"Hai
mai sentito parlare dei crociati della nebbia?" chiese un giorno
Alartes a Khellendrox mentre stavano percorrendo la via principale
diretti alla città del nano.
"Certamente, per un certo periodo ho
ricoperto la carica di inquisitore presso la comunità del Jundlemi,
furono anni difficili, ricordo che le creature spuntavano al calar della
sera e rapivano tutti i bambini che ancora non erano rientrati
in casa. Fu così che assoldai i crociati della nebbia. Erano forti e
potenti, facevano proprio i caso mio. Usivano solo al calar del sole e i
loro corpi fasciati da una spessa armatura si circondavano di nebbia,
combattevano senza posa fino all'alba, poi, com'erano venuto se ne
andavano".
"Questa mi pare una storia buona, ma io ho sentito anche
di mattanze senza alcuna ragione. Una decina di anni fa, prima di
conoscerti, sono entrato nel territorio degli elfi blu e una megera mi
raccontò una strana storia".
"Gli elfi blu, sono dei bardi, cosa pensavi ti raccontasse se non una storia? E tu naturalmente le hai creduto".
"Ascoltate, ella disse che uomini fasciati da armature rossastre erano
sbucati dal nulla, avvolti da una coltre di fumo e nebbia erano entrati
in città, sfondando porte a calci, senza alcun ritegno avevano ucciso a
sangue freddo anziani e bambini. La megera, non si limitò a dirmi solo
queste poche parole, fu particolarmente insistenti su alcuni particolari
piuttosto macabri, come se queste creature stessero eseguendo un
rituale, voi, chierico non ne sapete nulla vero?".
Il nano deglutì nervosamente "no.... nulla che voi dobbiate venire a conoscenza".
Sicuramente il guerriero avrebbe voluto chiedere altro ma, per fortuna
del nano furono interrotti dall'arrivo di una carovana all'interno del
quale era sdraiata una fanciulla gravemente malata.
Stranamente il chierico si prodigò per guarirla, senza fare troppe domande.
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