venerdì 24 luglio 2015

Dopo la grande crisi del '73, le città andarono via via spopolandosi, quasi ovunque, i quartieri residenziali periferici, divennero preda di bande senza quartiere che si facevano la guerra tra loro. Non era difficile, soprattutto al calar della sera, trovarsi nel bel mezzo di un azzuffata o ancor peggio di una sparatoria. Così lo stato centrale, o quel che ne rimaneva incaricò alcuni uomini ben pagati, di pattugliare le strade, arrestare i violenti e nel caso lo ritenessero giusto e necessario uccidere.
Khellendrox, dopo aver preso parte a diverse di queste spedizioni punitive, si era stufato, aveva radunato alcuni uomini fidati, poi aveva chiesto espressamente, di esaminare la parte a ovest di Thorino quella era diventata la sua giurisdizione da qualche tempo a questa parte.
Alcuni stoici abitanti, che avevano voluto restare nelle loro case, all'ultima assemblea di quartiere, avevano sottolineato la sparizione delle bande dalle strade e il ritrovamento di molti corpi appartenenti a quei mascalzoni. 
"E avete assistito o sentito scontri durante la notte?" chiese il nano seduto dietro una vecchia scrivania.
Gli abitanti si guardarono in faccia "no, signore, nessuna sparatoria" rispose il più giovane e coraggioso del gruppo "pensate sia arrivato in città qualcosa di più pericoloso?".
"Non posso avanzare ipotesi di nessun tipo, manderò questa sera alcuni uomini a pattugliare le strade, voi restate in casa fino a nuovo ordine".
Durante l'assemblea si parlò anche del razionamento dell'acqua e del ripristino dell'energia elettrica, che negli ultimi giorni era andata e venuta a singhiozzo.
"Vedrò cosa possiamo fare, ora andate" disse Khellendrox alzandosi "l'assemblea è sciolta".
Alcuni cittadini uscirono dal piccolo capannoncino e formando un capannello davanti all'ingresso si misero a parlare del più e del meno fino a quando il nano e due uomini armati non uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Voi andrete a controllare, io devo andare da Smith, vediamo se questa volta vorrà ascoltarmi".
Khellendrox passò volontaramente vicino al gruppo di cittadini che stavano ancora parlando tra loro "andate a casa" disse con tono deciso.
Due degli uomini lo guardarono torvi, ma una delle donne intervenne "tutti a casa nostra, così finiamo la discussione".
Il gruppo salì su un piccolo pullmino che avevano parcheggiato al lato della strada.
Quando la donna alla guida premette sull'acceleratore si udì un sibilo e il mezzo si mosse avanzando a mezz'aria sulla strada ingombra di detriti di ogni genere.
Khellendrox salì sulla sua macchina mentre i due militari, dopo averlo salutato presero due motociclette e partirono inseguendo a breve distanza il pullmino.
Il quartiere era deserto, il pullmino, venne parcheggiato vicino ad un'abitazione bassa e i sette occupanti scesero, salutarono i militari e poi entrarono in casa.
I due soldati, lentamente si aggirarono tra le macerie che ingombravano buona parte della sede stradale, il sole, era offuscato da una coltre di nebbia che stava aumentando.
"Nulla" disse il più giovane dei due.
"Andiamo a dare un'occhiata a quella casa, è nel giardino che hanno trovato l'ultimo corpo senza vita. Se non troviamo niente, torneremo alla base e stilerò il rapporto".
"Ben fatto sergente" disse Tom avanzando in mezzo alla strada e avvicinandosi ad una vecchia auto arrugginita.
L'altro, che lo seguiva a breve distanza, avendo sentito un rumore alle loro spalle si voltò per vedere cosa fosse, nel mentre, all'improvviso, dalla nebbia, sbucò un essere metallico.
Alto quasi tre metri aveva tre piedi metallici che roteavano permettendogli di spostarsi sull'asfalto della strada piuttosto agevolmente, quattro lunghe braccia meccaniche scendevano della spalle corazzate. Non aveva una testa ben definita ma all'interno del tronco, Tom vide un corpo scheletrico collegato a dei fili che si perdevano sopra e sotto la capsula di vetro che lo conteneva.
