domenica 11 settembre 2016

La cena a casa Khellendrox - Lo Scrigno di Venere


La cena a casa Khellendrox è stato un successo. Gli invitati, tutti severamente selezionati hanno partecipato portando un loro trofeo che hanno cucinato con sapienza.
I primi invitati a presentarsi sono stati due elfi, una coppia squisita che hanno descritto con minusiosa dovizia l'ultimo loro viaggio nelle terre del nord, immersi come solo gli elfi san fare nella natura incontaminata. Poi, naturalmente, su richiesta del nano, hanno descritto l'incontro con lo Scrigno di Venere e la conseguente cattura dopo uno scontro piuttosto cruento.
Il tutto è avvenuto durante il loro viaggio in un isola dell'arcipelago di Tumgrun. I due elfi soggiornavano, loro malgrado in un ostallo molto spartano e nella loro camera avevano trovato un baule al quale inizialmente, non hanno dato molta importanza.
Durante la notte, l'elfo, non trovando il modo di dormire, ha sentito dei rumori provenire dalla stanza attigua e prendendo il proprio stocco è andato a vedere cosa stesse succedendo.
La stanza, dove gli elfi avevano riposo le loro cose era stata messa a soqquadro e una sagoma, nascosta parzialmente nell'ombra della notte stava ora passando in rassegna un altro mucchio di roba che aveva tirato fuori da unodei bauli appartenenti alla coppia. Inizialmente non riuscì a credere ai propri occhi, lo scrigno, camminando su due de quattro piedi si ergeva in un tutta la sua statura sopra un cumulo di vestiti e altra roba mentre con gli altri due piedii usandoli come se fossero abili mani, gettava alle sue spalle ciò che riteneva non aver alcun interesse.
L'elfo pensando si trattasse di un abbaglio si gettò sul ladro tentando di pugnalarlo alle spalle ma la creatura, svelta, probabilmente avendolo sentito arrivare, si voltò e prontamente riuscì a ripararsi dal colpo ben assestato del padrone della stanza.
L'elfo tentò un nuovo affondo ma lo scrigno aprendo enormi fauci riuscì a disarmarlo azzannandolo al braccio destro.
Sentendo quei rumori, l'elfa, svegliatasi di soprassalto era accorsa in aiuto al compagno armata di una lunga alabarda era riuscita a colpire l'oggetto animato e ad amputargli uno dei piedi.
Perso l'equilibrio già comunque precario, lo scrigno aveva zompettato sulle tre gambe rimaste e con una forza soorprendente si era gettato sulla nuova arrivata atterrandola, poi come già aveva fatto in precedenza aveva tentato dii mordere l'elfa.
L'operazione fortuntamente non gli era riuscita, e qui il racconto dell'elfa divenne piuttosto agghiacciante.
Lo scrigno, allontanatosi di alcuni passi aveva guardato i due elfi pronti a colpire nuovamente e aprendo l'enorme bocca aveva lanciato su di loro dei quadrelli che erano andati a segno ferendo i due.
Poi, fortunatamente per gli ospiti dell'ostello, i due elfi ritrovato il coraggio e la verve iniziale, all'unisono erano piombati sulla creatura e l'avevano atterrata colpendola ripetutamente fino a farla restare senza vita.
Lo Scrigno dii Venere immobilizzato e morente aveva mostrato la sua vera natura rivelando il suo contenuto.
I due elfi, dopo aver raccontato dello scontro scoprirono la teglia che avevano portato con loro e posato sulla tavola, lo Scrigno di Venere era lì ora immobile e inoffensivo, pronto per essere mangiato.

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