giovedì 23 luglio 2015

Una volta scese le scale, prima di uscire dalla torre, Beatrix formulò una richiesta "Visibile al visibile, invisibile all'invisibile", poi si accostò alla porta e sporse la testa. Due soldati erano a qualche passo dalla porta e mentre il primo guardava in direzione della strada, il secondo, di tanto in tanto gettava un occhio alla torre, guardava in alto, probabilmente cercava di scorgere se qualcuno si stesse sporgendo da una delle finestre che erano state murate.
Beatrix uscì dalla torre, passò in mezzo alle due guardie e con i lunghi artigli della mano destra scompigliò i capelli del soldato che aveva lo sguardo alla torre.
Egli, immaginando si trattasse di un insetto cercò di scacciarlo iniziando a passarsi le mani tra i capelli.
La donna guardò per un'ultima volta i due soldati, poi si diresse verso il centro cittadino, la sua idea era quella di arrivare indisturbata al palazzo del duca, entrare e magari ucciderlo.
Camminò lentamente tra la gente, stando attenta a non essere toccata da nesuno, era invisibile ma non incorporea. L'aria era dolce e il sole scaldava la sua pelle chiara. Era stata prigioniera così a lungo che per vezzo, più che per necessità, quando si trovò in una piazza quasi deserta, aprì le larghe ali nere e spiccò il volo.
Dall'alto la cittadina non era meglio che dal basso, era cresciuta disordinatamente e guardando le mura, Beatrix notò che doveva essersi persa una guerra o qualcosa di simile, infatti il bastione a nord era oggetti di riparazioni piuttosto ingenti. C'erano almeno una ventina di uomini che si affaccendavano intorno al crollo e un'altra decina stava dentro e fuori le mura a sorvegliare che nessuno passasse indisturbato.
Nel frattempo, nella torre Alartes riaprì gli occhi, aiutandosi con le braccia tentò di mettersi a sedere e una volta trovata la posizione eretta, la testa iniziò a girargli vorticosamente, si appoggiò alla parete e prese a respirare lentamente a bocca aperta, poi guardò il trono dove un tempo era seduta Beatrix, istintivamente portò la mano destra alla spada e prendendo coraggio iniziò a scendere i gradini "allarmi, allarme" urlò, sperando di attrarre l'attenzione dei due uomini che aveva lasciato di guardia.
Stava per fare gli  ultimi gradini quando gli venne incontro uno dei due soldati "Che succede?" chiese visibilmente preoccupato.
"E' scappata e deve essere per forza passata dalla porta" disse Alartes aumentando il passo e quasi travolgendo il soldato che si fece di lato appena in tempo.
"Non l'avete vista vero?" continuò Alartes raggiungendo la porta "sicuramente ha usato uno dei suoi stratagemmi e invisibile si è fatta beffe di voi".
Il soldato storse la bocca e seguì Alartes fuori dalla torre, dove il secondo soldato al sentire le grida si stava guardando attorno.
Prima che Alartes potesse far domande, iniziò balbettando "n-no, m-messer-rre, d-d-di qui, non è pass-pass-sata".
"Già" si limitò a dire Alartes che si avviò verso il centro abitato "sospetto abbia un conto in sospeso e voglia saldarlo"
I due soldati un po' inebetiti e timorosi per quello che avrebbe potuto accadere loro se il duca fosse venuto a conoscenza della fuga di Beatrix, rimasero sulla porta "noi, si resta qui" disse uno dei due "non si sa mai che torni".
Alartes, continuando a camminare sollevò le spalle "fate come volete".
Giunto nella piazza principale del centro abitato guardò il palazzo dove il duca aveva preso dimora. Un tempo, quello era il palazzo di Beatrix, e il guerriero si prefigurò la strega invisibile, salire le scale indisturbata, uccidere le guardie lungo il suo cammino e poi arrivare silenziosa alle spalle del duca e fargli prendere un bello spaghetto, probabilmente avrebbe potuto limitarsi a far solo quello. Il duca, già in là con gli anni sarebbe anche potuto morire di infarto.
Alartes si avvicinò a portone, una delle guardie stava per fermarlo, probabilmente per chiedergli le generalità ma poi lo riconobbe e spingendo la porta verso l'interno si fece di lato per farlo passare "il conte sarà sicuramente curioso avere vostre notizie" gli disse sorridendo.
Alartes pensò che quel sorriso non fosse per nulla indicato in quel frangente, abbassò lo sguardo e passò oltre.
L'ambiente era fresco e lo scalone marmoreo era fin troppo largo e sfarzoso per quell'edificio che all'esterno era stato un po' lasciato andare.
Dal piano superiore non giungeva nessun rumore, e la cosa insospettì Alartes che prese a salire i gradini tre a tre per far prima.
Beatrix, volando sopra la città, aveva individuato il suo vecchio palazzo, aveva visto le due guardie all'ingresso ma se n'era completamente disinteressata, decidendo di planare sul balconcino che dava sulla piazza.
Si appollaiò sulla balaustra che recintava il piccolo balcone e ripiegando le ali fece un piccolo balzo all'interno della stanza.
Il duca era seduto alla scrivania ed era intento a leggere alcune carte, Beatrix sfruttò l'elemento sorpresa e divenendo visibile tutto d'un tratto si portò davanti al duca battendo i pugni chiusi sul tavolo.
