giovedì 24 settembre 2015

Cyberpunk - La droga cinese - Terza parte

Al mattino Sonia, vedendo che le ferite non erano ancora rimarginate, decise di chiamare Massimiliano La Torre.
Il chirurgo, arrivato in ospedale piuttosto presto, fece la visita del reparto e poi accettò di buon grado di vedere l'amica.
"La ferita si sta rimarginando, ora ci dò dei punti e te la medico, sarà guarita in uno, massimo due giorni. Per questa mattina resterai in ospedale, potrai uscire dopo pranzo".
Giancarlo, sveglio di buon mattino, accese immediatamente la sua console, spulciò le notizie principali e mentre stava leggendo l'articolo dell'incendio al quartiere cinese gli arrivò una mail. Anonima, lo metteva in guardia da certa gente russa che era sulle sue tracce.
Mettendo a frutto tutto il suo sapere, tentò di rintracciare da dove venisse quella mail, ma l'unico risultato fu quello di ricevere altre mail che lo intimavano di non cercare di scovare il mittente, poi concludevano dicendo "ci troviamo ai Mercati generali oggi alle 16".

Il netrunner, ricordando a sprazzi il passato recente si agitò e non poco, aveva sicuramente voglia e bisogno di capirci di più e quindi sarebbe andato in ogni caso all'appuntamento, ma non voleva andarci da solo e così pensò di chiamare Sonia e di chiederle di fargli da guardia del corpo.
Sonia, si sistemò a letto, fece mente locale di quello che poteva comprare con la ricompensa ottenuta dal lavoro per Chiesi e poi, mentre tentava di fare un sonnellino, suonò il telefono.
"Ciao, sono Giancarlo, vorrei affidarti un incarico".
"Ehm, veramente ora non riesco proprio" rispose la ragazza.
"Come non detto, ma se ti liberi fammi un fischio".
Sonia pensò immediatamente che avrebbe potuto richiamarlo nel pomeriggio, una volta uscita dall'ospedale, poi, appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi. Il sonno non tardò ad arrivare.
Antonio, una volta constatato che Periangelo non lo voleva tra i piedi, uscì dall'abitazione e fece un giro. La sua prima tappa fu ad un edicola "solo la Gazzetta".
L'edicolante gli diede lo scarno giornale che Antonio sfogliò velocemente andando a cercare quelle notizie che potevano vederlo protagonista suo malgrado.
Fortunatamente nell'articolo che parlava della manifestazione avvenuta il giorno prima non c'era traccia dei tre che erano intervenuti nel bel mezzo della faida tra cinesi e africani. Si rilassò, gettò il giornale in un cestino per il riciclo della carta e poi chiamò il suo maestro.
"Per oggi niente, Pierangelo è voluto andar senza scorta ad un appuntamento, si è portato appresso Marco quel poco di buono..."
Il maestro tentò di calmarlo "non ti preoccupare, hai il giorno libero, allora vedi di indagare sulle due fazioni. Potresti andare ai Mercati generali, solitamente ci sono dei russi che bazzicano da quelle parti, potresti vedere se possono in un qualche modo essere coinvolti".
"Come desidera" si limitò a rispondere e poi terminò la telefonata.
 Entrato in un internet cafè sfogliò i siti per leggere meglio le notizie scarne che aveva letto sul giornale, poi girovagò per la città ancora a lui sconosciuta.
Nel primo pomeriggio Sonia fu dimessa, raggiunse casa e dopo aver controllato il suo armamentario mandò uno scarno messaggio a Giancarlo "ti raggiungo ai mercati".
Presa la moto decise di arrivare sul posto un po' prima così da dare un'occhiata in giro.
Antonio, finito un veloce pasto, si recò ai Mercati generali, i negozi all'interno del capannone erano già aperti e qualche sporadico avventore stava contrattando sul prezzo di alcuni ortaggi. Fuori, le bancarelle non mancavano e Antonio, forse attratto dall'aspetto piuttosto bizzarro della venditrice o forse per non dare troppo nell'occhio si avvicinò ad una bancarella di bigiotteria.
La ragazza, era praticamente nuda, indossava come era di moda quell'anno, degli splendidi tatuaggi sgargianti che si illuminavano a seconda dei suoi movimenti dando ancor più risalto ai tre seni che sporgevano da una succinta camicia quasi del tutto inesistente.
Il chirurgo, una volta finito il turno in ospedale, decide di fare visita ad alcuni pazienti che aveva in cura privatamente.
Il primo era un'uomo sulla cinquantina, un imprenditore al quale, durante una rapina era stato amputato un braccio e che il chirurgo si era prodigato a sostituire con un arto droide. L'operazione era ottimamente riuscita, ma le droghe, che dovevano essere prese di prassi, sapeva potevano dare degli effetti collaterali piuttosto indesiderati, così, senza dargli un preavviso si presentò a casa sua.
L'imprenditore era intento a leggere un libro, andò ad aprirgli e di buon grado si fece visitare.
"Il braccio è completamente integrato con muscoli e nervi del moncherino, e le droghe a quanto pare non le danno grossi problemi. Continuate pure la terapia, ci rivedremo tra una settimana, toglieremo i punti e inizieremo a calare il dosaggio".
L'uomo sembrò soddisfatto della diagnosi del chirurgo e dopo avergli allungato una banconota da cinquanta gli offrì qualcosa da bere.
Massimiliano declinò l'offerta, salutò l'uomo e uscì risalendo in macchina.
La prossima paziente era una ex tossica con alle spalle una brutta storia di prostituzione e maltrattamenti, aveva deciso di smettere con quella vita, ma la droga-placebo le dava problemi.
Aveva chiamato il medico la sera prima chiedendogli di dargli qualche dose ogni tanto così da alleviare le allucinazioni che non le permettevano di dormire. Massimiliano era stato irremovibile.
Quando arrivò davanti al palazzone, suonò a lungo il campanello e finalmente, dopo qualche minuto, la porta scattò e lui potè entrare.
La ragazza si presentò alla porta in vestaglia, aveva un aspetto orribile "dottore, mi dia qualcosa, per favore" disse lamentosa la drogata.
Massimiliano le fece una visita sommaria, poi prendendo la sua borsa tirò fuori una fiala di liquido azzurro "per oggi ti inietto questa, ma poi prendi regolarmente le dosi che ti ho dato".
La donna sorrise e attese silenziosa che il medico le facesse l'iniezione.
Quando il liquido azzurro fu del tutto scomparso dalla siringa ipodermica fece un gran sorriso sentendosi già meglio "grazie".
"Ricordati, continua con le dosi che ti ho prescritto. Ci sentiamo presto".
La ragazza, frugò in un cassetto e prese alcune banconote dandole al chirurgo "la chiamo io" disse sottovoce.
L'uomo intascò i soldi e uscì senza aggiungere altro. Salendo in macchina guardò la sua agenda elettronica, "altro cliente" pensò e accese la Bmw imboccando la strada principale.

