giovedì 18 febbraio 2016

Buongiorno!

Nebbia, ricordo ancora come se fosse ieri l'atmosfera che si respirava quando raggiunsi il piazzale antistante l'antica chiesetta. La nebbia sembrava aver inghiottito tutto. Intorno a me solo ombre sfumate che sembravano avere vita propria, l'aria gelida mi sferzò la faccia, camminai a tentoni sentendo la terra sotto ai miei piedi cedere di tanto in tanto, poi d'un tratto, come se fosse spuntata dal nulla lo vidi.

Era un ometto alto poco pià di un metro, portava un lungo cappotto e in testa un improbabile cappello che, calato sulle orecchie dava ai suoi tratti un non so che di sinistro.
Alzò la mano e fece due passi verso di me.
Rimasi fermo come impietrito da quella visione che certamente non mi aspettavo.
Sorrise "venga, venga dentro, così potremo scaldarci e parlare".
Una volta che mi diede la schiena lo seguii di mala voglia, sapevo che lui, con la sua voce bassa e monotona avrebbe potuto certamente sgarbugliare i miei pensieri, ma questa consapevolezza si mischiò ad un inquietudine crescente.
"Era davvero chi diceva di essere?"

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