"Salve, carissimo duca" urlò guardandolo negli occhi.
L'anziano, com'era prevedibile sussultò sulla sedia, deglutì e tentò di chiamare aiuto ma dalla sua gola uscì solo un lieve, confuso, mucchio di sillabe incomprensibili.
"Meglio che ce la giochiamo noi" disse la donna prendendo una sedia e sedendosi davanti al duca.
"Come avete fatto a scappare?" fu la prima frase che l'uomo riuscì a formulare dopo diversi tentativi.
"Semplice, il buon Alartes ha pensato di sostituirsi al nano e..." piegò la testa "inutile dire che la zuppa non è pan bagnato".
Il conte fece scivolare una mano sotto la scrivania e lentamente andò a tastare il piano in legno fino a quando trovò quello che stava cercando.
"Non penserete di uccidermi con quella cosa?" disse la donna alzandosi di scatto e prendendo il bordo della scrivania con entrambe le mani la scaraventò facilmente di lato, lasciando il duca seduto davanti a nulla.
"Voi dovete morire" disse dopo essersi riseduta.
Il duca, si sentì nudo davanti a quella creatura che sapeva avere poteri misteriosi "so di essermi comportato in modi discutibili, ma..."
"Non ci sono ma, la vostra morte sarà lenta e dolorosa e..." stava per aggiungere altro ma si fermò tendendo l'orecchio alla porta "abbiamo compagnia".
La porta si aprì lentamente e sbucò il viso di Alartes che guardò esattamente nella direzione del duca e di Beatrix "sapevo che ti avrei trovata qui" disse entrando e richiudendo la porta alle sue spalle.
La donna si era portata di fianco al duca e aveva infilato uno dei suoi artigli dietro alla nuca del duca, il quale, dopo aver avvertito una lancinante fitta di dolore, ora non sentiva più nulla.
"Taaaardi" disse Beatrix ridacchiando.
Alartes fu per un attimo indeciso, la mano destra passò dall'elsa della spada al borsello che teneva allacciato in vita e prese un boccetto, lo portò alla bocca e con i denti lo stappò, poi, velocemente, dirigendo l'imboccatura verso la donna e il conte, con un preciso movimento del polso, sparse il contenuto davanti a sè.
Il conte urlò di dolore, pur non potendo muoversi, il suo corpo ebbe uno spasmo e si accasciò sulla sedia.
Beatrix sembrò non aver ricevuto nessun effetto da quella minuscola polvere grigiastra che si era sparsa ovunque, poi, guardò Alartes e iniziò a starnutire.
Sembrava non fermarsi più, aveva le lacrime agli occhi ed era dovuta indietreggiare per prendere un po' d'aria che entrava dalla finestra da dove era entrata.
Fu allora che il guerriero gettò a terra l'ampolla vuota e prese la spada "mi hai gabbato una volta, questa sarà la volta che ti rispedisco da dove sei venuta e dove so con certezza ti aspettano a braccia aperte".
Beatrix, ripreso il controllo, guardò il guerriero, poi fece un balzo e lo superò, velocissima riuscì ad aprire la porta ed uscire dalla stanza trovandosi nel corridoio vicino alle scale.
Alartes, sbigottito per quella fulminea mossa la inseguì, e i due si ritrovarono sulla immensa scala.
Beatrix dispiegò le ali nere e socchiudendo gli occhi, mormorò tre parole e dalla sua schiena presero forma due corna nere. Piccoli ragni saltarono fuori dalle sue vesti lunghe e iniziarono a risalire i gradini cercando la preda da uccidere.
Alartes non si fece trovare impreparato, saltò tre gradini dove si erano assiepati gli aracnidi e puntando la spada verso la donna, tentò di affondarla nel suo ventre.
Beatrix, volteggiando riuscì a schivare quel goffo attacco, poi piegandosi in maniera un po' innaturale riuscì a far sì che una dei lunghi corni diventasse la sua spada, si mosse veloce e duellò con Alartes per alcuni secondi.
Il guerriero, riuscì a rintuzzare tutti gli attacchi della strega vampira, poi tornò ad affondare la sua lama e questa volta, la donna non riuscì a schivare quel colpo. Il vestito nero si squarciò su un lato e un liquido vermiglio iniziò a scorrere verso i suoi piedi.
La donna, fece un passo indietro e dovette ricorrere alla magia per fermare la foga del guerriero, allargò le braccia, recitò una veloce filastrocca e il pavimento sotto i piedi di Alartes si aprì.
Il guerriero perse l'equilibrio e cadde fino al busto dentro a quella voraggine.
"Potrei ucciderti, o lasciarti lì a penzolare per l'eternità" disse Beatrix schernendo l'uomo che continuava a divincolarsi cercando di uscire da quel buco.
"Non ho tempo per guardarti morire e ho ottenuto ciò che volevo, ora andrò a cercare il nano e la mia vendetta sarà completa".
Alartes tentò il tutto per tutto ma la sua mossa un po' sgraziata non fece che peggiorare la sua già precaria condizione, infatti un'altra parte del pavimento crollò ed egli precipitò all'interno della crepa scomparendo dalla vista di Beatrix.
"A mai più" disse Beatrix prima di volatilizzarsi e dirigersi verso le terre del nord.

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