poi, vedendo i tre uomini avanzare verso l'interno dell'area ex-Salamini li raggiunse "andiamo a divertirci?".
"Ci possiamo provare" disse ridacchiando Giancarlo.
La prima traversa che incontrarono era piuttosto buia, intravidero tre donne che stavano danzando al ritmo di musica probabilmente ascoltata attraverso delle cuffiette. Poco più avanti, due uomini erano molto vicini tra loro e stavano parlottando sommessamente. Il chirurgo si fermò a guardare le tre donne e rimase incantato dalle loro movenze e dai loro corpi sinuosi che si muovevano mostrando praticamente tutte le loro grazie.
Gli altri tre sorpassarono i due uomini senza dar loro troppa importanza, si trattava sicuramente di due spacciatori intenti a scambiarsi roba.
Raggiunsero il locale, l'insegna era illuminata e recava la scritta "Pool". La porta si aprì di scatto ed uscirono due uomini e due donne.
Erano ben vestiti e sorseggiavano dei cocktail. Uno degli uomini mostrava senza problemi sotto la giacca firmata una rivoltella di grosso calibro, l'altro, un giapponese, aveva il fodero di una catana che gli pendeva dal fianco destro.
Le due ragazze, ben vestite, portavano gioielli di un certo valore, guardarono i tre che stavano per arrivare e quando l'uomo con la pistola parlò, fecero alcuni passi indietro e rientrarono nel locale.
"Come mai da queste parti?".
Massimiliano Latorre staccò gli occhi dalle donne e guardandosi attorno notò i tre amici chiacchierare con i due uomini e così decise di raggiungerli.
"Volevamo divertirci un po'" rispose Pierangelo.
L'uomo armato di catana, posò lo sguardo su Sonia poi riconobbe il chirurgo al quale aveva venduto una delle sue preziose spade.
"Le ragazze ci stanno aspettando, rientriamo".
I due uomini diedero un'ultima occhiata ai quattro e poi silenziosi voltarono loro le spalle e rientrarono nel locale.
"Simpatici" si limitò a dire Giancarlo
"Ma l'avete riconosciuto?" chiese Massimiliano
"Certo, certo, ma ora entriamo".
Il locale, malgrado fosse ancora presto, era piuttosto affollato. Quattro ragazzotti giocavano a bigliardo, due si muovevano forsennatamente su delle pedane che si illuminavano ritmicamente, sulla loro testa spiccava un caschetto per la realtà virtuale.
Un unico tavolo era occupato da otto persone quattro dei quali erano quelli che avevano visto in precedenza.
Al bancone un uomo stava sorseggiando una birra e al suo fianco una donna dall'età indefinibile teneva in mano un bicchiere contenente del liquido bluastro, al suo fianco, appoggiato al bancone teneva un fucile della seconda guerra mondiale che sembrava ancora funzionante.
I quattro si accostarono al bancone. Pierangelo chiese un whisky e il barista vedendolo interessato a spendere un po' di soldi si offerse di fargli assaggiare un whisky riserva invecchiato 50 anni. L'uomo d'affari, malgrado il prezzo piuttosto alto accettò e ne ordinò due bicchieri.
Giancarlo si accontentò di una vodka mentre Massimiliano e Sonia non ordinarono nulla.
Gli uomini al tavolo stavano parlando del più e del meno, poi il loro discorso cambiò improvvisamente.
"Alla Chiesi, un vero incubo, ci sono stati dei morti, e non parlo di morti sul lavoro, ma morti di attentato terroristico".
"Sì, sì, sentito, ma sentite questa, ho trovato un drone, Vicino alla massicciata della vecchia ferrovia, nuovo, con i numeri di serie cancellati, devo provarlo ma se dovesse funzionare, come credo, ci farò delle riprese stupende".
A quelle parole Massimiliano, Pierangelo, Sonia e Giancarlo si inorecchiarono ma con l'ingresso della segretaria di Chiesi il tavolo si azzittì.
La ragazza si avvicinò al bancone e salutò i quattro messi a libro paga dal proprio padrone, poi rivolgendosi a Raffaele di Costanzo gli disse "ti interessa un lavoretto facile facile?".
L'uomo la guardò con aria interrogativa.
"Cinquemila saranno tutti tuoi".
A quelle parole il suo sguardo si illuminò "ma certo".
"Allora parla con loro" poi parlando con gli altri "ci vediamo domani alle undici, puntuali" e senza aggiungere altro andò verso il tavolo occupato e si sedette accanto alle due donne parlando con loro.
Seguirono le presentazioni e poi, sedendosi ad un tavolo si fecero portare da mangiare, nel mentre spiegarono per sommi capi quale fosse la missione affidatagli dal magnate della ditta medica.
Una volta terminato la cena, pagarono il conto e uscirono.
Una volta fuori dal locale, Pierangelo camminando al fianco di Raffaele gli disse "vedi quei quattro? Uno di loro ha fatto un danno alla moto di Sonia, vediamo se hai fegato".
Pierangelo alzò un braccio e uno dei barboni rispose al cenno "è lui".
Raffaele senza pensarci su due volte, raggiunse i quattro assiepati attorno al bidone dal quale continuava ad uscir del fuoco "cosa hai fatto? Come ti sei permesso" prendendolo per la collottola e minacciandolo. L'uomo non tentò neppure di difendersi, venne trascinato di peso dietro un vicolo e qui, al buio, Raffaele prendendo il coltello lo freddò colpendolo ripetutamente all'addome e lasciandolo poi esanime nel vicolo.
"Tutto fatto" disse affiancandosi al Bonomelli che sorrise.
Una pattuglia della polizia transitò in quel momento, entrando nel vicolo.
"Sarà bene andare".
Tutti salirono sui loro mezzi e raggiunsero le loro abitazioni.
Giancarlo mise la scheda dentro il lettore per cercare di estorcerne il contenuto. Sapeva che ci sarebbe voluta tutta la notte e così andò a dormire fiducioso.
Al mattino controllò che il decifratore avesse fatto il suo dovere e poi, salendo sulla moto andò all'appuntamento in borgo delle Colonne.
Sonia arrivò puntuale e così anche Massimiliano. L'unico che ebbe un piccolo inconveniente fu Pierangelo, la sua Bmw non ne volle sapere di mettersi in moto anche dopo aver rabboccato il serbatoio con una tanica di carburante. Quindi dovette accontentarsi di prendere un mezzo pubblico, arrivando comunque in orario all'appuntamento.
La segretaria, come al solito gli accolse con un sorriso, poi li indirizzò nello studio del dottor Chiesi che li stava aspettando.
Il dirigente volle sapere le novità, poi offrì loro un anticipo sul compenso visto il lavoro svolto egregiamente, quindi lì esortò ad agire, i tempi potevano essere piuttosto risicati.
Quando uscirono dalla sede della Chiesi andarono a casa di Pierangelo.
Giancarlo fece vedere cosa aveva trovato nel badge dell'uomo ucciso da Sonia.
"Abbiamo modo di replicarlo, quindi avremo accesso agli uffici della Cyberclick, ma prima dobbiamo tornare dal tragattino, devo comprare una stampante per fare le vostre tessere d'ingresso".
Massimiliano disse che avrebbe cercato il modo per camuffarsi e così anche gli altri.
Una volta tornati in via Giolitti, entrarono nel capannone che stranamente era poco affollato. Giancarlo intavolò una trattativa con un ragazzotto che stava dietro al bancone della tecnologia e riuscì a spuntare un prezzo decente sulla stampante e su 25 tessere vergini.
Sonia comprò una pistola fatta di un polimero non rintracciabile dal metal detector. Pierangelo trovò il modo per risolvere il problema dell'auto e la concessionaria che era andata a ritirarla qualche ora prima gli diede buone nuove e l'assicurò che avrebbero portato la Bmw funzionante vicino al magazzino.
Massimiliano, comprata una utilitaria salutò gli altri e si diresse fuori città per farsi fare una maschera.
Raffaele e Sonia decisero di comprare dei semplici camuffamenti.
Giancarlo salutò tutti e andò a casa a preparare i badge, Sonia e Raffaele si diressero verso il centro per studiare l'esterno della sede della Cyberclick.
I cinque si ritrovarono in borgo Paglia e Giancarlo diede loro la tesserina magnetica personalizzata poi passò sotto l'arco e qui una voce robotica lo fermò "Pass prego".
L'informatico alzò la mano destra tenendo in mostra il proprio badge, poi proseguì sorpassando un pozzo finto che stava in mezzo al cortile interno della villa, qui venne fermato da un robot cingolato, ancora una volta mostrò la tesserina e il robot lo fece passare.
Una volta dentro lo stabile, una ragazza l'accolse sorridendo "desidera?".
"Sono il tecnico, dovrei vedere il server" disse brevemente Giancarlo.
La donna indicò delle scale che scendevano e l'uomo dopo un cenno iniziò a scendere "avete bisogno che chiami il nostro tecnico" disse la ragazza.
"No, no, non occorre" rispose Giancarlo continuando a scendere.
Dopo aver sceso i gradini si ritrovò davanti una porta e con suo rammarico il badge non gli consentì di aprire quella porta, quindi a malincuore dovette chiedere aiuto.
Il tecnico arrivò poco dopo e gli aprì la porta, poi lo lasciò lavorare.
Giancarlo si concentrò sui bilanci e trovò senza fatica un fondo nero che mostrava le cifre incriminate.
Gli altri, nel frattempo, decisero di entrare...



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