giovedì 5 maggio 2016

La ricerca del druido Provluv/6

Il giorno seguente la principessa del Lago Bianco e Carmilla si trovarono in giardino, la druida scalpitava, sapeva di essere in ritardo e sospettava che il nano Ivan non vedendola arrivare, si fosse messo a cercar Provluv da solo. Lowat, si avvicinò ad un tavolo in ferro battuto e vi stese sopra la cartina che aveva studiato il giorno precedente.

"Mia cara Carmilla, questa è la capitale dove sono state perse le racce di Provluv, secondo il mio sesto senso, il druido ha preso la via del fiume, non saprei se spontaneamente o se è stato costretto, ma sono quasi certa che una volta percorso un buon tratto di fiume" e intanto con l'indice si mise a seguire la piccola riga zigzagante azzurra segnata sulla mappa, "si è fermato qui" indicando uno spiazzio verde sulla carta.
"In quel punto c'è una enorme radura" disse la giovane guardando la cartina "cosa c'è oltre all'erba?".
"Potrebbe esserci di tutto, ma io credo fermamente che ci sia cresciuto un villaggio. Probabilmente il marchese non ha mandato nessuno a controllare anche perché coloro che abitano il nuovo insediamento è probabile che non abbiamo mai risalito la corrente per avventurarsi in città".
Carmilla guardò ancora una volta la mappa, poi spostò lo sguardo sull'elfa "ti ringrazio mia signora, ora per me è giunto il momento di ripartire. Le tue informazioni e indicazioni saranno preziose per la buona riuscita della ricerca".
"Piano, piano, sono decisa a non farti andare sola. Capisco che devi incontrarti con Ivan ma sono altrettanto convinta che tu e lui siete troppo pochi per poter affrontare l'intero villaggio se mai ce ne fosse bisogno e quindi..."
"E quindi?" chiese Carmilla sospettosa.
"Quindi ho pensato bene di unirmi al tuo viaggio, in fondo lo devo a Provluv, un tempo mi salvò la vita, è giunto il momento di ripagare il favore. Con noi verrà anche la mia guardia del corpo, un arcera di grande potenza e precisione, con Pennygarth al nostro fianco sono certa che riusciremo ad entrare e uscire dal villaggio senza neppure subire un grafio".
Carmilla dissimulò uno sbadiglio e portò la mano davanti alla bocca nascondendo così la sua espressione, aveva sperato di ripartire velocemente e da sola, e ora avrebbe avuto anche due compagne di viaggio.
La principessa mandò a chiamare Pennygarth che aveva già avvertito della sua prossima missione, quindi senza indugiare oltre, le tre donne, si lasciarono alle spalle il lago e si diressero verso est.
"Se viaggiamo a questa velocità arriveremo tra un giorno e mezzo" disse Lowat mentre stavano correndo attraverso un prato di erba medica "forse è meglio che vi trasporti io".
Carmilla la guardò stupita mentre Pennygarth che probabilmente conosceva il segreto della principessa sorrise. Carmilla guardò la principessa fermarsi e la imitò seguita a ruota dall'arcera, poi, poco alla volta vide il suo volto mutare, così come le sue gambe e le sue braccia, dopo pochi istanti sii era trasformata in un piccolo drago di colore viola come le vesti che indossava, si appollaiò a terra per facilitare la salita sul suo dorso alle due donne ma vedendo che esitavano le incitò a sbrigarsi "suvvia, non abbiamo tutto il giorno, salite".
Carmilla e Pennygarth salirono sul drago che sbattendo le possenti ali si alzò in volo.
Il viaggio fu veloce e sotto di loro la brughiera venne sostituita con sprazzi di foreste e filari di viti coltivate, poi piccoli paesi e in fine videro il mare estendersi davanti a loro e poco distante la capitale tra il mare e le montagne.
Era ormai sera quando il drago si posò a terra in una zona brulla non troppo distante dalle mura della città.
Quando Lowat riprese le proprie sembianze aveva i lineamenti tirati e stanchi, le braccia indolenzite e a stento si reggeva in piedi.
"Dovremo passare la notte fuori dalle mura" disse improvvisamente.
Pennygarth non era decisamente d'accordo e fece notare tutto il suo disappunto "mia signora, posso andare al portone, portare un vostro messaggio, sicuramente ci faranno entrare e voi potrete dormire in un giaciglio degno del vostro lignaggio".
L'elfa, che si era seduta sul prato e aveva appoggiato la schiena ad un tronco cavo di un albero colpito da un fulmine probabilmente diversi lustri prima, scosse la testa.
"Il marchese non è così ospitale come credi, io e lui abbiamo avuto spesso delle discussioni e l'ultima volta che l'ho visto abbiamo persino rischiato di vedere i nostri eserciti combattere tra loro. Domattina gireremo attorno alle mura e raggiungeremo il fiume, da lì cercheremo l'approdo più comodo, prenderemo una barca e ci faremo portare al punto prestabilito".
L'arcera scosse la testa, non era per niente contenta del piano, ma non volle neppure contrariare la propria sovrana, quindi, disse che avrebbe fatto un giro di perlustrazione poi sarebbe tornata magari con qualcosa da mangiare.

