martedì 27 ottobre 2015

Una gita particolare - Seconda parte -

Le tre ragazzine si guardarono restando immobili come imbambolate da quella visione.
"Benvenute" disse filmalmente la ragazza rompendo quel silenzio glaciale che si era creato nella stanza "cosa vi porta nella mia dimora?".
Fu Luisa a prendere la parola, da prima con voce bassa poi alzando sempre più il tono "siamo venute a vedere la dimora delle due contesse, volevamo sapere se le storie che circolano sono vere".
Il viso di Ophelia, molto pallido e poco illuminato, si addolcì, gli angoli della bocca si allargarono in un piccolo sorriso.
"L'avete trovata, questa è la mia dimora".
Cristina si affiancò a Luisa lasciando appena più dietro Sofia "vi immaginavo diversa" disse guardando la pragazza e sistemandosi lo zaino sulla spalla.
Ophelia guardò alle sue spalle nella stanza buia, poi tornò a guardare le ospiti. Sembrò sondarle con lo sguardo, restando su ogniuna di loro un tempo che sembrò infinito, poi parlò nuovamente "e che storie circolano?".

Sofia, rimasta in piena luce, si rimise lo zaino sulle spalle "si dice che vivete qui da parecchio tempo, cosa che non sarebbe possibile per una donna, e poi..." fece una pausa guardando le due amiche davanti a sé "...e poi qualcuno ha parlato di fantasmi".
Questa volta Ophelia rise sguaiatamente senza curarsi di mettere in mostra, per qualche secondo i prominenti canini "fantasmi, ancora qualcuno crede a quegli spiritelli simpatici?".
Luisa che aveva intravisto i denti aguzzi, prese lo zaino e lo posò in terra davanti a sé pronta a frugarci dentro, poi guardò Cristina "se voi siete una delle contesse, l'altra è morta?"
"Al contrario" disse una voce proveniente dal buio della stanza successiva "viva e vegeta" restando celata agli occhi delle ragazzine.
Cristina alle parole della seconda contessa fece un sobbalzo, ma agli occhi di Ophelia sembrò molto teatrale.
Agata uscì dalla stanza, oltrepassò la porta dove ancora stava appoggiata Ophelia e si avvicinò alle ragazze.
"Eccomi, io sono Agata" presentandosi e inscenando un mezzo inchino, "dunque siete solo in visita, e noi vi accontenteremo, volete visitare il resto del castello?".
Cristina e Luisa fecero un passo avanti mentre Sofia restò ferma "dovremo fidarci?"
"Cosa temete dunque?" chiese Ophelia avvicinandosi a Agata "la magione è grande e ci sono molte stanze da vedere, poi, un volta che avrete visto che non ci sono fantasmi, potrete andare".
Sofia si unì alle altre amiche e di buon grado iniziarono a seguire le due contesse che a qualche passo di distanza facevano strada.
"Questa era la cucina" disse Agata entrando in una enorme stanza dove, nella parete più lunga doveva esserci stato un camino, ora, la rientranza dove un tempo bruciava la legna, era ingombra di detriti, probabilmente la cappa era crollata all'interno.
"Qui, cuochi e cameriere si affaccendavano per preparare sontuosi pranzi e cene. Gli ospiti erano sempre numerosi e ora vi farò vedere in quale stanza ci divertivamo.
Oltrepassarono quella che un tempo era stata la cucina ed entrarono in un'altra stanza molto grande. Qui il camino era ancora visibile, Cristina sfregò il pavimento con la scarpa e togliendo la polvere accumulata nel tempo intravide una parte di un disegno, Ophelia che l'aveva osservata disse "il pavimento era ornato con un disegno assai originale" e poi cambiando voce, come se stesse recitando parole non sue "streghe danzano nell'attesa del maestro".
Luisa sorrise "abbiamo letto di danze di streghe, voi dunque siete treghe?".
Sofia rise e la sua risata argentina si propagò per i pian terreno della roccaforte.
"Non siamo streghe" tagliò corto Agata apparendo un po' seccata, ma poi addolcì la voce "ricordi Ophelia, qui abbiamo conosciuto i due principi".
Ophelia prese le mani di Sofia e con lei imitò alcuni passi di danza facendola volteggiare nell'immensa sala "hai ragione Agata, ricordo come se fosse ieri quella sera".
Sofia staccando le mani gelate di Agata fece un passo indietro e guardò le due amiche, doveva assolutamente parlare con loro, ma sembrava che le due donne non volessero staccar gli occhi dalle tre ospiti giunte inaspettate.
Altre stanze si susseguirono a quelle viste in precedenza, Ophelia e Agata si prodigarono a spiegare la funzione di ogni stanza e in alcuni casi rammentarono, raccontando aneddoti, a cosa servissero le stanze visitate. Poi d'un tratto scomparvero.
Le tre ragazzine rimaste attardate in una stanza piccola e dai lampadari ancora intatti, si guardarono attorno, chiamarono le due padrone di casa, ma nessuno rispose ai loro richiami.
Avanzarono solitarie per altre stanze e dopo tanto camminare raggiunsero una enorme scalinata che doveva salire al piano superiore.
Nello stesso istante, tutte e tre, furono colte da un brivido, una leggera nebbiolina scendeva dalle scale e in breve le avvolse, preparate a quell'evento, tentarono di ritornare sui loro passi ma oramai era troppo tardi e una dopo l'altra caddero in un sonno inquieto.
 
(Con Ophelia Winter e Agata Borghesan e Luisa, Cristina e Sofia. Foto di Marco Elli)
Chi non avesse letto la prima parte la può trovare qui

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