sabato 27 febbraio 2016

La loggia nera/4


La notte successiva Drakar e Elysa decisero di perlustrare la zona e capire come potevano agire i rapitori di bambine. Pattuglie di uomini armati si aggiravano silenziosi per le vie, alcuni sostavano ai bordi delle piazze, altri perlustravano borghetti bui e maleodoranti.

L'unghia di luna rossa andava via via restringendosi in cielo ma il colore spettrale colorava le nubi e quella sera, iniziò a piovere, alcune delle guardie quando le armature rimasero sconvolti e iniziarono a scuotersi di dosso quel liquido rossastro che appiccicoso lasciava tracce come fosse sangue.
Guardinghi i due mossero i loro passi verso la fortezza e lì videro due figure, una maschile e una femminile che, giunti in prossimità di un vialetto si separarono. Elysa fece un gesto al compagno e si mosse seguendo la ragazza, a Drakar non restò che seguire l'altro individuo.
Carmilla e Ivan, seguendo le istruzioni del conte si erano introdotti nella casa del cerusico e avevano rapito la figlia minore Cristina.
Il cadere della pioggia aveva avantaggiato le loro mosse furtive, le guardie, da prima attente ai movimenti nelle vie, ad un certo punto erano state distratte dalla pioggia rossa caduta copiosa dalle nubi che di tanto in tanto sospinte dal vento coprivano la falce lunare.
Ivan e il suo fardello scomparvero dietro una pesante porta d'acciaio, Drakar si nascose in uno scasso del muro vicino alla porta e senza fiatare attese che l'uomo tornasse all'esterno.
Il tempo passò interminabile e ad un certo punto il cacciatore temette il peggio, "e se non esce da qui?" si domandò, poi sentì il cigolio quasi impercettibile della porta che lentamente scivolava sui cardini.
Ivan mosse solo pochi passi e Drakar alle sue spalle, estratto il coltello lo attaccò, Ivan, rapidamente, girò sui tacchi prima che il fendete potesse ferirlo e tirato fuori il coltello parò il colpo, le lame si scontrarono in un clangore metallico, scintille illuminarono i visi dei due combattenti.
I due si scambiarono sguardi di sfida, Ivan aprì leggermente la bocca mostrando i canini sporgenti e Drakar per nulla intimorito dal vampiro, mise in mostra la croce d'argento che gli pendeva dal petto pensando di poterne avere un vantaggio.
Ivan rintuzzò l'attacco spostandosi di lato e Drakar dal canto suo si chinò schivando il colpo, poi, fulmineo alzò la sua lama verso l'addome della creatura della notte che però sorprese l'avversario sussurrando un'unica parola e divenendo incorporeo.
La nube salì leggera verso l'alto scomparendo dentro una piccola finestra al primo piano della rocca.
Drakar si guardò attorno, dovevano essere passati al massimo una decina di minuti da quando Elysa e lui si erano separati, inutile cercare l'ingresso della rocca, le guardie l'avrebbero sicuramente fermato, guardò verso l'alto e pensieroso studiò alcuni secondi l'apertura entro cui era svanito il vampiro, poi preso la corda  e facendola roteare la lanciò verso il pertugio, saggiò la robustezza del rampino aggrappato ai mattoni poi iniziò a issarsi.
All'interno della rocca, il conte, affacciato ad una delle finestre, agitava le braccia recitando una nenia cadenzata. Una volta finito il rituale si voltò verso la moglie e le sorrise. proprio in quell'istante entrò Carmilla seguita da due guardie e le bambine.
"Incatenatele al muro e lasciateci" disse il conte accostandosi alla moglie senza distogliere gli occhi da Carmilla.
"Ottimo lavoro" disse compiaciuto accarezzando il viso della duchessa "presto ritroverai il tuo vigore".
Samahel, scostandosi strattonò una delle bimbe per quel che permetteva la catena e Amalia, visibilmente affamata aprì la bocca mostrando i canini aguzzi. 
"Bevi mia cara, bevi".
La donna non se lo fece ripetere e affondò i denti nella carne soffice della bimba che ancora sotto l'effetto di ammaliamento di Carmilla non oppose alcuna resistenza.
Il conte imitò la moglie avvicinandosi a Luisa e a sua volta si ristorò, poi invitò Carmilla a fare altrettanto alla terza bambina che in ginocchio era rasente il freddo muro della stanza.
Ivan, sotto forma di nube entrò da una delle finestre e subito dopo si mostrò nella sua natura umana, guardò il baccanale che si stava consumando nella stanza e sorrise.
Il suo sorriso si spese subito dopo quando dalla porta entrò Elysa con la balestra carica e puntata sui vampiri e contemporaneamente Drakar fece la sua comparsa dalla stessa finestra da cui era entrato il vampiro.
Presto nella stanza calò il silenzio, i presenti, tranne le bimbe si guardarono in cagnesco sicuri che quello sarebbe stato un luogo di morte.

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