martedì 3 maggio 2016

L'ultimo scontro

La donna decise di sfidare la sorte, ormai nulla avrebbe fermato l'invasione. Il suo mondo stava per essere totalmente annientato, le restava solo qualche ricordo e poco altro. Il grigio l'aveva avvolta e nulla sembrava poter farla tornare ai tempi migliori.

Il male, o come lo chiamava confidenzialmente lei Brut, stava appollaiato sopra di lei invisibile agli occhi degli altri; caldo in un abbraccio effimero, di tanto in tanto sembrava nutrirla, lei dominata, chiudeva gli occhi e quasi meccanicamente apriva leggermente le labra, poi ingurgitava qualcosa e sul suo viso andava dipingendosi un'espressione di godimento che durava solo alcuni secondi.
A quegli attimi seguiva la sempre più pressante consapevolezza della fine.
Quel mattino venne a trovarla uno straniero, portava una lunga tunica scura, barba lunga e sulla testa aveva calato il cappuccio così che lei riuscì a intravedere il suo sguardo solo quando si chinò su di lei. I suoi occhi erano di un azzurro chiaro e profondi scrutarono la sua anima. Sorrise e poi girò lo sguardo sull'addome di lei dove nessuno fino a quel momento si era accorta della presenza di Brut.
"Lo vedete?" disse lei con un filo di voce.
L'uomo tornò a guardarla e sorrise "non ne faccio mistero" disse e la sua voce parve far tremare i vetri della piccola stanza.
La donna, pronta al rito che si compiva regolamente aprì leggermente le labra, ma questa volta la creatura non fece in tempo a nutrire la sua vittima. L'uomo incappucciato arrivò prima di lui, mise una mano delicatamente sulla bocca di lei e sussurrò alcune parole.
L'aria nella stanza si fece calda, Brut ebbe un fremito, un onda di calore si diramò dalla sua massa informe, anche il colore, per coloro che lo potevano vedere, divenne più chiaro, poi d'un tratto si spense divenendo una massa scura.
La donna aprì gli occhi, incredula portò le braccia sulla pancia dove prima era posizionata la creatura maligna. Accarezzò quella massa nera e poi con un gesto secco la cacciò da qualche parte.
L'uomo la vide rotolare e cadere sul pavimento dove andò in mille pezzi e si trasformò in cenere così fine da confondersi con il pulviscolo.
Sorrise, tolse la mano dalla bocca della donna e senza dire nulla abbandonò la stanza.
Il giorno seguente il mondo tornò alla vita, l'invasione così come si era palesata improvvisamente, improvvisamente si dileguò. Lei, aveva vinto un'altra battaglia, una delle tante che già l'avevano messa alla prova. (Foto di Claudia Manzo)

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