Antonio, mentre gettava un'occhio alla mercanzia sul tavolino e una alla ragazza, vide passare la Bmw di Massimiliano, procedeva lentamente e probabilmente l'aveva visto.
"Le faccio un buon prezzo" stava dicendo la ragazzina sporgendosi verso l'avventore che non la degnava neppure di uno sguardo.
Antonio allungò una mano e la spostò delicatamente verso destra, quindi si sporse verso il finestrino che stava scendendo con un lieve ronzio "ci vediamo stasera a casa di Pierangelo" disse Massimiliano all'interno dell'auto.
"Certamente" rispose Antonio, poi, mentre l'auto riprendeva la sua corsa si guardò attorno e fu allora che Giancarlo parcheggiò la sua moto.
Sonia, era arrivata da tempo, si era guardata attorno osservando i negozi e le bancarelle e quando aveva incrociato lo sguardo di Antonio era trasalita, assomigliava in tutto e per tutto all'amico che aveva perso qualche giorno prima alla Cyberclick, i ricordi affollarono la sua mente, la sparatoria e il ragazzo dietro la scrivania che veniva crivellato di colpi, poi l'arrivo del chirurgo e il suo sguardo di impotenza "è morto" queste le sue uniche parole.
Ritornando al presente distolse lo sguardo dal ragazzo e vide il netrunner sedersi ad un tavolino con un altro uomo.
I due parlarono a lungo ma Sonia dalla sua posizione non riuscì a capire di cosa stessero parlando, poi, la sua attenzione si posò su un uomo all'interno del capannone, era magro e alto, capelli molto chiari e carnagione altrettanto pallida, in mano teneva una pistola dalla canna molto lunga, sopra un mirino di precisione dal quale stava osservando qualcosa. Valutò la possibile traiettoria e qui vide un altro uomo, armato di fucile che sembrava pronto ad intervenire.
Lei, fredda, non si mosse attendendo gli eventi, poi mandò un messaggio a Giancarlo "ti osservano".
Il netrunner smise di parlare e l'uomo al suo fianco confermò ciò che Sonia gli aveva appena scritto.
"Vedrai, non sparerà nessuno, ho portato con me un buon tiratore, sarebbe stupido sparare con tutta questa gente attorno".
Quando terminò la frase Giancarlo lo vide accasciarsi a terra, e nello stesso istante avvertì uno sparo.
Il proiettile aveva asportato di netto la mano del netrunner seduto al tavolo con Giancarlo mentre alle sue spalle, il killer era stato freddato da un colpo in fronte.
La gente iniziò ad urlare e correre in tutte le direzioni, Sonia si affrettò a raggiungere Giancarlo per valutare le sue condizioni, poi tentò di curare l'uomo che giaceva a terra ma il suo tentativo fu maldestro e la ferita finì con il sanguinare ancor di più.
"Mi passi un medico, c'è stata una sparatoria" disse Giancarlo al telefono e subito dopo continuò "sono ai Mercati generali, un uomo è a terra, un proiettile lo ha colpito ad un arto".
Massimiliano Latorre ascoltò Giancarlo, "arrivo subito".
Antonio nel frattempo camminò veloce verso l'uomo che aveva sparato, gli frugò le tasche trovando solo pochi spiccioli, guardò l'arma a terra e decise che non valesse la pena portarla via, poi si allontanò.
Sonia attese l'arrivo del medico, poi, quando i de caricarono il ferito sull'auto e andarono verso l'ospedale, si guardò attorno e si diresse verso il russo steso a terra.

