venerdì 23 ottobre 2015

Cyberpunk - La droga cinese - Sesta parte -

Il gruppo si svegliò di buon mattino nel nuovo appartamento. Il chirurgo avendo il turno in ospedale, salutò tutti e prendendo la macchina si recò al lavoro. Gli altri dovettero trovare il modo per mettere in sicurezza l'appartamento. Posto al primo piano e piuttosto luminoso, non sarebbe stato certo facile da controllare. Incaricarono Antonio di fare scorte alimentari, Giancarlo controllò il computer per cercare alcune informazioni.
Pierangelo, vista la situazione, chiamò un amico sperando che avesse un altro appartamento da propoorgli.
"Ci farà sapere qualcosa nel pomeriggio" disse quando chiuse il ricevitore "ma a dirla tutta non l'ho sentito molto sicuro di sé".
Sonia fece una smorfia, le girava un po' la testa, controllò dentro la sacca e prese una dose della droga che il chirurgo le aveva consigliato, poco dopo Pierangelo la imitò iniettandosi la sua dose giornaliera.

Il netrunner li guardò sorridendo, ignaro che di lì a poco anche a lui sarebbe toccato la stessa sorte. la chiamano dipendenza da tecnologia, il chirurgo l'aveva chiamato semplicemente "rigetto".
Antonio, che preferì fare quattro passi, arrivò al Centro Torri, guardandosi di tanto in tanto in giro per vedere se fosse seguito. Entrò, fece la spesa e atratto da alcuni sconti prese dei sensori di movimento da applicare alle finestre. Comprò il giornale dove lesse le notizie locali. Fortunatamente i fatti che li avevano coinvolti non venivano più menzionati, ma ora le prime pagine erano occupate da tafferugli scoppiati in piazza e dall'arresto di due uomini importanti all'Interporto. Di loro non si facevano né i nomi né tanto meno la nazionalità, ma Antonio sospettò che ci fosse lo zampino dei cinesi.
Quando uscì notò immediataente due persone sospette, entrambe bionde stavano su una moto e sembrava stessero aspettando proprio lui. Affrettò il passo ma non troppo per non dare nell'occhio, decise di fare il giro largo e non andare subito a casa di Pierangelo. I due, scesi dalla moto continuavano a seguirlo, poi, finalmente riuscì a seminarli e quindi prese una traversa e arrivò a destinazione, si guardò nuovamente attorno per essere sicuro che i due non sbucassero da un momento all'altro poi aprì il cancelletto ed entrò in casa.
"Fatto spesa" appoggiando la borsa sul tavolo "e preso gingilli" gettandoli tra le braccia di Giancarlo "spero vadano bene".Il tecnico li girò e rigirò tra le mani, poi iniziò a montarli alle finestre.
Nel frattempo Pierangelo aveva chiamato nuovamente un altro amico, voleva sapere per la corsa. L'uomo all'altro capo del cavo lo aveva rassicurato "trovo io macchina e soldi per l'ingaggio. La corsa è domani sera", poi uscì dirigendosi al comando di polizia.
Il tenente Marco lo accolse dubbioso, i due parlarono brevemente, Pierangelo sperava di far leva sulla fame di soldi del tutore della legge per convincerlo a fare una retata all'Interporto così da fermare per un po' i traffici dei cinesi.
"E' tutto inutile, noi siamo già sotto paga dei cinesi, che ci danno 3 milioni..."
Al rientro, un po' giù di morale, si accorse di essere seguido da un'auto blindata targata San Marino, fortunatamente la sua si dimostrò più veloce e zigzagando per la città riuscì a seminarla.
Mangiarono in silenzio, Antonio, quando ebbe finito di mangiare, raccontò delle notizie lette sul giornale, il netrunner fece una ricerca nella rete per avere maggiori informazioni ma non riuscì ad averne. Allora Pierangelo, fiducioso dei propri contatti fece alcune telefonate ma non cavò un ragno dal buco. Sonia volle uscire "devo andare a recuperare il mio esoscheletro" disse un po' nervosa.
Antonio, un po' costretto si offrì di accompagnarla. I due salirono sull'auto dell'uomo e passando davanti all'abitazione della donna videro un uomo e una donna sospetti che sembravano attenderli.
Antonio parcheggiò un po' distante, poi i due si avviarono verso l'abitazione.
Arrivati al cancello, non c fu bisogno di chiedere nulla. La ragazza che era appoggiata al cancello e stava leggendo il giornale, lo piegò e mise in mostra il fucile che teneva appoggiato al fianco destro, l'altro, poco distante iniziò a giocherellare con una pistola.
Antonio e Sonia si guardarono e poi fecero dietro front.
"Non possiamo affrontarli" disse Sonia, preoccupata dello scarso equipaggiamento che aveva preso con sé.
"Hai ragione, meglio andare".
A malincuore dovettero abbandonare l'idea di recuperare armi e armatura, risalirono in auto e tornarono da Pierangelo. Spiegarono l'accaduto e ancora una volta il netrunner dovette accedere alla rete per fare dei controlli. La ricerca fu breve, della donna non trovò nulla, al contrario, dell'uomo trovò parecchie informazioni, erano in tanti a cercarlo, soprattutto per le ultime sette vittime occorse durante l'anno.
