giovedì 15 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Epilogo

I raggi del sole penetrarono nel castello illuminando le stanze dove servi e soldati si affaccendavano nei loro lavori. Giulio era seduto su una delle ingombranti sedie della sala, la testa fra le mani e gli occhi arrossati dal pianto. Sapeva in cuor suo che il padre l'avrebbe sgridato, ma non poteva tacere l'arrivo della donna la sera precedente e la sua sparizione durante la notte, ma soprattutto non poteva tacere la ricomparsa delle due sorelle.

Mentre stava ancora riflettendo su cosa avrebbe detto al conte, sentì i passi di Ada che si avvicinavano. Alzò la testa e la guardò aspettando che dicesse qualcosa.
"Vostro padre, il conte, è qui" si limitò a dire, poi dopo un breve inchino gli voltò le spalle e si dileguò dietro una delle porte diretta in cucina.
Giulio si fece coraggio, quasi sicuramente era già venuto a conoscenza dell'arrivo dell'ospite e ora avrebbe voluto incontrarla. Doveva porre rimedio immediatamente alla cosa prima che fosse troppo tardi.
Prese a stirarsi nervosamente la camicia e, dopo essersi sistemato il colletto, raggiunse il cortile dove il conte si era fermato a parlare con una delle guardie. Quando lo vide uscire dalla fortezza lo salutò cordialmente.
"Giulio, ho saputo che ieri sera è arrivata un'ospite inattesa?"
Il ragazzo prese sottobraccio il padre e lo accompagnò nella sala da pranzo "sedetevi, devo giustappunto parlarvi di questo" disse divenendo scuro in volto.
Il conte si sedette e attese aggrottando le sopraciglia "qualcosa non va?"
"In effetti..." iniziò Giulio "sono molte le cose che non vanno".
"Vi riferite forse al violento temporale di ieri?"
"Non esattamente"
"Allora parlate, per amor del cielo. Non tenetemi sulle spine".
Giulio si sedette davanti al conte e lentamente iniziò a raccontare l'accaduto.
A mano a mano che la storia procedeva il conte si fece serio.
"...e quando stamattina l'ho vista per l'ultima volta, mi pare fosse insieme a Clara e Sveva. Ho tentato di fermarle, ma tutte loro si sono dileguate oltre il muro".
Il conte inspirò profondamente, poi scosse il capo buttando fuori l'aria dei polmoni come se avesse ascoltato il discorso del figlio senza neppure respirare.
"Sveva e Clara. Le tue sorelle hanno lasciato questo mondo tanto tempo fa, forse non ti ho mai raccontato fino in fondo l'accaduto e ora, sembra sia venuto il momento".
Giulio nel vedere il padre rilassato e per nulla in collera si rilassò a sua volta appoggiando la schiena contro lo schienale della sedia "dunque..." le parole gli morirono in gola sperando che il padre potesse estinguere i suoi dubbi.
"Alcuni anni fa io e vostra madre eravamo da mio fratello, Sveva e Clara giocavano in cortile insieme a Monica, la loro unica figlia. Io e Riccardo camminavamo sulla torre e di tanto in tanto gettavamo un'occhiata alle tre ragazzine, poi mio fratello mi indicò qualcosa che stavano facendo in cortile e io mi preoccupai immediatamente. Urlai e fui imitato da Riccardo ma le tre ragazzine sembrarono sentire i nostri richiami".
"Cosa stavano facendo?" chiese Giulio interrompendo il racconto del padre.
"Ora ci arrivo" disse il conte, prendendo il bicchiere e bevendo un sorso del liquore che Giulio aveva versato per lui e per sé.
"Corremmo giù per le scale e finalmente raggiungemmo il cortile, ma quando arrivammo a toccare l'erba umida del prato era ormai troppo tardi".
Giulio guardò nuovamente il padre, sul suo volto si era dipinta un'espressione incredula e di terrore "stavano lentamente sbiadendo davanti ai nostri occhi"
"Ma, ma come?!" chiese Giulio.
"Avevano trovato un tumulo di sassi e mentre Monica dava loro istruzioni Clara e Sveva, lentamente avevano iniziato a rimuovere un sasso dopo l'altro fino a scoprire la vecchia tomba del nonno. Riccardo, l'aveva sepolto in giardino dopo che il vescovo aveva dato l'ordine di non seppellirlo in terra consacrata".
Ci fu un momento in cui i due non parlarono, Giulio naturalmente, che era all'oscuro non solo della vicenda ma anche di come fosse morto il bisnonno, voleva saperne di più e si mosse nervosamente sulla sedia aspettando che il padre continuasse il racconto.
"Scomparvero, e nessuno le vide più..." terminò il racconto  il conte.
"E voi, non avete fatto ricerche, non avete chiesto a nessuno, chessò a un esorcista, uno stregone, uno scienziato?" chiese con voce rotta dal pianto.
"Il nonno, non era riuscito a dominare la sua natura, non come abbiamo fatto noi. E non volevamo che la cosa fosse di dominio pubblico" sembrò scusarsi il padre.
"E la mamma e la zia?" chiese nuovamente Giulio incredulo che fosse finito tutto così.
"Poco dopo, giunsero anche loro nel cortile. Videro la tomba scoperta, e tra le lacrime, ci chiesero cosa fosse successo. Noi cercammo di spiegare l'accaduto ma sia io che lo zio fummo incapaci di descrivere la scena che avevamo visto".
La sera stessa, a cena, fu tua madre a farci giurare che non ne avremmo parlato con nessuno, almeno fino a quando non fossero tornate".
"Quindi sapevate sarebbero tornate? E ora?" chiese Giulio ripensando alla visione mattutina.
"Ora si sono ricongiunte, forse un giorno, potranno spiegarci, forse...".(Con Monica Taty Baraccani. Foto di Marco Elli)

Per chi volesse leggere qui trova la Prima parte, la Seconda parte, la Terza parte , la Quarta parte
e la Quinta parte)

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