lunedì 2 maggio 2016

La ricerca del druido Provluv/4

Carmilla, una volta abbandonata la foresta teatro dello scontro, restò celata agli occhi dei nemici per diverse ore, poi l'effetto dell'incantesimo terminò ed ella, oramai esausta, decise di chiedere asilo e riposo agli elfi del Lago Bianco.

Provluv l'aveva portata sulle sponde del bacino vulcanico alcuni anni prima, qui le aveva mostrato come domare le acque a suo piacimento e, nel caso utilizzarle per difendere o difendersi nel caso fosse inseguita o fosse imminente un attacco.
La lezione era durata alcuni giorni e durante il secondo pomeriggio di prove e nuovi insegnamenti, tre elfi erano giunti inaspettati.
Provluv in seguito spiegò alla giovane druida che conosceva molto bene la principessa Lowat. I due si erano conosciuti molti anni prima, quando lui, ancora giovane e inesperto era stato incaricato di portare sollievo al padre della principessa, che in quei giorni versava malato a letto.
Provluv, malgrado la giovane età dimostrò di essere un ottimo guaritore, il sovrano di Lago Bianco, in verità non era malato ma era sotto l'influsso di una possessione ma il suo spirito molto forte aveva respinto la creatura fin da subito mentre il suo corpo, già martoriato da guerre e dall'età stava lentamente deperendo sotto l'influsso del maleficio.
Il druido dopo aver sentito il parere esperto di diversi elfi che si occupavano di magia e di alchimia mandò una missiva ad un chierico nano che aveva combattuto al fianco del padre. Lui gli aveva suggerito di provare con alcuni incantesimi le cui parole erano scritte in una decina di pergamene che gli aveva fatto recapitare.
Carmilla era rimasta affascinata da quella storia e Lowat ancor di più nel vederlo all'opera instancabilmente per giorni e notti fino a quando l'elfo non si ristabilità del tutto.
La giovane druida ricordava altrettanto bene i tre elfi che erano sbucati all'improvviso dalle acque del lago e camminando leggeri sulle acque avevano raggiunto la riva dove lei e il suo maestro stavano provando un incantesimo piuttosto complesso.
La principessa Lowat aveva salutato il maestro e aveva chiesto in una lingua a lei allora sconosciuta chi fosse la fanciulla e cosa ci facevano in quei luoghi.
La stessa domanda sentì farsi lei quella notte.
Non era stata una donna a farle la domanda, bensì un uomo, egli, giunto improvviso, veva sorpreso Carmilla accucciata vicino alla sponda del lago intenta a dissetarsi.
"Chi sei e chi o cosa ti porta lungo le coste del Lago Bianco?" poi senza darle il tempo di ispondere alla domanda continuò "girati lentamente e poi seguimi".
Carmilla lasciò ricadere nelle acque ciò che era rimasto nelle sue mani giunte a coppa per bere, poi, lentamente come aveva detto l'elfo si voltò osservando colui che l'aveva scoperta.
 Alto e biondo teneva in mano un arco, la corda era tesa e la freccia incoccata pronta a colpire la straniera.
Carmilla sorrise e si avvicinò all'elfo "il mio nome è Carmilla, sono discepola di Provluv cerco asilo presso il popolo del Lago Bianco di cui conosco la principessa Lowat".
L'elfo rilasciò la corda tesa dell'arco e mise nuovamente la freccia nella faretra che teneva sulla schiena.
"Seguimi, la principessa sapeva del tuo arrivo".
Carmilla un po' stupita da quella rivelazione seguì l'elfo, non dentro l'acqua come si era aspettata ma verso il bosco che costeggiava il lago sulla sponda a ovest.
Gli elfi avevano costruito le loro abitazioni sugli alberi tra l'intreccio dei rami. Mimetizzate perfettamente con l'ambiente non si distinguevano dalla vegetazione intricata e oltre ad essere un buon riparo per la notte e le intemperie erano molto preziose per cogliere di sorpresa i visitatori imprevisti e mal voluto che di tanto in tanto si inoltravano nel bosco.
I due camminarono per diverso tempo prima di raggiungere il centro del villaggio, dove a terra sorgeva un piccolo castello, munito di due torri, si ergeva per una decina di metri sfiorando l'altezza degli alberi che lo circondavano. Il materiale di costruzione, per lo più legno, si confondeva perfettamente con la vegetazione a tal punto da sembrare esso stesso delle piante che salivano maestose dall'erba alta fino al ginocchio della druida.
Lowat era immobile seduta nel prato, circondata da diversi piccoli roditori sembrava stesse parlando amabilmente con loro.
"Salve giovane druida" disse mentre Carmilla era ancora intenta a guardare la costruzione maestosa.
"Salve regina del Lago Bianco" rispose educatamente accennando un inchino che l'elfa interruppe prontamente.