Pierangelo fece un'ennesima telefonate, chiamò il numero della donna russa con la quale aveva stretto l'accordo, ma il suo cellulare risultò inattivo. Allora provò un secondo numero e con sua sorpresa le rispose Tatyana.
"La signora ha avuto un incidente, siamo state speronate da un'auto blindata, la poveretta non ce l'ha fatta, io ho rimediato qualche escoriazione e l'amputazione di due dita di una mano", poi la ragazza volle sapere se l'uomo fosse interressato a qualche lavoretto, ma Pierangelo declinò l'invito "per no, ma piuttosto non mi sai dire chi è a capo ora dell'organizzazione?".
Tatyana sembrò titubante nel dare quell'informazione, "si tratta di un uomo, alloggia allo Star Hotel, Dimitri è il suo nome, lo trovi sempre" detto questo spense il telefono.
Pierangelo provò a chiamare l'hotel sperando di poter parlare con il russo ma l'unica cosa che ottenne fu un appuntamento "venite all'hotel, vedrete che potrete parlare con lui" disse la segretaria prima di chiudere la comunicazione.
"Dobbiamo andare allo Star Hotel, voglio capirci qualcosa in questa faccenda", poi fece un gesto verso Antonio "tu verrai con me".
I due arrivarono senza problemi all'hotel, lasciarono che il fattorino parcheggiasse la loro macchina mentre loro entravano nella lussuosa hole.
Divanetti sparsi un po' ovunque ospitavano ragazze dall'età più disparate, una dopo l'altra guardarono i nuovi arrivati che si avvicinarono al bancone "dovremmo vedere il signor Nemerov" disse Pierangelo, poi aggiunse "abbiamo un'appuntamento".
L'uomo prese il telefono per le linee interne e dopo aver detto alcune parole sottovoce lo appoggiò nuovamente al suo posto "il signore vi sta aspettando".
Salirono sull'ascensore, naturamente furono spiati da una telecamera che seguiva anche i loro più impercettibili movimenti, entrambi pensarono che avesse anche un microfono e così evitarono di parlare.
Raggiunto l'attico dell'albergo quando le porte dell'ascensore si aprirono, vennero bloccati da due energumeni che li perquisirono, poi indicando una porta placcata oro dissero che potevano entrare da lì.
L'uomo era sdraiato su un arazzo persiano al centro dell'enorme stanza, circondato da ragazze mezze nude, alzò impercettibilmente gli occhi quando i due fecero la loro comparsa.
"Tu devi essere Pierangelo" disse.
"Mister Nemerov..." si limitò a salutare l'uomo d'affari.
Dimitri si chiuse la vestaglia e si alzò raggiungendo un tavolo dove si sedette su una sedia antica "come posso esservi utile?"
Pierangelo spiegò che era in affari con la donna russa che doveva essere il suo predecessore alla guida dell'organizzazione e che venuta a mancare lei voleva sapere come dovevano procedere gli accordi.
Dopo che gli fu spiegata la situazione Dimitri scosse la testa "deve capire che le cose sono notevolmente cambiate, ora come ora non sono interessato all'affare, anzi, presto abbandoneremo la città, Parma è quasi totalmente in mano ai cinesi, e a quanto pare nessuno sembra in grado di fermare questa escalation".
Pierangelo sbuffò "capisco, ma potreste ripensarci" disse speranzoso.
"Non credo, ma comunque nei prossimi giorni saremo ancora qui e chissà..."
Poi Pierangelo cambiò argomento "sapete per caso quante macchine blindate di San Marino ci sono a Parma?".
"Quattro, come mai la domanda?"
"Pare che una di queste mi abbia seguito in mattinata, non è che per caso è vostra?" chiese in maniera diretta.
"No, le posso assicurare che non posseggo macchine targate San Marino" rispose secco il russo "e ora se volete scusarmi ho un impegno" disse alzandosi, poi sembrò cambiare idea "ma se per caso voleste restare...".
"Vi ringrazio, ma ho un impegno" disse Pierangelo fingendo di guardare l'orologio.
I due uscirono e si fecero consegnare la macchina, poi, una volta ripresa la via di casa, si accorsero di essere seguiti. Pierangelo fu lesto a seminarli e il pericolo non si presentò più.
Quando rientrarono, trovarono il netrunner in difficoltà, era sbiancato e aveva dei tremori, poi svenne. Pierangelo, oramai, suo malgrado conoscitore dei sintomi dell'astinenza, lo esaminò, gli bastò una breve occhiata per capire di quale droga avesse bisogno il netrunner. A fargli l'ignezione di pensò Antonio.
"Ora siamo rimasti soli" disse Pierangelo quando Giancarlo si fu ripreso "dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti, altrimenti possiamo dire addio ai camion, all'affare, e alla droga".
Antonio si assentò con una scusa e chiamò il suo maestro "devi far in modo tale che si esponga. I camion sono a Vicofertile, dietro al vecchio mulino".
Antonio rientrò in casa, indeciso sul come procedere. I quattro parlarono ancora un po'. Il primo passo era comunque quello di recuperare almeno la posizione dei camion, avevano ancora le bolle di accompagnamento e un compratore.

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