mercoledì 16 settembre 2015

Recensione Self Less

Tarsem Singh scrive e dirige un film che parte con le migliori intenzioni e si perde esattamente dopo 15 minuti. Chi non vorrebbe l'immortalità? Già dalle prime battute del film si capisce immediatamente che non è l'immortalità che avevamo visto in Highlander e neppure in quella di Cocoon. Qui si tratta di spostare il cervello di un uomo gravemente malato e metterlo in un corpo giovane e aitante. In effetti l'idea è ottima e la filosofia/deontologia che ci sta sotto è decisamente affascinante, peccato che il regista/sceneggiatore non si prende la briga di esaminare questi aspetti, anzi, al contrario, una volta sbrigate le formalità del "trapianto" da un corpo all'altro, trasforma il film in un semplicissimo film d'azione.
Se alla fine del primo tempo il film si era già stabilizzato su rotaie soporifere, il secondo tempo non mostra alcun scossone, anzi diventa banale e inconsistente fino ad arrivare ad un finale scontato e del tutto ovvio.
Non resta che aggiungere alcune note positive. La colonna sonora di tanto in tanto accompagna il film nel migliore dei modi e i le fiamme utilizzate senza badare a spese cuociono il tutto a puntino. Voto 4

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