"Conosco il tuo maestro e ho visto anche te insieme a lui diversi anni fa. Ora vieni sola, cosa è successo a Provluv?" disse Lowat tentado di far sentire a proprio agio la ragazza che le apparve un po' scossa.
Carmilla raccontò per sommi capi dei suoi insegnamenti e del fatto che il maestro l'avesse allontanata. Poi con voce quasi rotta dal pianto spiegò quali fossero le sue intenzioni visto che la missione le sembrava per lo più compromessa.
"Non temere, farò in modo che tu possa ritrovare il nano Ivan e con lui continuare le ricerche del druido. Mi sta a cuore quanto a te la sua salute e malgrado mio padre abbia abdicato in mio favore, non vede sicuramente l'ora di incontrarlo nuovamente per sfidarlo a scacchi e magari prenders la rivincita dall'ultima partita".
Carmilla tirò un sospiro di sollievo, poi sedendosi anch'ella sul manto erboso spiegò all'elfa quali fossero le sue intenzioni "prima di riprendere il viaggio devo assolutamente riposare e riprendere un po' le forze".
Lowat sapeva che la druida le stava nascondendo qualcosa e quindi la incalzò a raccontare anche il resto "e... da cosa fuggi?".
Malgrado la sua reticenza, Carmilla raccontò dello scontro con le tre fiere e il mago che le guidava, poi, dopo una pausa, finì il discorso spiegandole le sue ultime sensazioni "mi sono allontanata dal teatro dello scontro invisibile ad occhio umano. Avevo timore di essere seguita, e ce l'ho avuto fin quasi alla vista del lago, poi le forze son venute meno e l'effetto dell'incantesimo è svanito. Io, nuda della protezione della magia mi sono ritrovata qui confidando nel vostro benevolo aiuto".
"Avete fatto bene a venire, vi darò riparo e quando sarete pronta vi farò accompagnare dalla mia guerriera migliore, lei vi scorterà fino alla capitale dove a mio parere non solo potrete ricongiungerv col nano, ma potrete conoscere le sorti del vostro maestro".
Carmilla fu sollevata dalle parole di Lowat che l'accompagnò all'interno del suo palazzo e la fece accomodare in una delle stanze adibita alla permanenza degli ospiti" riposate, domani mi racconterete quali siano in vostri piani per ritrovare Provluv e soprattutto i vostri sospetti. Ancora mi domando non solo dove possa essere finito ma soprattutto in mano a chi".
Carmilla si sdraiò sul letto e subito prese sonno.
Lowat uscita dalla stanza, si recò nella biblioteca, prese una pergamena e la srotolò sul grande tavolo che campeggiava al centro della stanza. La grande mappa mostrava nei minimi dettagli il territorio di quella regione e di quelle confinanti fino al mare dove si trovava la città di Gluhdrin dove sembrava si fossero perse le tracce del druido.
Chiuse gli occhi e iniziò ad agitar le mani in corrispondenza della capitale e poi pronunciò lenta le parole dell'incantesimo.
La visione, da prima fumosa, prese forma, vide il mare, poi il porto, entrò nella locanda e qui individuò due ombre che vicino al camino parlavano di un anziano prigioniero, si sforzò di vedere i loro volti ma quando fu lì lì per scoprire i tratti di quelle ombre la visione si spostò all'esterno del locale, percorse i vicoli, sfrecciò accanto ai passanti che ignari continuarono a camminare e infine raggiunse le alte mura che confinavano con il corso d'acqua impetuoso del Brurdht, qui la visione assunse nuovamente caratteristiche fumose, fu quasi certa che qualcuno voleva impedirle di conoscere altro, ma lei, aggiungendo parole all'incantesimo, riuscì a proseguire, sembrava stesse navigando il fiume controcorrente tanta fu la fatica che impegnò per raggiungere una radura dove sorgevano delle capanne. Qui, prima che la visione si interrompesse bruscamente, vide un volto, aveva la pelle rossa come se fosse ustionata, bolle nere al centro delle quali sporgevano uncini ricurvi crescevano purulente sulle guance e sulla fronte. L'uomo, che inizialmente aveva gli occhi chiusi li spalancò di colpo e la visione scomparve.
Lowat fu investita da un forte capogiro e dovette aggrapparsi al piano del tavolo per non cadere. Scosse il capo, chiuse gli occhi e lentamente pronunciò nuove parole di un altro incantesimo.
Il malessere poco alla volta scomparve e lei tornò ad essere padrona del proprio corpo. Aprì nuovamente gli occhi e guardò la mappa, con l'indice della mano destra seguì il corso del fiume che aveva visto e seguito, poi arrivò alla radura e con l'unghia dello stesso dito tracciò sulla pergamena una piccola x.
"Ecco dove sta Provluv" e pensando a Carmilla sul suo viso si dipinse un aria triste conoscendo già le sventure alle quali la giovane druida poteva andare in contro.

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensate?