giovedì 13 agosto 2015

Il progetto rubato - Seconda parte

La ragazza e Pierangelo Bonomelli attraversarono la strada ed entrarono le palazzo disabitato. Non riuscirono a stabilire se fosse ancora in costruzione oppure un ecomostro abbandonato da tempo. Videro le scale e si avvicinarono, dal pianerottolo spuntò una testa, i due occhi scuri li guardarono e poi, l'uomo iniziò a sparare, mira precisa, malgrado avesse un'arma di poco conto mirò alle gambe della donna.
Pierangelo, poco esperto, decise di nascondersi e lasciar fare alla professionista che sparò con precisione colpendo l'uomo al busto, poi un'altro colpo dello straniero andò disperdendosi sul pavimento. La ragazza esplose un altro colpo dalla sua arma e questa volta il tiro fu micidiale. Il polpaccio dell'uomo esplose e questi cadendo a terra ruzzolò per qualche gradino gridando di dolore.
Quando la ragazza raggiunse l'uomo per interrogarlo riuscì solo a constatare la sua morte.
I due, salirono le scale, e dopo essere arrivati al secondo piano, videro a terra una stuoia e dei rottami, entrambi non riuscirono a capire cosa stava costruendo o distruggendo l'uomo. Poi continuarono a salire, raggiunto il quarto piano guardarono il palazzo della Chiesi, esattamente di fronte alle finestre dove i malviventi erano entrati per fare il colpo, ma in terra nessuna traccia che potesse far pensare a qualcuno passato di recente, poi salirono ancora. Raggiunto il tetto li investì l'aria fresca del mattino, da lassù godettero di una magnifica vista, l'autostrada era poco trafficata, e le vie limitrofe completamente deserte, di sotto, le guardie continuavano a fare la solita ronda.
Non avendo trovato nulla scesero nuovamente e tornarono verso il palazzo della Chiesi e qui incontrarono il netrunner.
"Allora?" chiese Pierangelo.
"I filmati sono stati manomessi, ma qualcosa ho saputo, c'è un negozio in via Buffolara che vende armi e elettronica di vario genere, penso che i l'organizzazione malavitosa abbia fatto acquisti proprio lì. E voi?".
A parlare fu la ragazza "abbiamo trovato un ostacolo che è stato rimosso" sorridendo.
"Poi?" chiese ancora Giancarlo curioso.
"Poi, una stuoia e dei rottami" chiuse il discorso Pierangelo.
"Avete raccolto il materiale?"
"Veramente, no" disse la ragazza guardando lo scheletro del palazzo alle loro spalle.
"Vado a recuperarli e andiamo" disse il netrunner.
"Io vi precedo in moto" e salutando Pierangelo lo lasciò solo.
Il corporativo si avvicinò alle guardie "sapevate che c'era un tizio nel palazzo di fronte?" disse con non curanza.
"Veramente..."
"Ora non c'è più, ma se fossi in voi andrei a controllare" e mentre diceva questo il netrunner fece ritorno "si tratta sicuramente di un drone, andiamo".
I due salendo sull'auto del Bonomelli sfrecciarono per le vie deserte di Parma e raggiunsero la periferia dove c'era in negozio. La ragazza era già davanti alla vetrina che li aspettava.
Entrarono e la commessa, una giovane donna sulla ventina gli sorrise, era molto appariscente, alta poco più di un metro e ottanta portava un bichini striminzito degli stivali con la zeppa e sul corpo tantuaggi si illuminavano a seconda dei suoi movimenti.
Da una parte del negozio, un signore distinto stava guardando delle attrezzature mediche.
"Salve" disse Giancarlo "per caso riparate dei droni? Mio cugino ne ha distrutto uno l'altro giorno" disse mentendo.
La ragazza, appariscente ma molto sveglia capì immediatamente che l'uomo stava mentendo e così accampò una scusa "certo, ma... ma se ne occupa un mio collega che ora è fuori".
"Possiamo aspettarlo?" disse nuovamente il netrunner guardando le scansie dove oggetti di ogni tipo erano esposti con i prezzi.
"Avete bisogno di altro?"
"Si vorrei sapere cosa costa un cyberdeck" disse nuovamente Giancarlo.
