martedì 17 maggio 2016

Pirati e incubi - Prima parte

 
Non di rado accade che due navi pirata vengano a contatto, ma quello che capitò quella notte restò impresso nelle pagine di parecchi diari di numerosi corsari e pirati giunti sull'isola.
La baia era solita ospitare i pirati che di ritorno dalle loro scorreria volevano commerciare o solo spendere i quattrini guadagnati divertendosi in tanti modi.Solitamente le serate venivano movimentate da uomini ubriachi che accettavano sfide improbabili e così intorno a loro si radunava una folla che andava crescendo di minuto in minuto, tutti pronti a scommettere su chi sarebbe riuscito nell'impresa proposta.
Quella sera nella locanda regnava un certo fermento, due navi erano giunte al porto in contemporanea e se dalla prima erano scesi una dozzina di pirati molto carichi per il bottino conquistato durante la giornata, dalla seconda era scesa solo una donna.
Nessuno o pochi ci avevano fatto caso ma ora in taverna molti dei presenti, chi sottovoce, chi con un tono più alto si passavano parola su quella stranezza "impossibile che lei possa governare una nave tutta da sola" diceva qualcuno e altri si limitavano ad assentire muovendo il capo, poi gettavano sguardi fugaci verso il tavolo dove la donna, tutta sola, aveva ordinato un boccale di birra e stava leggendo delle carte.
"Eppure vi dico che è quello che ho visto" disse un altro "chiedete a lei se non ci credete".
Da un tavolo, si alzò un uomo, visibilmente alticcio, barcollando, trascinò i piedi verso il tavolo dove la donna sembrava non aver dato molta importanza ai presenti malgrado palesemente stessero parlando di lei.
"Voi siete il capitano della Hurricane?" chiese l'uomo appoggiando entrambe le mani al tavolo, facendolo traballare. La donna alzò lo sguardo verso l'uomo, alcuni dei presenti dissero che le bastò un sorriso per smorzare tutta la verve del pirata, il quale dopo averla guardata tolse le mani dal tavolo e indietreggiò di un passo.
"Perché me lo chiedete?".
"Se voi la siete allora sappiate che vi sfiderò a duello".
La taverna, a quelle parole piombò in un silenzio innaturale "accettate dunque?" chiese il pirata con voce malferma, come se non fosse molto convinto di quella proposta nata forse più dagli effluvi dell'alcol ingerito quella sera, che dalla voglia certa di sconfiggere quella donna.
"E che cosa ci guadagnerei?" chiese la donna tornando a guardare le carte come se la cosa le importasse molto poco.
"Il mio carico per il vostro carico" disse l'uomo.
Dal tavolo dove era seduto prima il pirata, giunsero dei mugugni, probabilmente i suoi compagni non erano del tutto convinti della possibilità di vittoria del loro capitano, e la paura di perdere dei denari iniziò a serpeggiare tra di loro.
"Accetto" disse la donna riponendo le carte in una cartella di pelle consunta e mangiata dal tempo "a mezzanotte al molo, non tardate".
La donna, detto questo, lasciò cadere sul tavolo due pezzi d'argento, poi facendo un cenno all'oste uscì dalla taverna.
"La batterò e diventerò ricco" disse il pirata tornando al suo posto con passo incerto.
In taverna iniziò un'attività febbrile di scommesse clandestine, nessuno escluso iniziò a scommettere sulla vittoria dell'uno piuttosto che dell'altra, girarono cifre importanti che ancora non sono state battute in nessun caso.
A mezzanotte il pirata, dopo aver smaltito almeno per buona parte, la sbornia, si presentò al molo come pattuito con la donna.
Lei era già sul posto ad attenderlo, appoggiata ad un palo da ormeggio guardava il mare liscio come una tavola e la luna piena che rifletteva la sua luce sulla superficie appena increspata.
"Siete venuto dunque" disse la donna distogliendo lo sguardo dall'acqua e guardando il pirata appena arrivato.
"Certo, pensavate che avessi detto tutto solo per farmi grande nei confronti della ciurma?".
"Pensavo... quel che pensavo non è affar vostro" tagliò corto la donna estraendo una lunga spada.
Il pirata prese dalla cintura due coltelli e i due iniziarono a saltellare l'uno intorno all'altra studiandosi.
Nel frattempo, iniziò a radunarsi una discreta folla, da prima silenziosa osservava ammultolita quella danza, poi, essendo direttamente interessati per via delle scommesse fatte in taverna, le loro voci si alzarono per spronare chi la donna, chi l'uomo a sconfiggere l'avversario.
Più di una volta le lame si incrociarono e il pirata riuscì a tagliare un lembo della stoffa della camicia bianca della donna scomprendo la pelle chiara del braccio destro.
Ma lo sconcerto si diffuse tra i presenti poco dopo, infatti, tutti videro, i tratti del viso della donna mutare improvvisamente e anche il pirata, che la stava fronteggiando si fermò di colpo.
Da principio l'uomo non volle credere alla propria vista, scosse il capo, sbatté le palpebre e agitò i due coltelli davanti a quella visione, poi, vedendo che nulla cambiava e che al contrario l'antagonista che aveva di fronte assumeva sempre più le sembianze del suo peggior incubo, si mosse risoluto per ucciderla.
La donna indietreggiò e prese anche la rivoltella, poi puntandola verso il pirata guardò la folla ghignando "siete forse voi così forti da resistere al mio sguardo?" disse spalancando la bocca in maniera non propriamente umana.
La folla impaurita da quella visione fece un passo indietro, alcuni caddero in acqua, altri inciamparono nei loro stessi piedi cadendo in terra sul selciato.
Il pirata guardò a sua volta i convenuti, quelli che avevano scommesso, per cercare man forte "vogliamo forse che questa creatura resti qui a rovinarci i commerci?".
Nessuno dalla folla radunata rispose a quella domanda, anzi, quando la donna mosse un passo verso di loro, indietreggiarono nuovamente e nuovamente alcuni di loro caddero facendo la fine dei precedenti.
I ricordi dei presenti a quel punto diventano confusi, c'è chi racconta che il duello finì in uno scontro a fuoco e che la donna, battuta, si gettò in acqua scomparendo, altri scrissero che fu l'uomo a soccombere e che la donna, dopo essersi tolta il cappello piumato, fece un inchino e salutando la folla si dileguò sulla sua nave.
La maggior parte, narrò ai figli e ai nipoti che la donna sparò al pirata, ed egli a sua volta sparò contro di lei.
I proiettili di entrambi andarono a segno ma, mentre quelli sparati dalla donna colpirono mortalmente l'uomo, al contrario, quelli sparati dal suo sfidante oltrepassarono il corpo della giovane schiantandosi contro la staccionata e ancora oggi, quando qualche nave attracca in quel porto la prima tappa la fa alla staccionata dove ancora si vedono i segni di quei due proiettili che secondo la voce dei presenti avrebbero oltrepassato il corpo immortale della donna finendo là dove le assi ancora narrano la storia di pirati e filibustieri che nei tempi andati erano soliti ormeggiare le loro navi e spendere i loro denari nelle taverne e nei bordelli di quell'isola. (Foto di 
Marco Elli

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