mercoledì 21 ottobre 2015

La casata della piratessa

 Il relitto era stato finalmente portato a riva, quando il nano arrivò al molo notò immediatamente le forze dell'ordine che pattugliavano la zona allontanando i curiosi. Attorno a quel che restava dell'imbarcazione c'erano alcuni individui rivestiti di tute bianche e azzurre che lavoravano alacremente entrando e uscendo da quella che un tempo doveva essere stata la cambusa della nave.
Doveva essere stata cannoneggiata in tempi assai lontani, lo scafo riportava diversi squarci attorno ai quali si era formato del corallo che, colpito dai raggi del sole assumeva una colorazione dal rosso al violaceo.
Due uomini stavano portando fuori un piccolo forziere in metallo, lo posarono in terra e il più corpulento si sedette al suo fianco iniziando a togliersi il casco protettivo, l'altro senza parlare, dopo un cenno col capo si era diretto nuovamente verso il relitto.Khellendrox si avvicinò all'uomo che stava armeggiando con la scatola di metallo, senza ottenere grossi risultati.
"Nick vedo che ti fa dannare" disse appoggiando la mano sulla spalla dell'uomo butterato che aveva mollato la scatola di metallo e stava riflettendo.
"Non abbiamo trovato la chiave e mi dispiaceva romperla".
Il nano si sedette al fianco di Nick e prese la scatola delicatamente, la girò e rigirò poi la mise davanti al viso dell'amico "hai visto questo simbolo?"
"Sì, certo, lo abbiamo trovato anche all'interno della cabina" rispose l'uomo seguendo con l'indice l'incisione in rilievo.
"Potrebbe essere il simbolo della casata" riprese Khellendrox riprendendo ad armeggiare con lo scrigno "... eppure deve esserci una serratura?!"
Dal relitto uscì una donna, si tolse veloce il casco e iniziò a guardarsi attorno "Nick, presto, abbiamo trovato una sopravvissuta".
Khellendrox quardò Nick e i due si alzarono contemporaneamente avviandosi verso la donna che sembrava indecisa se entrare o aspettarli.
"Ma, è ancora viva?" chiese Nick incredulo
"Sì, ha le gambe intrappolate sotto un trave".
La donna, prima di rientrare si rimise il casco, Nick la imitò abbassando poi la visiera, il nano, sprovvisto sia di tuta che di casco decise di restare sulla soglia dello squarcio dove i due entrarono.
L'ambiente era stretto e umido, le assi della chiglia della nave in molti punti erano consumate dall'acqua salata e dai colpi di cannone che dovevano aver colpito l'imbarcazione in mare aperto.
Attorno alla superstite armeggiavano con la trave posta per traverso attraverso lo scavo, in quattro e Nick si posizionò all'estremità del grosso legno per aiutare nelle operazioni.
Ely, chinata sulla sopravvissuta intrappolata, parlava sottovoce probabilmente cercando di confortarla.
Finalmente le operazioni furono completate e la trave fu spostata. La donna venne issata su una barella di fortuna e portata all'esterno. I suoi vestiti erano laceri, il viso smunto e pallido era circondato dai capelli corvini, le labra secche si allargarono, poteva avere forse una trentina di anni, il mistero era come fosse potuta restare per centinaia di anni dentro una nave affondata durante un abbordaggio andato a male.
Khellendrox si avvicinò alla piratessa mostrandogli lo scrigno "ne sai qualcosa?" chiese sbrigativo.
La donna allungò le braccia e aprì le mani, al contrario di quanto si aspettava Khellendrox no fece nulla per prenderlo, si limitò ad accarezzare il simbolo in rilievo e poi sorrise.
Dalla sua gola uscirono dei suoni strampalati, poi finalmente il nano riuscì a capire cosa stava dicendo "apparteneva al capitano, lo custodiva gelosamente".
Khellendrox sospirò, le informazioni erano tropo scarne "avremo tempo di parlarne, ora vi faccio portare in ospedale".
Voltandosi chiamò un ufficiale "avete chiamato il soccorso?":
"Certo, dovrebbe arrivare a minuti" poi guardò l'uomo sdraiato "è lei la sopravvissuta?"
"Già!" si limitò a confermare Khellendrox.
L'ambulanza si fermò nel piazzale e uscirono due uomini corpulenti con una barella "la portiamo a Sant'Elena".
Quando il mezzo si sollevò dal terreno e partì alla volta dell'ospedale sollevò un gran polverone. Khellendrox tornò verso il relitto, poi, impaziente di sapere qualcosa di più abbassò il visore e iniziò ad esaminare il metallo del cofanetto.
Sperava di poter oltrepassare la prima corazza con l'utilizzo dei raggi x, ma rimase deluso. All'esterno il bauletto era composto da più metalli fusi tra loro, l'acqua salmastra aveva contribuito a saldare ogni fenditura. I raggi x non riuscirono a penetrare all'interno per conoscerne il contenuto "maledetto piombo" imprecò il nano. Poi prese una piccola pistola che aveva legato alla gamba destra e posizionando un interruttore verso sinistra lo puntò verso la sommità della scatola metallica.
Un fascio di luce azzurra colpì il metallo, una sottile nuvola di fumo si levò e l'odore di strinato arrivò fin dentro alla nave, da dove uscì di corsa Nick.
"Cosa combini?" chiese preoccupato.
"Sfortunatamente nulla" rispose il nano riponendo l'arma.
"Dovrò interrogare la donna per sapere qualcosa di più ma intanto ho mandato il disegno al capo, spero che lei possa trovarmi le informazioni che mi occorrono per capirci qualcosa".
"Buona caccia!" esclamò Nick "noi intanto mettiamo tutto al sicuro nel container, avremo tempo per esaminare il carico e ciò che resta della nave nei prossimi giorni".
Khellendrox fece un cenno col capo, poi alzando la mano destra fece un breve saluto e quindi voltò le spalle al molo e tornò sulla sua auto.
"Andiamo al Sant'Elena..." (Con
Barbara Tagliapietra. Foto Steampunk Tendencies)

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