domenica 24 luglio 2016

Il portale/3

Nelle ore successive alla comparsa delle fiere e del loro evocatore la luna scomparve totalmente dal cielo e sul terreno si dipinsero ombre scure increspate soltanto dalla leggera brezza sulle acque putride delle pozze maleodoranti della palude.

I quattro si accamparono nell'unico punto che sembrava essere stato risparmiato dall'acquitrino. Alartes fu il primo a far la guardia, i suoi occhi, poco abituati a quell'oscurità quasi totale scrutando l'orizzonte spesso venivano traditi dalle ombre che sembravano muoversi intorno a lui.
Guerriero molto esperto si sedette incrociando le gambe, rallentò il ritmo del proprio cuore e anche il respiro poi, tenendo la mano destra sull'elsa della spada non potendo vedere cosa lo circondasse, si concentrò sui rumori. Una volta capito quali che fossero i rumori comuni e da dove provenivano. Rimase silenzioso per due ore, fino a quando Alak gli diede il cambio.
Il mezzodrow avendo una vista migliore, riuscì a vedere benissimo cosa lo circondasse, al contrario del guerriero non si sedette ma camminò in lungo e in largo cercando altri tesori che il drago poteva aver smarrito lungo il tragitto verso la sua tana.
Il bottino che riuscì a raccogliere fu molto magro, nella sacca dimensionale che portava sempre sulle spalle infilò un calice e alcune pietre, poi, al termine delle due ore pattuite per il periodo di guardia, tornò nel punto stabilito e attese l'arrivo del chierico.
Khellendrox, dopo aver consumato un pasto leggero, aveva deciso di appartarsi, si era tolto l'armatura che portava i segni dello scontro avuto in precedenza, aveva pregato Moradin recuperando le forze, poi inginocchiato aveva chiesto alla stessa divinità di riparargli l'armatura.
Terminato l'incantesimo si infilò l'armatura e alla scadenza e stava giusto per coricarsi quando sentì dei rumori giungere dalla sua destra. Si alzò e raggiunse Alak che probabilmente lo stava già aspettando.
"Sentito nulla?" chiese in un sussurro.
"E' da un po' che qualcosa si muove nell'ombra. Sembra che da una pozza fuori escano dei piccoli sassi, sono bianchi e riflettono la poca luce soffusa della luna".
Il chierico guardò verso il punto indicato dal mezzosangue e in effetti vide saltellar fuori dal terreno acquitrinoso, quelle che sembravano pietruzze sferiche oblunghe.
Se ne potevano contare già un certo numero disposte sul terreno a costruire delle piccole montagnole. Improvvisamente una sagoma più scura si mosse strisciando, il nano riconobbe l'enorme in essa un enorme rettile, e quando aprendo le fauci mostrò la lingua biforcuta e le quattro inconfondibili zanne bianche ne fu certo.
Anche Alak vide il serpente e istintivamente prese entrambe le spade preparandosi a combattere. Con stupore di entrambi dalla bocca del serpente uscirono diverse creature, piccole e scheletriche procedettero veloci spostandosi sopra quei numerosi sassi e raggiungendo infine il terreno solido.
Il nano calcolò la distanza, si e iniziò ad intonare un canto. Alak da prima deciso a fronteggiare le creature restò fermo aspettando l'iniziativa del nano.
Il canto raggiunse il culmine, il cielo sembrò aprirsi e dalle nuvole plumbee si scorse una luce intensa che andò a colpire le piccole creature nonmorte.
Molte di queste, colpite dai raggi divini si disintegrarono, altre esplosero e frammenti ossei volarono tutt'intorno. Shin e Alartes, svegliati dal canto e dalle esplosioni multiple si accostarono al nano e ad Alak.
Alartes e Alak spade in pugno, affrontarono le creature scampate all'incantesimo del chierico, Shin dopo essersi concentrato e aver recitato un incantesimo lanciò su un gruppo di creature sfere infuocate che sciolsero i corpi ossei dei mostri.
Khellendrox impugnato il martello si preparò ad affrontare l'enorme rettile che stava strisciando verso di lui.
Il serpente allungò la testa verso il nano e sibilando la lingua tentando successivamente di morderlo. Le lunghe zanne bianche si chiusero sullo scudo e lo sradicarono dal suo braccio lasciando il chierico senza un riparo sicuro.
Il nano in tutta risposta, avendo molto vicina la testa del mostro raccolse tutte le sue forze e calò il martello sulla sommità della testa triangolare aprendone uno squarcio dal quale uscì un liquido verdastro che cadendo sul terreno iniziò a fumare.
Nel frattempo le creature evocate dal serpente, morirono una dopo l'altra sotto i colpi di Alak e Alartes e gli ultimi rimasti, caddero per mano di un nuovo incantesimo dell'elfo.
Poi, Shin, si avvide del rettile che stava nuovamente attaccando Khellendrox e diresse su di lui la potenza di un nuovo incantesimo.
La terra sotto l'enorme corpo del rettile tremò e uno squarcio si aprì inghiottendolo. Il serpente prima di restare intrappolato nel crepaccio creato dal mago tentò inutilmente di afferrare il nano e portarlo con sé nelle profondità del terreno.
Khellendrox riuscì in extremis a scartare l'attacco della creatura e rotolando sul terreno si ritrovò poco distante dalla voraggine in una pozza maleodorante.
A tirar fuori dalla palude il chierico ci pensò Alartes. I quattro si radunarono nuovamente nel luogo che avevano scento per riposare e vedendo che la notte non sembrava voler terminare decisero di mettersi nuovamente in marcia guardinghi e sicuri che il drago avrebbe mandato loro altre creature prima di incontrarli personalmente. (Immagine Zero Distance)

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