Il legionario

Ne avevano parlato a lungo, i soldati dislocati in quella sparte sperduta del mondo erano stati poco alla volta decimati dai popoli locali che, di fibra forte, avevano opposto una stregua resistenza all'esercito romano.
"Voi siete l'ultima legione", aveva detto il centurione prima di far avanzare gli uomini all'interno dell'intricata foresta.  I soldati avanzavano lentamente cercando di sondare i dintorni, ad ogni minimo rumore si fermavano armi in pugno e, tendevano i muscoli preparandosi per la battaglia.
Il sole non era ancora spuntato quando un'orda di presenze cadde dagli albri gettandosi sui legionari che calpestavano il loro territorio guardinghi.

Malgrado i romani fossero preparati allo scontro e meglio equipaggiati, fecero fatica a respingere quel primo attacco, molti di loro furono sopraffatti soprattutto dalla paura. Gli uomini piovuti dal cielo avevano attaccavano con artigli avvelenati che non lasciavano scampo ai soldati malgrado le loro armature.
La nebbia, non agevolò certo gli uomini dell'impero. Quando un pallido sole si diede la pena di spuntare tra le fronde, la visibilità invece che aumentare, calò improvvisamente. I soldati fecero un fronte comune, il silenzio si fece opprimente. Avanzarono lentamente sperando che la foresta fosse oramai finita, poi un urlo disumano squarciò l'aria e una nuova ondata di barbari calò su di loro.
Marcus menò fendenti precisi e violenti contro i nemici che lo raggiunsero numerosi.
Corpi massicci caddero a terra segnati da squarci profondi. Gettò uno sguardo intorno a sé e vide la carneficina. I suoi compagni, uno dopo l'altro, erano caduti. Si erano difesi fino all'estremo delle loro forze ma contro quei selvaggi nulla avevano potuto.
Dopo urla, e cozzar di ferraglia tornò il silenzio. Il legionario avanzoò carponi sulla terra umida e finalmente raggiunse l'estremità della foresta.
Si alzò e uscendo dalla vegetazione si lasciò alle spalle la nebbia e l'ultima legione, oramai completamente annientata. (Foto di Marco Elli)