venerdì 4 dicembre 2015

Cyberpunk - La droga cinese - Nona parte -

Passata la notte, il gruppo si sveglia ancora un po' provato dalla sera precedente. Mentre il Netrunner non perde tempo e si mette alla console a programmare, Pierangelo telefona a Tremori per avere notizie della gara e di altri affari che restano in sospeso. Antonio, rientrato a notte fonda, se ne sta in disparte ascoltando Sonia e Pierangelo che tentano di programmare la giornata.

Tremori risponde immediatamente alla chiamata e dopo alcune frasi di circostanza, sembra distaccarsi, risponde a monosillabe alle domande di Pierangelo e alla fine sbotta "hai visto il notiziario?"
Pierangelo a quella domanda resta interdetto e dopo aver negato, chiede a Giancarlo di controllare su internet per avere le ultime notizie.
Gli articoli riguardanti Parma, raccontano dovizionamente le fasi salienti della gara, i fatti avvenuti e le persone intervenute, poi, spulciando una serie di foto a corredo dell'articolo i quattro scoprono loro malgrado, di avere una taglia sulla loro testa. Sonia, viene indicata dalla polizia come pericolosa, armata e fuori controllo. Nella foto viene ritratta in armatura pesante con un fucile spianato e puntato ora verso i cinesi, ora verso i russi. La cifra indicata per avere la testa della donna si aggira intorno ai 20.000 eurodollari. Stessa cifra pende anche sulla testa di Antonio, egli viene inquadrato più volte dalle telecamere seduto sul prato in mezzo alla folla, che "gioca" con il suo fucile di precisione, egli viene definito pericoloso e affibbiato ad un'organizzazione terroristica che vorrebbe sovvertire il governo già poco stabile di Parma.
Pierangelo viene solo citato come intrallazzatore, su di lui la polizia ha già emesso un mandato di cattura e le accuse vanno da sfruttamento della prostituzione, agiotaggio, calunia, spaccio e altri reati. Il quarto del gruppo, il Netrunner viene trattato in maniera diversa, la polizia non ha rilasciato nessuna dichiarazione a proposito di reati o di taglie che potessero pendere sulla sua testa, piuttosto scrive di aver avuto una richiesta di comparizione da parte di un gruppo di russi che sarebbe intenzionato a farlo espatriare e portarlo con loro.
Una volta lette tutte quelle informazioni il gruppo decide che è ora di sparire per un po'. Antonio, un po' riluttante, cerca di convincere Pierangelo che prima di sparire bisognerebbe portare a termine la faccenda con i cinesi.
"Ora che sappiamo dove sono i camion e chi è a capo delle operazioni potremmo fermare tutto".
"Sì, ma come?" chiede Sonia.
"Visto che la sorveglianza è tanta e diventa difficile portar via la droga, potremmo farla esplodere".
A quelle parole Pierangelo sussulta "per perderci un bel capitale?!"
"A mali estremi, estremi rimedi" dice a denti stretti Giancarlo da dietro il video.
I quattro parlano ancora un po' cercando una soluzione che possa soddisfare un po' tutti, vengono interrotti dallo squillare di uno dei telefoni.
Si tratta di Massimo, il chirurgo "ragazzi ho letto la Gazza, siete in pericolo e ho pensato potessi venirvi a dare una mano".
"Ah, finalmente! Sono giorni che non ti fai vivo".
"Sono stato molto impegnato in ospedale e ancora sono inchiodato qui, ma posso mandarvi due esperte, loro vi cambieranno i connotati e anche ad un prezzo modesto".
A quelle partole il viso di Pierangelo si illumina "stai parlando di plastica facciale o roba simile?".
"Esattamente, l'intervento verrà caricato sulla vostra tessera sanitaria, voi dovrete solo pagare un piccolo extra. Vi manderò due ragazze nel pomeriggio, faranno il lavoretto pulito pulito e poi si dilegueranno e a voi non resterà che confondervi con la folla".
"Ok, allora aspettiamo".
Giancarlo, terminato il programma e soddisfatto del lavoro si mette a cercare sulla rete e trova un tizio, un collega, che potrebbe fare il caso loro per poter rifare i documenti. Dopo alcuni minuti e una ricerca più approfondita riesce a trovare un contatto telefonico e una mail con la quale riesce a contattarlo.
L'uomo risponde quasi immediatamente, il lavoro è fattibile e sarà pronto il giorno dopo, a lui mancano solo le foto e il pagamento che dovrà essere fatto tramite una cassetta di sicurezza in una banca del centro.