Carmilla seguì la scaramuccia verbale tra le due elfe senza dire nulla, poi, quando Pennygarth stava per allontanarsi la richiamò a sé "non allontanarti troppo, presto avremo visite".
L'elfa si guardò attorno, non vide nessuno muoversi tra i bassi cespugli e neppure giungere dalla strada. Sulle torri c'erano sicuramente delle guardie ma non potevano vederle da quella distanza e quindi non avrebbero potuto dare l'allarme.
"Cosa vai dicendo druida?".
"Dico solo che quando arriveranno le tre creature che sono vicine il tuo arco potrebbe servirci".
Pennygarth guardò Lowat che nel frattempo aveva appoggiato la testa al tronco cavo e aveva chiuso gli occhi.
"Aspetterò che arrivino" disse preparando l'arco.
La terra, improvvisamente tremò sotto i loro piedi e poco distante sbucarono dal terreno arido tre teste munite di piccoli spini aguzzi che rossi e blu sembravano muoversi vorticosamente tra la pelle rugosa delle creature.
Carmilla tentò immediatamente un incantesimo contro la loro avanzata. Non potendo contare sull'aiuto della vegetazione, troppo scarsa per poter intralciare loro il passo, decise di usare la forza del vento e sollevare intorno a loro una piccola tempesta di sabbia, sperando di disorientarle.
L'elfa prese la mira incoccò la freccia e centrò perfettamente il bersaglio.
Al centro della testa di una delle creature, uscite dalla tempesta di sabbia puntava la freccia appena scagliata da Pennygarth. Le altre creature avanzavano più velocemente, segno che il dardo aveva colpito qualche parte vitale della creatura venuta dal sottosuolo.
L'elfa preparò una nuova freccia, osservò la creatura e si convinse che se l'avesse colpita dove di tanto in tanto sembrava aprirsi una bocca munita di piccoli denti disposti su più fila, avrebbe potuto ucciderla.
La freccia arrivò esattamente a bersaglio ma venne sminuzzata dalle fauci della creatura e in fine ingurgitata scomparve all'interno di quella specie di vermone strisciante.
Carmilla si trovò attaccata da una delle creature che arrivata a pochi metri sputò verso di lei un liquido giallastro che a contatto con il terreno iniziò a fumare.
L'odore spigionato da quel fumo si fece insopportabile tanto che sia Carmilla che Pennygarth dovettero coprire la bocca e il naso con il tessuto delle loro vesti.
Alle loro spalle Lowat aprì gli occhi e muovendo le mani in una danza sinuosa e poi congiungendole mirando la creatura davanti a sé, fece comparire uno sciame di piccole bestie che al suo comando circondarono il vermone e lo assalirono completamente.
La nuvola di insetti ricoprì la pelle rugosa della creatura e poco dopo si aflosciò in terra.
Pennygarth incoccò nuovamente una freccia e riuscì a colpire il bersaglio oramai vicino a lei, esattamente quando la creatura iniziò ad impennarsi e aprendo la bocca sputar qualcosa verso di lei.
Il mostro ricadde con un tonfo sollevando polvere che volò ovunque e investì anche l'elfa che impietrita davanti a lei aveva chiuso gli occhi aspetandosi l'attacco.
Lowat vide il proprio nemico divorato dallo sciame e tirò un sospiro di sollievo. Carmilla formulò un nuovo incantesimo e dal cielo caddero piccoli aculei ghiacciati che uccisero la terza creatura.
Il sole era calato all'orizzonte e le stelle illuminarono parzialmente la notte senza luna.
"Sarà meglio fare i turni di guardia, non vorrei ritrovarmi nuovamente alle prese con creature fameliche".
Fortunatamente la notte passò tranquilla e all'alba Carmilla che era stata l'ultima a far la guardia svegliò le due elfe e insieme partirono alla volta del fiume. (Foto di Marco Elli)

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