La ragazza passò una mano sulla superficie del bancone e un video a led si illuminò mostrando l'elenco del materiale custodito nel magazzino "si tratta di un oggetto molto caro, si aggira intorno ai 2000".
Giancarlo scosse la testa "e usato?".
"Per trovarlo usato dovete andare in via Giolitti, in fondo alla strada c'è un capannone, là trovetere tutta la rantumaglia che volete, ma attenzione al padrone, ha talmente tanti impianti che il suo carattere ha subito delle mutazioni ed è piuttosto instabile".
Nel frattempo Pierangelo accostatosi all'uomo distinto lo riconobbe "lei è il medico, sì quello che l'altro giorno era sul giornale".
"Sì" si limitò a dire l'uomo "avete sentito dei quattro morti alla Chiesi?"
"Già, brutta storia".
Un ragazzotto fece il suo ingresso nel negozio, parlottò con la commessa che poco dopo indicò Giancarlo.
"Avevate bisogno?" chiese.
"Sì" tirando fuori dallo zaino un pezzo del drone "mio cugino..." spiegando in maniera sommaria cosa era successo al drone e mentendo spudoratamente.
"Il drone è sicuramente riparabile ma risulterà molto costoso".
Il ragazzo, incalzato dal netrunner disse che il velivolo era di ottima fattura, ci si potevano aggiungere dei gadget piuttosto interessanti che subito fecero immaginare ai tre che potesse essere stato impiegato per il furto.
"... potrebbe arrivare a costare anche una 50.000 se completo di tutto".
"E per caso ne avete venduti ultimamente?".
"Sì, la settimana scorsa due e i due tizzi hanno speso parecchio includendo anche armi".
Insospettito il corporativo si avvicinò al bancone "chissà cosa avevano in testa?!" disse sbirciando il monitor che ronzava sul bancone.
"... non saprei proprio, solitamente non chiediamo mai".
Il cellulare del chirurgo squillò e una voce femminile gli disse che il dottor Chiesi aveva da dargli un incarico. Doveva contattare un certo Giancarlo Ugolotti e accordarsi con lui. Massimiliano ripeté ad alta voce il nome del netrunner e quando chiuse il cellulare lo guardò "a quanto pare Chiesi vuole che lavoriamo insieme".
Giancarlo, per nulla convinto storse la bocca "mhmhmh" poi anche il suo telefono squillò e una voce registrata gli disse che doveva accordarsi con un certo Massimiliano Catone, chirurgo "penso possa venirvi utile in caso di sparatorie".
"Va bene, in effetti..."
La killer si accostò alla scansia delle armi e chiese informazioi riguardanti un fucile "un buon fucile" disse la commessa scostandosi dal bancone e lasciando a Pierangelo il tempo di guardare la lista "droni e armi venduti... la fattura è intestata alla Cybercrick" lesse veloce.
"Possiamo anche andare" disse andando verso la porta.
"Sì, passiamo da casa mia, prendiamo alcune informazioni e poi via verso il capannone della rantumaglia" disse Giancarlo sorridendo.
I quattro uscendo dal negozio salutarono i due commessi e poi si diressero alla casa del netrunner poco distante.
"Io devo passare da casa, voglio cambiare armi" disse la ragazza.
"Fai pure, io guardo cosa potrebbe essere questa scheda e poi andiamo, ci vediamo in via Giolitti".
Fu semplice per il netrunner reperire le informazioni utili "scheda di riconoscimenti della ditta cybercrick di sesto livello, addetto alla sicurezza e ripulitore affari esterni" disse ad alta voce leggendo le informazioni che passavano sullo schermo.
"Bene, possiamo andare".
Ripresa la macchina, raggiunsero il capannone. Via Giolitti era una viuzza stretta costeggiata da villette bassse, alcune delle quali visibilmente in stato di abbandono, cartelli affittasi o vendesi erano appesi ovunque.
Nel cortile del capannone quattro uomini attempati stavano discutendo sull'attrezzatura per costruirsi una radio potente "comunicheremo con l'America" stava dicendo uno quando gli passarono accanto.
All'interno del capannone c'erano tavoli disposti ordinatamente sui quali oggetti di vario genere erano esposti senza i prezzi.