Nel primo pomeriggio, mentre i quattro aspettano con impazienza le chirurghe per il cambio di identità, in strada avviene una terribile disgrazia. Un uomo di mezza età, viene investito e l'auto, dopo aver sgommato sul poveretto si dilegua in una via laterale. Immediatamente si formano capannelli di gente attorno al cadavere. Poco dopo arriva un'auto della polizia che si ferma vicino al cadavere, la gente assiepata si disperde e la strada torna tranquilla.
In lontananza le sirene di autoambulanza avvertono i quattro dell'arrivo delle chirurghe.
Queste appena svoltato nella via si fermano e scendendo vanno a chiedere ai poliziotti se hanno bisogno.
"No, nulla, lo portiamo noi per i rilievi del caso" risponde uno degli agenti e, dopo essersi fatto aiutare a caricare il cadavere in macchina ripartono.
Le due donne prendono dall'ambulanza una barella sualla quale è coperta da un telo una massa informe, suonano il campanello e Pierangelo, già appostato scende per far loro strada.
L'operazione estetica dura poco, Antonio ha deciso di non operare cambiamenti, si è solamente cammuffato e pare che il travestimento sia venuto molto bene, Giancarlo è il primo a sottoporsi all'operazione, poi è la volta di Pierangelo e in fine tocca a Sonia.
I tre, dopo essersi guardati allo specchio risultano molto soddisfatti del risultato. Le chirurghe, dopo aver riscosso il surplus e aver fatto firmare i documenti ripartono verso l'ospedale.
I quattro soddisfatti iniziano a farsi le foto per i documenti e in quel frangente Antonio si accorge di una scatola in metallo blu che giace su una scansia.
"Prima non c'era vero?" chiede guardando gli altri tre che curiosi osservano la scatola metallica.
"Penso proprio di no" risponde Giancarlo che osserva da vicino la scatola e appena la tocca scompare alla vista degli altri tre.
Lui, si ritrova in uno spazio virtuale, i suoi occhi non vedono più la stanza, bensì un reticolato verde completamente sgombro, immediatamente attiva i programmi di difesa, poi, prova a programmare qualcosa e sul reticolato compaiono alcune icone, segno che il netrunner in quello spazio ha la possibilità di mutarlo a suo piacimento.
Si guarda attorno cerca un ingresso e una uscita ma non li trova, poi, sente una voce.
"Io sono il padrone, benvenuto nel mio regno".
Giancarlo si guarda attorno, non vede nulla e nessuno.
"Puoi farmi una domanda" esclama nuovamente quella voce baritonale con un accenno di eco.
Giancarlo ci pensa appena, diverse sono le domande che si affollano alla sua mente, ma poi, una prevale sulle altre "riuscirò mai a ritrovare la memoria?".
"Io farò in modo che tu possa ritrovarla" dice nuovamente la voce incorporea "ma ora vai, il tuo tempo è scaduto".
Nel frattempo Pierangelo e Sonia osservano a loro volta la scatola metallica, ora, dopo la scomparsa del netrunner sono più guardinghi, restano a debita distanza.
Ad un tratto Pierangelo scorge un foro, si guarda attorno e trova un oggetto appuntito con il quale entrare in quel foro, a bloccarlo prima che possa fare dei danni a sé stesso o alla scatola, Sonia gli ferma il braccio "non farlo, potrebbe essere molto pericoloso, non hai visto che fine ha fatto Giancarlo?".
"In effetti..." Pierangelo sembra combattuto "Antonio, vieni un po' a vedere sta cosa?".
Antonio, che si era defilato in cucina, torna in sala e osserva la scatola, poi, senza pensarci la tocca e come già aveva fatto in precedenza Giancarlo scompare dalla sala.
Si ritrova in una stanza molto grande, completamente spoglia, mattonelle bianche e nere compongono un pavimento che assomiglia ad un reticolato, in fondo alla stanza un anziano, siede su un trono e gli fa cenno di avanzare.
"Benvenuto nel mio regno" dice con voce ferma.
"Dove sono?" chiede a voce bassa Antonio
"Questo non ha importanza, tu ora hai la possibilità di farmi una domanda".
"Qualunque?"
"Certamente" risponde l'anziano sorridendo.
"E' ancora vivo il mio originale?".
"Certamente e presto lo incontrerai".
Antonio pare un po' confuso, si guarda attorno, attende che accada qualcosa che però non accade, poi come è venuto, ricompare in sala.
