sabato 21 maggio 2016

Il vampiro...


La stanza era illuminata solo dalle piccole luci scaturite da tre candele, la ragazza vestita di nero, aspettava nel buio sdraiata sul tavolo, lo sguardo rivolto alla porta, bramava l'arrivo di lui che sarebbe arrivato di lì a poco.

La superficie liscia del tavolo in noce, al contatto con la pelle delle sue gambe affusolate, le infondeva una piacevole sensazione che saliva alla colonna vertebrale fino alla base del collo.
Per ingannare l'attesa, come una bimba impaziente di scartare il regalo tanto atteso, iniziò a giocherellare con la fiammella della candela centrale, da prima ci passò velocemente un dito in mezzo, assaporandone il calore, poi, prese la candela e lasciò che piccole gocce di cera disciolta cadessero sul palmo della mano aperta, la sensazione di intimista mistero, si acquì maggiormente. Nella sua mente comparve improvvisamente una viso, da prima i suoi contorni non furono ben definiti poi, i tratti le furono chiari anche nei minimi particolari.
Un uomo di età indefinibile, che la guardava con occhi bramosi.
Veloce, ma stando attenta che la cera non cadesse sul tavolo, rimise a posto la candela. Le mani ebbero un fremito e il piccoli peli delle braccia si rizzarono come se fossero stati bersaglio di una leggera brezza autunnale.
Sentì dei passi leggeri, un frusciare di tela sul pavimento e poi lo vide.
"Sei dunque tu, spendida creatura la mia compagnia serale?" chiese sottovoce.
A quelle parole Ophelia alzò lo sguardo e incrociò lo sguardo di lui, nero e profondo ci si perse. Non disse nulla, restando immobile soffiò sulle candele e la stanza piombò nella completa oscurità. (Foto di Davide Eddy Ederle)

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