giovedì 28 gennaio 2016

Recensione - Ravenant

Forse non uno dei migliori film di Di Caprio ma sicuramente lui ci mette molto del suo per far risultare questa pellicola realistica e mettere a nudo tutta la violenza dell'uomo. Dal canto suo Alejandro González Iñárritu rende ancor più la pellicola cruda e speciale utilizzando la cinepresa magistralmente e così assistiamo a scene di battaglia e di lotta contro la natura che ci portano fin dentro lo schermo a tal punto che potremmo sentire gli odori e i sapori di quei luoghi dimenticati da Dio.

La storia è parzialmente ispirata alle vicende di uno scout che a metà del 1800 durante il rientro al forte viene ferito da un orso e lasciato indietro dai propri uomini, lasciato a morire.
Al contrario di ogni aspettativa l'uomo, in fin di vita, tira fuori tutta la sua capacità di resistere e di autoconservazione e lui oltre a questo ha sete di vendetta.
La sua sete lo porterà ad attraversare i territori dove nasce il Missouri per raggiungere l'avanposto dove potrà ottenere vendetta, per far questo dovrà vedersela con le proprie ferite, con il territorio ostile e con i vari nemici che natura e uomini gli si frappongono alla riuscita della sua missione.
A tratti violento come la natura selvaggia e l'indole dell'uomo, la pellicola malgrado la lunghezza, più di due ore e mezzo scorre bene e i colpi di scena non mancano.
I momenti di misticismo e del silenzio della natura che lo avvolge allentano la tensione che si fa molto pesante soprattutto nelle fasi finali quando sembra che quasi tutto stia andando a monte.
Leonardo di Caprio probabilmente, avrebbe meritato l'oscar per altre pellicole ma anche in questo caso, riesce a tirare fuori il meglio di sé facendo vedere di essere un attore oramai completo e sicuramente degno di Oscar. Voto 7

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