Giancarlo deve essere tornato appena prima di lui, sta cercando di spiegare cosa gli è successo ma sia Piergiorgio che Sonia sono poco inclini a credergli.
A distoglierli dalle chiacchiere e congetture sulla scatola ci pensano alcuni spari giunti dall'esterno.
Antonio si affaccia alla finestra per controllare e poco dopo avverte altri due spari, il primo si perde non lontano dalla parete ad est del palazzo, il secondo raggiunge il muro vicino alla finestra dalla quale sia Antonio che Sonia stanno guardando fuori.
Non riescono a capire da dove arrivino i colpi. Giancarlo controlla le telecamere di sorveglianza della zona e i satelliti, ed è qui che scopre che durante l'incidente avvenuto qualche ora prima, dalla macchina investitrice è sceso ruzzolando un uomo alto vestito con un soprabito lungo che poi si è diretto verso il palazzo da dove ora provengono gli spari.
Sonia nel frattempo individua il cecchino, è sul tetto. Prende la sua attrezzatura e mentre si prepara per rispondere al fuoco del nemico viene colpita.
La sua gamba sinistra viene centrata da un calibro piuttosto grosso, lei, ha la prontezza di riflessi di rispondere al fuoco prima di accasciarsi.
Dal tetto un uomo ruzzola sul selciato. Giancarlo si avvicina a Sonia e le presta le prime cure, seguite dalle cure di Antonio.
"Così dovrebbe bastare, ora chiamo i soccorsi".
Viene nuovamente interpellato Massimiliano che acconsente a far arrivare un'ambulanza per portare in ospedale Sonia.
Antonio, nel frattempo scende e una volta attraversato il cortile si dirige verso la casa di fronte. Il morto è malconcio, il colpo di Sonia lo ha privato di una buona fetta del torace e la caduta dal tetto ha fatto il resto.
Suonando ai campanelli riesce a farsi aprire, sale le scale e raggiunge il tetto dove trova due bossoli di calibro 10 molto pesanti.
Quando ridiscende l'ambulanza ha portato via Sonia e Pierangelo ha già chiamato un amico immobiliere per cercare una nuova abitazione.
"Via Parigi, una casa cantoniera" risponde dall'altra parte dell'apparecchio un uomo sulla sessantina oramai in pensione "è stata sfollata stamattina, le finestre sono murate ma la porta è ancora agibile, dovrete manometterla per entrare".
Pierangelo ringrazia e i tre si dirigono verso la nuova base.
In effetti la casa è fatiscente, forse l'incuria, o le diverse occupazioni subite nel tempo, hanno rovinato la facciata una volta dipinta di un rosso mattone, il numero che la contraddistingueva non si legge più e le finestre, murate all'esterno, le danno una fisionomia molto tetra.
Giancarlo riesce a scassinare la serratura e così i tre entrano.
Dormiranno su materassi di fortuna, senza luce, acqua e gas "resteremo solo stanotte, domattina avremo i documenti e potremo cercare un'abitazione decente" dice il netrunner una volta messosi d'accordo con il suo contatto.
Sonia, una volta sdraiata nella camera tenta di riposare tenendo un occhio aperto e uno chiuso, le infermiere si susseguono per vedere le sue condizioni, solo verso la mezzanotte cede al sonno che sarà inquieto.
La mattina seguente viene svegliata da Massimiliano che le guarda la ferita "ti è andata molto bene, i punti si stanno rimarginando e potrai uscire domani".
La donna, ancora molto stanca socchiude gli occhi e sospira.
Dall'altro capo della città, i tre si recano in piazza Garibaldi, la piazza brulica di forze dell'ordine che comunque non li degnano di uno sguardo. Giancarlo entra in banca e dopo aver concluso le operazioni con la cassetta di sicurezza esce trionfante "abbiamo i documenti".
Antonio, ha addocchiato un tipo strano appoggiato al basamento dove un tempo si ergeva Garibaldi, gli ricorda qualcuno, lo indica a Pierangelo che lo riconosce "sembra stia aspettando qualcuno".
Entrano in un bar e chiedono tre caffè, intanto lo smilzo con la testa dalla strana forma viene raggiunto da un nano vestito praticamente nello stesso modo, i due confabulano per qualche minuto, poi si separano. Antonio vorrebbe seguire l'alieno ma Giancarlo e Pierangelo non sono dello stesso avviso, restano ancora qualche minuto al bar, poi, quando il nano fa il suo ingresso nel gazzebo, loro escono.

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