lunedì 12 settembre 2016

La cena a casa Khellendrox - Cacciatore di Horned


All'altro capo del tavolo rispetto al padrone di casa, si sedette un uomo piuttosto taciturno, reduce, disse, da una giornata di battaglia, aveva ucciso un Horned e dopo averlo fatto a dadini lo aveva portato per la degustazione.
Gli invitati, conoscendo la violenza di tale creatura, ascoltarono in religioso silenzio il racconto dell'uomo.
I guerrieri dell'opposta fazione erano guidati da diversi Goblin e Orchi e come un numero enorme di Horned che spronarono ad attaccarci senza riserve.
Lo scontro fu duro e parecchi dei miei compagni caddero sotto i colpi degli zoccoli e delle corna di quegli esseri infidi.
Io mi feci largo tra quelle creature menando fendenti e montanti con la mia Elizabeth, la spada a due mani donatami da mio padre.
Uno degli Horned, forse il più grosso della schiera che ci attaccò nel primo pomeriggio, mi venne incontro caricandomi a testa bassa. Le lunghe corna scintillavano al sole, sapevo che una volta trafitta la carne avrebbero rilasciato un potente acido che avrebbe consumato l'armatura o anche la carne stessa.
Preparai lo scudo per parare il colpo che sarebbe venuto frontalmente, violento e ben assestato avrebbe potuto sbalzarmi a diverse decine di metri, così avevo visto fare ad altri miei commilitoni.
Quando la creatura fu abbastanza vicina allungai la spada per cercare di infilzare il collo della bestia.
Le lunga corna cozzarono contro lo scudo e io, malgrado avessi ben piantato gli stivali nel terreno iniziai a retrocedere lasciando lunghi solchi sulla terra polverosa, bruciata dal sole. La lama della mia spada trafisse la bestia alla base del collo ma ella, come avevo già pensato in precedenza non desistette dal continuare il suo attacco.
Girando la testa tentò di allontanarmi lo scudo per andare a colpire l'armatura.
L'acido nel frattempo aveva iniziato il suo desolante lavoro sul metallo del mio scudo che a poco a poco sentii alleggerirsi sul mio braccio sinistro, scartai di lato lasciando che l'Horned mi sopravanzasse, poi, liberatomi dello scudo e brandendo Elizabeth con entrambe le mani mi gettai sulla creatura con veemenza.
La lama si conficcò sulla lunga schiena dell'Horned che alzò un grido di dolore.
Sapevo che non sarebbe morto sotto quell'unico colpo e mi preparai alla sua contromossa.
Si girò e i nostri sguardi si incrociarono, nel frastuono della battaglia che stava divorando la valle, sembrò calare il silenzio per alcuni istanti, poi, la creatura, ergendosi sulle zampe posteriori agitò i grandi zoccoli anteriori nella mia direzione, tentai, riuscendo, a parare quei colpi alzando il braccio a protezione della testa. Gli zoccoli colpirono, scalfirono e mandarono in pezzi la parte terminale dello spallaccio sinistro, ma io, veloce riuscii a ferire nuovamente l'Horned sprofondando la mia lama sul suo fianco.
La bestia mortalmente ferita, tentò un ultimo affondo con le corna, probabilmente gli mancò sia la forza che la vista per completare quell'ultimo attacco micidiale e poco dopo si distese esanime al mio fianco.
Da quella bestia ho affettato la parte più morbida, carne prelibata al palato fine di nobile genti, ed ora ve l'ho portata per farvela assaggiare e così dicendo, il guerriero fece vedere il piatto finemente lavorato con disegni in oro e al bordo del quale erano incastonate pietre preziose dove aveva disposto cubetti di carne rosea.

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