mercoledì 14 ottobre 2015

Storie di fantasmi - Quinta parte

Il ragazzo restò senza parole, sul suo viso si dipinse un espressione attonica. La stanza era vuota, dalla finestra aperta entrava un'aria gelida. Giulio si voltò verso la porta che dava sul corridoio, rinfoderò la spada e corse verso le scale convinto che Monica avesse urlato per chiedere aiuto e non doveva essere lontano.

L'alba stava per sopraggiungere e malgrado la pioggia continuasse a cadere copiosa, i primi raggi del sole colpirono le finestre. Alcune delle inservienti erano già sveglie e dirette in cucina stavano preparando la colazione. Giulio scese le scale di corsa e raggiunse il salone dove la sera precedente avevano cenato, incrociò una delle inservienti e le chiese se per caso avesse visto Monica. La donna appena sentì il nome della fanciulla si grattò la testa pensierosa, allora Giulio per aiutarla a ricordare le fece anche una descrizione sommaria, il viso dell'anziana s'illuminò poi finalmente la sua bocca si aprì "mi spiace, l'ultima volta che l'ho vista è stata ieri sera".
Giulio, fece un gesto con la mano destra e si diresse verso le cucine, forse Ada avrebbe potuto dargli informazioni migliori.
Nel frattempo, Monica, dopo aver abbandonato la propria camera aveva nuovamente seguito le due ragazzine, Le fortezze nascondono sempre dei passaggi segreti e le due dovevano per forza aver abitato quei luoghi, infatti dopo aver raggiunto nuovamente il corridoio, la più grande delle due aveva toccato il muro che si era aperto sotto le sue mani e senza indugio aveva spinto la sorella dentro quell'apertura, poi a sua volta era entrata nell'oscurità. Monica, spaventata ma curiosa le aveva seguite.
Il soffitto basso e le scale anguste le avevano portate ad un mezzo piano tra due muri purulenti di muffa, ragni lavoravano instancabili a bellissime e arzigogolate ragnatele che pendevano dal soffitto a volta. Dall'unica finestra entravano i primi raggi del sole e Monica guardando le due ragazze davanti a sé scoprì finalmente la loro natura.
Stava per toccarle quando dietro di loro si sentirono dei rumori, e poi delle voci, qualcuno aveva aperto il passaggio e stava per raggiungerle.
Una delle ragazze prese a correre e l'altra, la più piccola, nel tentativo di seguirla inciampò cadendo sul freddo pavimento.
Monica si chinò per aiutarla a rialzarsi e la sorella le prese la mano destra tirandola a sé.
"Dobbiamo andare..." disse con molta flemma malgrado le voci dietro di loro si facevano sempre più insistenti.
La corsa delle tre donne si concluse davanti ad un muro spesso. Monica lo guardò sgomenta, superò le due giovani e iniziò a tastare i mattoni umidi sperando così di poter aprire un ulteriore passaggio, ma questa volta non accadde nulla.
I passi dietro di loro si fecero più veloci e le voci più concitate ed in fine li videro. Alla testa dello sparuto gruppo c'era Giulio, dietro di lui l'inserviente che l'aveva accompagnata nella sua camera e un ragazzino. I tre erano trafelati e nei loro capelli si erano posati polvere e ragnatele che davano loro un'immagine piuttosto stramba.
Gli sguardi di Giulio e di Monica si incrociarono, almeno così pensò lei, poi lo vide avanzare, passare attraverso le due ragazze che erano davanti a lei e in fine lo sentì accostarsi al suo corpo. Accaldato e ansimante iniziò anche lui con i pugni chiusi a picchiare il muro. Non la vedeva!
"Monica, Monica" iniziò ad urlare.
Monica da prima silenziosa accanto a lui volle fare una prova e sussurrando al suo orecchio vicinissimo proferì alcune parole.
L'uomo continuò a battere sul muro e allora Monica urlò. Le due ragazze si coprirono le orecchie con le mani infastidite da quel suono stridulo mentre i tre appena arrivati non ebbero nessuna reazione. Poi Giulio smise di battere i pugni contro il muro, si guardò attorno e sospirò "l'abbiamo persa". (Con Monica Taty Baraccani. Foto di Marco Elli)

Per chi volesse leggere qui trova la Prima parte, la Seconda parte, la Terza parte e la Quarta parte

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