martedì 3 maggio 2016

La ricerca del druido Provluv/5

Ivan e Veronika attraversarono il ponte e un arco si disegnò davanti a loro. La città vecchia era ben diversa da quella che dava sul mare. Circondata da mura, alle spalle aveva le alte vette innevate a proteggerla. Davanti all'arco c'era un guardiano, capelli scuri e sguardo torvo impugnava la spada pronto a ricacciare gli indesiderati dall'altra parte del ponte.

Ivan guardò l'uomo e poi la druida, lei notò qualcosa di strano nel suo sguardo e subito dopo sentì una fitta al fianco, portò la mano dove improvvisamente aveva sentito male e quando la ritirò guardandola, vide con stupore che era macchiata di sangue, iniziò a girarle la testa e se non era per il nano che le venne in soccorso, probabilmente sarebbe ruzzolata per il ponte tornando da dove erano venuti.
La guardia in tutto questo non si mosse, tenne lo sguardo fisso verso i due stranieri e non disse nulla.
Ivan aiutò la ragazza a sedersi appoggiandola delicatamente ad uno dei pilastri che componeva la ringhiera del ponte, poi si sedette accanto a lei.
"Potete curarvi?" chiese ingenuamente.
La druida affondò le mani nelle larghe tasche della sua tunica e tirò fuori alcune boccette dalla forma strana.
"Non posso curarmi qui, dovete assolutamente trovare il modo di farvi lasciar passare" disse al nano sottovoce.
Ivan fece una smorfia poi guardò l'uomo che ancora immobile sembrava aspettare il corso degli eventi.
"Vado" disse alzandosi e dirigendo i suoi passi verso l'arco dove il guerriero faceva la guardia.
"Salve" iniziò il nano sperando di ricevere risposta, così giusto per capire se l'uomo fosse cortese oppure scocciato di dover fare quell'ingrato mestiere.
Il guerriero non rispose, così Ivan continuò "la mia amica ha bisogno di urgente di cure".
La guardia spostò leggermente gli occhi che fino ad allora erano rimasti fissi sul nano, Ivan pensò stesse guardando la druida e quindi si sentì in dovere di dare spiegazioni.
"E' stata aggredita in un vicolo oltre il ponte, si è difesa bene e io l'ho aiutata, ma ora deve curare una brutta ferita al fianco altrimenti dovrete ritenervi responsabili nel caso dovesse morire".
Sentendo quelle parole Veronika fece una smorfia, tenendo la mano premuta sulla ferita che aveva ripreso a sanguinare.
La guardia al contrario sembrava una statua, non si mosse e le sue labra restarono serrate.
Il nano piuttosto spazientito del comportamento dell'uomo che aveva di fronte si piazzò davanti a lui e la sua mano destra, istintivamente si portò sull'impugnatura dell'ascia "dunque, cosa dobbiamo fare per passare oltre?".
Finalmente la guardia cambiò espressione abbassò lo sguardo sul nano e sul suo viso si dipinse un'espressione beffarda "pensa se per passare dovessi usare l'ascia... credi di potermi battere?"
Il nano rimase un po' confuso, staccò la mano dall'arma che gli pendeva dal fianco e si grattò la barba "tutti quelli che vogliono andare a trovare il sovrano devono battervi a duello?".
La guardia rise di gusto "e se anche fosse?".
Il nano fece un passo avanti "allora battiamoci" disse guardando il soldato e prendendo l'ascia.
"Non così presto" disse il guerriero brandendo la spada con due mani preparandosi se non altro a parare qualsivoglia attacco che avesse provato a fare il nano.
Ivan tenne l'ascia pronta e poi guardò veloce Veronika dietro di lui, lei aveva gli occhi chiusi e muoveva le labra tanto lentamente che il nano riuscì a comprendere molte delle parole che stava dicendo.
"Temo non ci sia tempo" disse preparandosi al duello "battiamoci o lasciaci passare".
La guardia abbassò la spada "cosa vi porta a Gluhdrin?".
Il nano capendo l'intenzione della guardia e sentendo poi la sua domanda si rilassò appoggiandosi all'ascia gettò nuovamente uno sguardo alle sue spalle e poi velocemente, tanto che le sue parole si accavallarono l'una con l'altra, spiegò a grandi linee della ricerca che stavano facendo i due, poi anche se con riluttanza descrisse lo scontro avuto nel vicolo e un po' sconfortato chiuse il discorso dicendo che ora non restava altro da fare che trovare nuove informazione e soprattutto attendere l'arrivo di Carmilla.
La guardia rinfoderò la spada, diede una pacca sulla spalla del nano e lo oltrepassò andando verso la druida.
Il nano fece una smorfia, scosse la testa e poi lo seguì dove la donna aveva finito di recitare l'incantesimo e esausta aveva chiuso gli occhi.
Il guerriero la prese tra le braccia "seguitemi mastro nano, avete superato la prova".
"Io, io", iniziando ad intavolare un discorso serio, non capendo bene come avesse potuto superare la prova, poi non trovando le parole finì con il seguire l'uomo davanti a lui e rimugginando cosa avesse mai detto di così eclatante da aver superato la prova per oltrepassare l'arco.
La via, mano a mano che saliva verso il castello, si strinse sempre più, la pavimentazione, inizialmente lastricata, divenne composta da sanpietrini scomodi e arrotondati, poi anche quelli finirono e l'ultimo tratto che percorsero lo fecero su un terreno chiazzato da pozze di acqua putrida e terra forse un tempo battuta, ora piuttosto sconnessa.
Il soldato si fermò tutto d'un tratto, il portone del palazzo distava una trentina di metri ed era sguarnito di sentinelle.
Il nano sorpassò l'uomo e andò a cozzare contro un muro invisibile, la botta fu tale che per poco non si ritrovò in terra.
"Non così alla svelta" disse una voce.
Il nano si guardò attorno poi incrociò lo sguardo del soldato che ancora teneva tra le braccia Veronika sperando di avere qualche spiegazione.
Lui alzò le spalle e attese silente, il nano restò qualche passo indietro sbuffando.
Mentre attendevano non si sa bene che cosa il guerriero si voltò verso il nano "Comunque non mi sono presentato il mio nome è Daviantis, ho avuto il piacere di conoscere Provlus, qualche mese fa è venuto a corte per parlare con il marchese, i due sono rimasti soli per un intera giornata, poi quando oramai il sole era calato da tempo oltre le montagne, l'anziano ha rifiutato la cena che Hirdriz gli aveva gentilmente offerto e dopo aver chiesto dove fosse il primo imbarco sul fiume si è allontanato.
Il mio signore mi ha ordinato di seguire il vecchio e scortarlo fino all'approdo, dove io stesso l'ho visto salire sulla barca e successivamente confondersi poi con le ombre della notte.
Il guerriero si mosse e il nano, dietro di lui, lo seguì.
Raggiunsero il portone che magicamente si aprì al loro arrivo, quindi attraversarono il cortile interno del castello dove alcuni uomini stavano duellando tra loro.
Due donne uscirono veloci da una porta laterale e si presero cura di Veronika che nel frattempo si era addormentata.
Daviantis fece un cenno al nano che già stava guardando le due donne e la sua amica rientrare da dove erano venute "no, mastro nano, noi andremo a parlare con il marchese, è ora di capire cosa sia successo al druido". (Foto di Marco Elli)

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