martedì 6 settembre 2016

Recensione - Jason Bourne

Paul Greengrass ha forse il compito ingrato di terminare la saga di Jason Bourne iniziata nel lontano 2007 che ha messo a segno oramai 5 capitoli.

Il film, come quasi tutti i sequel che si rispettino oramai soffre di un irrefrenabile stanchezza e non porta nulla di nuovo alla storia già fin troppo sfruttata dell'agente smemorato.
Matt Damon dal canto suo fa un buon compitino e malgrado la pellicola sia infarcita di attori di un certo calibro non riesce mai a decollare e tanto meno a coinvolgere lo spettatore che rischia pure di annoiarsi.
L'agente si sposta tra Grecia, Germania, Inghilterra e in fine approda negli States braccato da Vincent Cassel, uomo mandato dall'agenzia per ucciderlo.
Ci prova tra le esplosioni della sommossa popolare in Grecia, ci riprova a Berlino mentre riesce ad avere informazioni preziose di suo padre morto anni prima a Beirut e ci riprova a Londra tendendogli un'imboscata.
In un susseguirsi di inseguimenti senza quartiere in realtà non accade mai nulla se non far cadere nel ridicolo coloro che lo vorrebbero prendere o uccidere.
L'inseguimento finale e scoppiettante (solita sequenza contromano) non ha nulla da invidiare a quelle già viste in innumerevoli film che lo hanno preceduto.
Un capitolo a parte potremmo riservarlo alle donne ma anche in questo caso non c'è molto da dire, restano nell'ombra fino alla fine senza portare nulla ad una vicenda che sbiadisce di minuto in minuto.
Il finale, fin troppo scontato, non lascia alcun dubbio, se per caso Matt Damon dovesse aver bisogno di soldi probabilmente avremo un sesto capitolo, ma probabilmente solo per l'home video almeno così era un tempo. Voto 4,5

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