La
ragazza era stata rinchiusa nella torre la sera precedente con l'accusa
di aver attentato la vita della regina. Si era intrufolata nel castello
nel bel mezzo del temporale, era stato molto semplice, arrivata al
cancello principale, aveva detto alle guardie che doveva vedere sua
sorella, la regina, e il soldato all'udire quelle parole, non aveva
chiesto altro, infreddolita e fradicia di pioggia l'aveva lasciata passare come se davvero la conoscesse.
La ragazza, una volta entrata nel cortile interno, si era guardata
attorno, e agitando una mano aveva fatto si che le guardie
distogliessero da lei lo sguardo, e così, indisturbata, aveva percorso i
gradini entrando nelle stanze private della sorellastra. Il suo piano
era andato a monte quando, incrociando un soldato, non aveva saputo
rispondere prontamente alla sua domanda.
L'uomo in arme aveva già
visto quel viso, ne era certo, quindi l'aveva gentilmente accompagnato
dalla regina, la quale riconoscendo la strega, l'aveva fatta rinchiudere
nella torre.
Il mattino seguente, fu la regina stessa ad andare a
trovare la prigioniera, non con l'intento di interrogarla ma soltanto
per metterla al corrente di quale sarebbe stata la sua fine.
I due
soldati, messi di guardia alla prigione, vedendo arrivare la regina, la
salutarono con deferenza, e al suo comando uno dei due prese le chiavi e
aprì la pesante porta.
"Pensate debba venire dentro anche uno di noi?" chiese titubante.
"Assolutamente non ce ne sarà bisogno" rispose la regina risoluta
varcando la soglia della prigione e richiudendo la porta alle sue
spalle.
La strega era rannicchiata in un angolo, non aveva toccato cibo e aveva lo sguardo perso verso l'unica finestra.
"Carissima, sono felice che tu sia venuta a trovarmi" attaccò la regina
avvicinandosi alla ragazza "cosa pensavi di fare? Forse avevi
intenzione di uccidermi nel sonno?".
La ragazza guardò la nuova arrivata con aria stranita, poi tornò a guardare la finestra.
"Non tentare uno dei tuoi sortilegi, sappi che anche io ho preso delle
contromisure, conosco quali sono i tuoi poteri, ora che si è sparsa la
voce nulla ti salverà dalla condanna che meriti".
"Quale... quale condanna?" chiese la ragazza con un filo di voce iniziando a singhiozzare.
"Pratichi la stregoneria e non sono pochi i contadini che muoverebbero contro di te accuse di ogni tipo".
"I contadini, dici? Quei bifolchi, chiedono l'aiuto e poi si rimangiano
la parola" il tono della sua voce cambiò, sembrò prendere coraggio e
vigore malgrado il suo viso rimase rigato di lacrime.
"E dunque, tu,
la mia sorellastra, mi metterai ai ceppi e mi farai uccidere? Solo
perché alcuni contadini hanno perso del bestiame e attribuiscono a me
tutte le colpe?".
La regina si avvicinò alla strega e la prese per i lunghi capelli neri "cosa dovrei fare di te?".
"Non hai nessuna prova, ieri sera stavo solo cercando riparo dalla
pioggia e quando il tuo campione mi ha incrociato sulle scale non ho
saputo inventare miglior scusa che il fatto di venirti a trovare".
"Sanno tutti che tra noi non corre buon sangue, soprattutto da quando hai ucciso il re durante quel duello".
"Uomo di pochi riflessi, lasciarsi uccidere da una fanciulla" la beffeggiò la strega.
"Ti avevo bandito, pensando fosse sufficiente, ma sei tornata e ora la
mia collera scenderà su di te come la lama dell'ascia del mio boia".
La strega, alzò lo sguardo sulla regina socchiuse gli occhi e sussurrò
alcune parole. Finito di recitare quel piccolo incantesimo il suo viso
si impietrì "cosa hai fatto?" chiese con veemenza.
"Ho solo inibito i tuoi poteri. Ti ho resa in tutto e per tutto una umile ragazzina, non potrai più nuocere a nessuno".
La strega cercò di divincolarsi da quella morsa senza riuscirci "Io
andrò incontro al mio destino, ma su di te e sulle tue generazioni
future ricadrà la mia maledizione, fino a quando non ci sarà per me il
momento di tornare e vendicarmi".
"Sono solo parole, sappi che non
ho paura" la regina lasciò andare la strega "guardie, preparate il
patibolo. la strega morirà oggi a mezzogiorno".
Fu così che la sorellastra della regina, fu bruciata nel centro del cortile della fortezza e le sue ceneri sparse al vento.
C'è chi, ancora dopo secoli da quei fatti, giura di sentire nel vento
una voce che chiama aiuto, forse sono solo le fantasie dei viandanti che
al cospetto di quelle mura sbrecciate o di quella torre annerita dal
fuoco, si lasciano suggestionare dai tempi andati e dalle leggende che
si leggono di tanto in tanto sugli opuscoli turistici. (Foto di Davide Eddy Ederle)
Nessun commento:
Posta un commento
Cosa ne pensate?