La regina delle amazzoni, dopo le voci giunte da alcuni messi inviati dai regni confinanti, aveva fatto raddoppiare la guardia. Quella notte le guerriere al portone erano due, scrutavano la strada
silenziose, Arinna sentì un lieve rumore giungere dalla sua sinistra,
fece un cenno a Trezia, sguainando le spalde e sistemando gli scudi si
prepararono all'evenienza che ci fosse un nemico nascosto nell'ombra.Arinna avanzò e venne investita da un liquido viscoso che la immobilizzò.
Trezia si spostò appena in tempo e riuscì a schivare quel liquido letale "chi è là" urlò.
Nessuna risposta giunse dall'ombra, poi sentì nuovamente un rumore e
questa volta, sbucò una figura vestita di bianco, strascicava i piedi ed
era lento nei suoi movimenti.
"Chi sei?" chiese nuovamente la guerriera avanzando di un passo verso lo straniero.
Ancora una volta non giunse nessuna risposta, l'uomo continuava ad
avanzare imperterrito incurante della spada che Trezia puntava verso di
lui.
L'amazzone con il favore della luce delle torce che erano appese al muro riuscì a vedere i lineamenti sgraziati dell'intruso.
La regina, il mattino, durante la riunione con le guardie scelte, aveva
parlato di una minaccia particolare "potrebbero arrivare dei nonmorti
da ovest, non aspettatevi figure spettrali ma uomini e donne, vestiti di
stracci, avranno occhi segnati dalla stanchezza e espressioni
sgraziate, sono femelici, si nutrono di carne viva".
L'uomo,
raggiunta la guerriera, si sporse verso di lei tentando di morderla,
Trezia fu veloce, portando lo scudo tondo davanti a sé evitò che la
bocca raggiunse il suo braccio.
Lo zombi si mosse lentamente lateralmente per tentare un nuovo affondo e l'amazzone puntando la spada trafisse il suo costato.
La ferita stranamente non sanguinò neppure e l'uomo, che secondo i
calcoli di Trizia sarebbe dovuto morire, fece un passo indietro e poi
guardò la donna digrignando i denti.
Trezia, allora con un balzo gli
fu nuovamente vicino, questa volta, imprimendo molta più forza colpì il
nemico al braccio destro.
L'arto si staccò del resto del corpo
cadendo a terra, si mosse in un ultimo spasmo e poi scomparve divenendo
un tutt'uno con il terreno.
Lo zombi, come se nulla gli fosse
accaduto, avanzò nuovamente, protese il braccio sinistro, Trezia, più
veloce riuscì ad evitare che la mano si chiudesse sul suo braccio, al
contrario abbassandosi, lo zombi finì per stringere la lama della spada.
La guerriera, usando lo scudo tentò di spingere il corpo morto del
nemico che però risultò pesante e irremovibile, allora, agitò la spada e
la lama chisua nella morsa della mancina dello zombi si lacerò.
Trezia a quel punto alzò la spada libera da ogni impedimento e tagliò di
netto la testa del nemico che dopo un leggero tonfo rotolò sul terreno.
Lo zombi mosse ancora un passo verso di lei, poi cadde a terra polverizzandosi.
Trezia, tirando un sospiro di sollievo siguardò attorno e ascoltò i
rumori della notte, poi non avvertendo la presenza di nessuno, si
avvicinò al corpo di Arinna, sembrava pietrificato. Prese la propria
borraccia e versò l'acqua sulla compagna sperando di liberarla da quel
guscio gelatinoso.
Dovette svuotare tutto il contenuto prima di ottenere qualcosa. Arinna, sorrise, poi cadde a terra svenuta.
"Presto serve un portantino" urlò la ragazza.
Non giunse nessuna risposta, allora tornò a chiamare aiuto "Serve un
medico!" urlando ancora più forte e finalmente, il portone alle sue
spalle si aprì e uscirono tre donne, le prime due portavano una barella,
la terza era armata e vestita come Trezia.
"Eccoci" dissero caricando Arinna e tornando all'interno delle mura.
"Io sostituisco Arinna" disse la nuova arrivata, poi si guardò attorno "dov'è il corpo del nemico che hai ucciso?".
"Questi nemici, appena vengono sconfitti scompaiono, attenta perché sono silenziosi, lenti e mordono".
Fortunatamente durante la notte non ci furono altri attacchi e le
amazzoni poterono così prepararsi al meglio per i successivi attacchi
che avvennero nelle notti successive. (Foto di Marco Elli)
Nessun commento:
Posta un commento
Cosa ne pensate?