Anche lei, come già aveva fatto Antonio frugò nelle sue tasche e non trovò nulla di interessante. Quindi salendo sulla moto decise di seguire i due all'ospedale, avrebbe continuato lì la sua piccola indagine.
Massimiliano, fece ricoverare il malcapitato anche se non aveva documenti, pensò che bisognasse immediatamente operare, quando fu sul punto di far trasferire il ferito in sala operatoria arrivò un altro uomo "copro io le spese eventuali".
Massimiliano si affrettò con l'infermiera verso il comparto operatorio e lasciò Giancarlo e il nuovo arrivato da soli.
"Tu devi essere Giancarlo" disse l'uomo con un leggero accento straniero "il mio capo mi ha parlato spesso di te. Eravamo lì per metterti in guardia e lui, lui voleva aiutarti. Ti assicuro che non ci aspettavamo una sparatoria".
Il netrunner non disse nulla "ora verranno a cercarlo".
"Resterò io a piantonare la stanza, voi dovete restare il più possibile fuori da questa storia, e soprattutto guardarvi le spalle".
Nel frattempo Sonia, era rimasta davanti all'ingresso della torre delle medicine, dalla quale entrava e usciva gente ma nessuno che fosse sospetta.
Entrò, mandò un messaggio a Giancarlo e attese.
Passò qualche ora e finalmente il chirurgo uscì dalla sala operatoria "l'operazione è andata bene, ora dovrà restare in osservazione per un mesetto".
"Dove lo portate?".
"Lo metteremo in un posto tranquillo, dove sarà lontano da occhi indiscreti".
Mentre i tre stavano confabulando dove portare l'uomo appena operato, un medico si accostò al bancone e chiese all'infermiera notizie di un tizio appena arrivato, colpito da un'arma da fuoco.
L'infermiera gentilmente gli disse che tutto era andato bene e che lo aveva operato Latorre, indicando il chirurgo che era a pochi metri.
Il medico guardò il gruppetto, poi, salutando frettolosamente prese la via d'uscita.
"Mi sapreste indicare  la strada più breve pre il prontosoccorso?" chiese Giancarlo nasando che sotto quel camice poteva non esserci un medico.
L'uomo balbettò qualcosa, poi guardando Massimiliano disse "chiedete a lui, sicuramente è più esperto" quindi camminando veloce raggiunse l'ascensore.
Giancarlo lo inseguì ed entrò con lui nell'ascensore, i due scesero a piano terra dove il falso medico uscì dall'ospedale salendo su un'auto.
"Inseguilo" disse Giancarlo a Sonia e lei, senza pensarci oltre salì sulla moto buttandosi all'inseguimento della piccola utilitaria.
Percorsero diverse vie e alla fine l'uomo parcheggiò in una laterale di viale Fratti, scese dall'auto ed entrò in un condominio rosso.
Sonia, rallentò solo un attimo per vedere bene dove fosse entrato l'uomo, poi ingranando la seconda ripartì abbandonando la via.

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