Senza pensarci imbracciò il suo Accuracy International L96A1 e iniziò a sparare svuotando il caricatore.
L'altro soldato, che si era attardato, sentendo i colpi sparati dal compagno corse verso di lui "cosa abbiamo?" chiese prima di guardare davanti a sé.
"Una brutta faccenda" rispose Tom mentre stava ricaricando il fucile.
Jeck guardò il mostro biomeccanico che si stava avvicinando di gran carriera, prese una delle due granate che aveva appesa in cintura e dopo aver tolto la sicura la lanciò contro il nemico.
"Giù" urlò buttandosi a terra, l'esplosione piuttosto vicina gli fece fischiare le orecchie e per alcuni minuti fumo e nebbia non gli permisero di vedere se il mostro biomeccanico avesse riportato danni.
Nel frattempo, Tom aveva ricaricato l'arma e la stava puntando verso la direzione dove aveva sparato in precedenza.
Udirono un rumore sordo poi altro fumo e polvere li raggiunse, pensarono fosse crollata una veranda di una delle abitazioni che si affacciavano alla strada, poi, videro sbucare dal fumo la creatura, due delle quattro braccia erano visibilmente danneggiate e penzolavano seguendo il movimento ritmico del movimento claudicante della creatura. Lo scheletro all'interno del tronco, si era posizionato in modo strano e alcuni filamenti che prima gli uscivano dalla testa e andavano verso l'alto ora ricadevano sul collo e sulla schiena.
La creatura alzò entrambe le braccia ancora funzionanti e dalle tre dita si diffusero dei piccoli lampi azzurri che colpirono Tom in pieno petto. Il corpetto riuscì ad attutire un po' il colpo ma l'uomo si accasciò a terra svenuto.
Jack, valutò di essere troppo vicino al mostro meccanico per usare un'altra bomba in maniera efficace e quindi prese il suo fucile e sparò due raffiche cercando di mirare la cupola di vetro che proteggeva lo scheletro manovratore.
Il vetro non si scheggiò neppure e la creatura, malgrado avesse una delle gambe parzialmente bloccata, avanzò ancora di qualche metro, poi alzò nuovamente le braccia funzionanti e le puntò verso il militare.
L'aria si riempì di un odore strano, a Jack bruciarono gli occhi, dietro di lui sentì un rumore sordo e poi vide passargli accanto una palla di fuoco grande come la sua testa.
Il proiettile incendiario investì la creatura mecallica che barcollò e poi cadde al suolo.
Jack si accostò a Tom per valutare le sue condizioni, posò due dita sul collo del compagno e trovò un flebile battito cardiaco. Rassicurato si guardò alle spalle da dove era partito il colpo e vide Khellendrox, aveva sulla spalla un lancia missili Arasaka 3-Shot, e stava avanzando verso la biomacchina "ora la finisco" disse guardando Jack "tu pensa a Tom".
Jack prese sotto le ascelle Tom e lo trascinò dietro alla carcassa di una macchina, poi preso il kit medico, iniziò a medicarlo.
Il nano si inginocchiò e premette nuovamente il pulsante per far partire un secondo missile.
Il proiettile incandescente andò nuovamente a bersaglio e la biomacchina esplose sparpagliando pezzi e scintille ovunque.
Da una delle case uscirono alcune persone "è tutto finito" le rassicurò Jack spuntando fuori dal nascondiglio "tornate in casa".
I cittadini vista la creatura metallica distrutta sulla sede stradale e i due militari incolumi salutarono e rientrarono in casa.
"Dobbiamo trovare chi mette in giro questi cosi" disse Khellendrox una volta avvicinatosi a Jack e Tom.
"Lo troveremo, ora andiamo, qui per ora è tutto finito".
I tre salirono sull'Hummer del capo e sfrecciarono verso la base.

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