lunedì 8 febbraio 2016

Il mostro della montagna


Molto spesso si dice che ogni leggenda è racchiusa una parte di verità, anni fa ho potuto constatare di persona che la realtà a volte può incarnare la leggenda. Mi trovavo a passare per la regione remota delle Ghizland, una terra arida abitata da uomini semplici dediti per lo più alla pastorizia. Lo sciamano, un certo Hundard, che avevo incontrato tempo a dietro durante il concilio delle Otto regioni mi aveva parlato della sua paura di un mostro, che sopito, si sarebbe potuto risvegliare da un momento all'altro e seminare panico e morte nella sua regione. Io non avevo dato troppa importanza alle parole di quel vecchio, anche perché molti dei convenuti al concilio mi avevano confermato che aveva dato segni di pazzia anni prima, quando dalle montagne erano calati un numero considerevole di creature deformi. Il popolo, sotto il suo comando, malgrado la poca organizzazione, era riuscito a respingere l'invasione ma non senza perdite considerevoli e soprattutto, l'uomo più carismatico e potente aveva perso la ragione e si era consumato.

Ero sulla strada carovaniera che attraversa le Ghizland quando sentii il terreno vibrare sotto i miei piedi, guardai Alartes, il suo sguardo di rimando mi parve eloquente.
Alak che era andato avanti qualche centinaia di metri tornò ansimando "avete sentito?".
Mi limitai ad assentire con la testa poi, avvertii una nuova scossa, questa volta più violenta della precedente, seguita da un rombo. La mia mano corse istintivamente all'impugnatura del martello, mi era già capitato di dover affrontare creature venute dalle profondità della terra, demoni o aberrazioni spesso riemergevano in superficie, evocati da oscuri maghi che volevano sbarrare il mio passo o bisognosi di farsi notare.
"Guardate la montagna" disse allarmato.
Quando alzai gli occhi vidi uno spettacolo impressionante, la montagna, proprio in quel momento esplose, fumo nero si alzò a oscurare il sole, fulmini si levarono in molte direzioni e ad un tratto iniziarono a piovere lapilli incandescenti, poi tra il fumo comparvero due occhi rossi che sembravano scrutare la valle. Corremmo verso il villaggio che come era logico aspettarsi era scivolato nel panico, uomini e donne correvano urlando in ogni direzione, al centro l'anziano stregone si agitava urlando qualcosa. Le sue parole, nel trambusto generale e col frastuono che proveniva dalla montagna, furono coperte quasi interamente, solo quando la sua bocca si chiuse mi accorsi di ciò che stava cercando di fare. Una luce azzurra si sprigionò dal bastone che teneva saldamente nella mano destra e una cupola si alzò a coprire buona parte del territorio intorno a lui.
Il terreno vibrò nuovamente e il fumo che in precedenza avevo visto levarsi dal vulcano sembrò prender vita, una parte, forse spinta dal vento si allungò verso di noi e sembrò poter stringere con artigli tutto ciò che incontrava.
Sapendo che le armi di Alak e Alartes e anche di tutti gli uomini del villaggio nulla avrebbero potuto contro quella forza sovrannaturale mi inginocchiai e socchiudendo gli occhi iniziai a pregare il Divino.
La lava iniziò a scivolare inesorabile fuori dalla bocca del vulcano e a scendere dalla collina.
Lo stregone con sguardo spento e tremante mi si avvicinò, continuando a pregare avvertii la sua presenza. Alla sua barriera azzurra si aggiunse la mia di un colore verde sfavillante.
La lava continuò la sua corsa fino a quando raggiunse le due barriere magiche, quindi si separò in due lingue bruciando e incenerendo tutto ciò che tentava di fermarla.
Lessi nello sguardo degli abitanti, sconvolti da quella visione, panico e rassegnazione.
Il mostro di fumo, cenere e lapilli scaturito dalla montagna portò morte e distruzione, solo la zona che io e lo stregone eravamo riusciti a proteggere si salvò da quella furia. Poi la montagna tacque, il fumo si diradò e il sole fece nuovamente capolino tra quelle nubi nere e dense.
"Il mostro è tornato a dormire" disse l'anziano stregone guardandomi con occhi gonfi di lacrime.
Lo guardai senza dire nulla, mi rimproverai per non aver creduto alle sue parole premonitrici "quando tornerà sarete pronti?"
Scosse il capo "vigilare o fuggire, queste sono gli uniri rimedi contro la furia della montagna, il mostro tornerà a svegliarsi e la prossima volta potrebbe essere troppo potente per me o per chiunque voglia contrastare i suoi poteri distruttivi. Oggi abbiamo avuto solo fortuna".
Alak e Alartes erano rimasti immobili aspettando ordini che non erano mai giunti. 
Mi sollevai e salutai lo stregone "riprendiamo il viaggio con una nuova consapevolezza, in ogni leggenda c'è un fondo di verità, tocca a noi scoprire quale che essa sia e darvi la giusta importanza".

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?