Dietro ogni tavolo un uomo o una donna si affaccendava a dare spiegazioni e vendere la merce assegnata. Più dietro un uomo sulla cinquantina era seduto scomposto su una sedia, l'occhio destro, bionico si muoveva veloce su e giù, poi cambiava e il suo movimento divenne orizzontale, imbraccio teneva una lupara degli anni sessanta.
Il gruppo seguì Giancarlo che voleva comprare il cyberdeck e il lettore di schede.
Per il primo oggetto dovette contrattare con il commesso, e alla fine spuntò un prezzo decente, per il lettore di schede la faccenda si complicò quando la donna dietro al bancone spiegò che c'erano due modelli, il primo aveva una memoria interna ed era piuttosto costoso, il secondo, quello provato dal netrunner che risultò funzionante, era senza memoria ma molto meno caro.
Giancarlo decise di scucire i 50 sacchi che gli sembrarono una cifra ragionevole.
Nel frattempo il chirurgo si intrattenne con una giovane infermiera in cerca di occupazione nel settore privato, ella, molto carina cercò di ammiccare pensando di potersi ingraziare l'uomo famoso che però restò sulle sue fino all'arrivo della killer "forse ho trovato quello che stavate cercando" indicando con gli occhi un banchetto che stonava rispetto agli altri della sala.
La ragazza, aveva seguito il netrunner nei suoi acquisti e poi aveva assistito ad una piccola scaramuccia tra un acquirente e un venditore. A quanto pare quelli dietro al bancone, malgrado non lo dessero a vedere avevano armi sufficienti e adatte per difendersi in qualunque modo. La disputa si accese per via del prezzo troppo alto di un tester, il punk insisteva per avere un prezzo più basso e ad un certo punto tirò fuori dalla tasca della giacca un coltellino serramanico minacciando il commesso che restò tranquillo "sono 25 eurodollari e non di meno" disse portandosi veloce la mano alla tasca del lungo grembiule.
Il ragazzotto allungò la mano dove teneva il coltello ma fu troppo lento e pochi secondo dopo il suo corpo iniziò a tremare, poi dalla sua bocca uscì una schiuma bianca e si stava accasciando a terra quando il suo vicino lo prese tra le braccia "scusate, scusate" disse trascinandolo fuori.
Poi, dopo aver assistito a questo siparietto il suo sguardo venne colpito da una rastrelliera di armi bianche, due uomini in giacca e cravatta stavano contrattando con il commesso.
"Andiamo" disse la ragazza a Massimiliano spingendolo verso le armi antiche.
Un giovanotto, teneva in mano una catana "voi mi garantite che è originale?" chiese e il commesso tirò fuori un attestato "certo signore" poi i due si misero d'accordo sul prezzo che risultò a cinque cifre. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca interna del doppiopetto un portafogli gonfio e prese le banconote richieste e fu allora che i due giunti dietro di lui lo riconobbero.
Alle loro spalle, qualche banco più indietro Pierangelo vide un uomo con cui aveva già lavorato in precedenza, questi gli fece un segno convenuto e i due uscirono dal capannone.
"Ti avrei chiamato" disse l'uomo abbassando poi il tono della voce "ho un affare per le mani piuttosto interessante, si tratta di fare soldi, tanti soldi".
Pierangelo ascoltò senza fiatare.
"Nei prossimi giorni dovrei avere tra le mani dei documenti scottanti che se venduti alla persona giusta possono valere parecchio, tu hai sempre i contatti giusti, potremmo metterci in affari".
"Certo, di che si tratta?"
"Progetti medici, per l'esercito, si tratta di un respiratore".
"Mhmhmhm, interessante, e quanto ci si dovrebbe fare?".
"Un cinquantino" disse l'uomo guardandosi attorno.
"Mi pare una bella cifra. Quando avrai l'oggetto?".
"Tra un paio di giorni dovrei avere novità".
"Allora ci vediamo sotto Garibaldi lunedì prossimo a mezzogiorno in punto. Io avrò sicuramente trovato il compratore e tu spero abbia l'oggetto in questione".
"Sicuro... ma mi raccomando acqua in bocca".
"Certo, fidati".
Poi l'uomo salutò frettoloso e si diresse verso una berlina e richiusa la portiera abbandonò il parcheggio del capannone.

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