martedì 16 febbraio 2016

La creatura del magazzino


Il magazzino era buio, la porta metallica era solo socchiusa e il nano si intrufolò senza far rumore, prese il revolver dalla fondina, abbassò il visore notturno sull'occhio destro, e avanzò lentamente.
Dal soffitto cadevano gocce di un liquido azzurro che lasciavano una piccola traccia fluorescente sul pavimento grezzo, piccole pozzanghere si stavano formando qua e là.
Khellendrox si guardò attorno, scaffali pieni di cianfrusaglie, per lo più pezzi robotici, arti, strumenti di precisione, tutto buttato alla rinfusa e coperto di polvere e ragnatele.
"Spero di essere nel posto giusto" disse fra sé e sé con un filo di voce, poi avvertì un rumore alla sua destra, si appiattì contro la parete e allungando il collo cercò di sbirciare al di là dell'angolo.
Una figura era appesa a trenta centimentri da terra, sembrava legata con dei cavi che partivano dalle sue braccia, dal costato e dalle gambe, indossava una tunica con un largo cappuccio e ogni tanto si muoveva come se avesse delle convulsioni.
Khellendrox, tornando dietro il suo nascondiglio, si prese qualche secondo per ascoltare i rumori provenienti dal magazzino.
Udì solo lo sgocciolio e un lieve ronzio proveniente da quell'individuo. Prese coraggio e uscì, lentamente e continuando a guardarsi attorno, raggiunse l'uomo incappucciato.
Doveva essere stato un essere umano, qualche anno prima, ora di umano mostrava ben poco. Tutti e quattro gli arti erano stati sostituiti con artifici robotici di terza generazione, il viso era coperto da una maschera anch'essa robotica e dal respiro affannoso che proveniva dal suo busto, dovevano avergli sostituito anche alcuni organi interni.
La creatura aprì gli occhi, guardò il nano con sguardo supplichevole.
"Non penserai che ti stacchi da quei cavi vero?" disse il nano pensando di non poter ottenere nessuna risposta da quell'esperimento di laboratorio. "... e poi cosa ci potrei fare con un coso come te?" continuò Khellendrox andando a vedere la fonte di quell'intricato reticolo di cavi.
Sulla parete un pannello mostrava lucette colorate che a sequenza regolare si accendevano e si spegnevano. Alcuni cavi dovevano avere funzione di alimentazione, altri, probabilmente, di nutrimento.
Khellendrox avvertì dei rumori alle sue spalle, quando si girò Carwen era vicino alla creatura "sei arrivato troppo presto nano, volevo farti una sorpresa".
"Lady Carwen, spero tu non sia impicata in questa storia"
"Al contrario, pare che, in questa storia, come dici tu, ci sia la tua amichetta".
Il nano scosse la testa "Ne ero quasi certo. Aiutami a staccare i cavi, vediamo di portar giù questo robo e magari interrogarlo"
I due iniziarono ad armeggiare appresso ai cavi, staccandoli uno a uno "temo che non ci dirà nulla".
Quando anche l'ultimo cavo fu rimosso, posarono l'uomo in terra.
"Bisogna farlo ripartire. Lo verrò a prendere con l'hammer e lo porterò in laboratorio dal doc Greghiov, penso che lui possa riuscirci. Tu verrai con me".
La donna fece una smorfia ma non si lamentò di quell'ordine perentorio.
Il nano lasciò Carwen a sorvegliare il corpo adagiato sul pavimento e uscì veloce. Poco dopo aprì l'intero portone del magazzino ed entrò col mezzo.
"Aiutami a caricarlo" disse prendendo la creatura sotto le ascelle e sollevandolo.
Una volta messo il corpo morto nel retro dell'hammer il nano ingranò la prima e il mezzo si mosse velocemente per le vie della città.

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