sabato 30 luglio 2016

Il signore delle mosche

Khellendrox, rientrato da poco sedeva alla scrivania intento a redigere il rapporto sulla missione appena conclusa.

 Il "signore" in questione non era stato preso, ma in compenso gli era andato in fumo un traffico non indifferente e poi, forse la cosa migliore che potesse capitare, ora il nano aveva Khytara dalla sua parte e le indagini avrebbero sicuramente assunto nuovi risvolti.
Stava digitando sui tasti velocemente quando notò un movimento rapido passare davanti allo schermo non una, non due ma parecchie volte e questo lo infastidì non poco.
La piccola creatura si era posata sul tavolino dove Khellendrox teneva alcune carte. 
Il ronzio aveva infastidito il nano a tal punto che egli, distolto lo sguardo dal monitor aveva seguito l'insetto nel suo volo e ora lo stava osservando. Calò il visore sull'occhio destro, premette un pulsante poco più che visibile sulla tempia e la stanza assunse una colorazione bluastra, voltò lo sguardo lentamente per abituarsi a quella nuova visione, alcuni oggetti si colorarono di rosso altri di verde.
La proiezione sul visore gli fece vedere ciò che a occhio nudo non sarebbe stato possibile, l'insetto assunse una colorazione verde. Il nano diede un comando neuronale e la mosca si ingrandì diverse volte e così riuscì a vedere molto più nitidamente. 
Nelle ali di quella piccola mosca correvano fili di rame e piccoli circuiti che di tanto in tanto si illuminavano trasportando probabilmente informazioni alla memoria centrale residente nel corpo grigio.
Distolse lo sguardo per cercare un oggetto che potesse fare il caso suo, voleva prenderla senza ucciderla così da poterla esaminare meglio. Sulla scrivania c'erano solo dei piccoli fogli traslucidi, alcune penne e poco altro.
Con la coda dell'occhio non aveva perso di vista la creatura cibernetica che esattamente come se fosse una mosca viva nel frattempo, ferma si stava pulendo le zampette anteriori sfregandosele energicamente.
Khellendrox pensò fosse in procinto di trasmettere dei dati, doveva agire velocemente, prese il puntatore laser cheteneva nel portamatite e lo puntò verso la mosca, fu questione di un lampo, premette il pulsante, illuminò la mosca che tentò di alzarsi in volo per schivare quella luce accecante. Il nano fu più veloce e puntò il fascio laser esattamente dove la mosca sarebbe andata a volare.
Il ronzio durò solo pochi istanti, l'insetto, colpito cadde a terra e il nano lo prese per un ala delicatamente, con due dita, lo posò nello scanner, chiuse il coperchio e sul monitor comparve la mosca ingrandita diverse centinaia di volte, vide i circuiti, vide i lampi delle informazioni che morenti stavano per essere elaborati dalla memoria centrale oramai difettosa per via del raggio laser e infine vide il numero di matricola.
La mosca morì di lì a poco, il corpo grigio ebbe un ultimo sussulto poi perse ogni tipo di energia. Khellendrox aveva nel frattempo raccolto abbastanza dati, li trasferì nel suo database e iniziò la ricerca.
Tramite quella sequenza di numeri e caratteri gli si aprì un mondo. (Foto di Simona Marletti)

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