La piccola taverna era affollata tant'è che a prima vista non vidi
nessun posto libero a sedere. Tenendo lo sguardo sugli avventori, il
nano si avvicinò al bancone dietro il quale c'era un omone alto e
grosso. Si sedette su uno degli sgabelli, e diede una rapida occhiata ai
presenti fino a quando l'oste, lo salutò cordialmente "mastro nano cosa
posso servivi?"
"Datemi una birra" disse distrattament,e poi tornò a
guardare i presenti notando che la maggior parte sembravano mercanti
solo di passaggio, ben riconoscibili dalle grosse borse sul lato destro o
sinistro rispetto alla sedia sulla quale sedevano comodamente, lo
sguardo del nano passò in rassegna altri tavoli, fino ad arrivare ad un
piccolo tavolo circondato da orchi, erano in sette, indossavano armature
di pelle sporche di fango, tenevano in mano un bicchiere e dopoa verlo
agitato con le loro grassocce manone lo giravano sul tavolo
scoperchiando una decina di dadi, conoscevo quel gioco, e sospettavo che
per ogni lancio avessero fatto delle puntate, probabilmente il loro
bottin di guerra appena conquistato, ogni tanto le loro urla
sovrastavano il chiacchiericcio della sala e dagli altri tavoli,
timidamente si giravano verso di loro avventori curiosi.
"Ditemi, si
è per caso presentato un elfo di nome Shin? Un mago, alto poco meno di
due metri, piuttosto magro, si insomma, un tipico elfo".
L'oste si
grattò la barba incolta che cresceva a ciuffi sul suo viso tondo
"stamane è arrivato un elfo e ha preso una camera, ha pagato in anticipo
per due giorni, poi è scomparso".
"Lo aspetterò, sperando nel frattempo si liberi un tavolo".
"Per quello non dovete preoccuparvi, quando arriverà il vostro mago, vi troverò da sedervi".
Il nano sorseggiò la sua birra, quindi portò la propria attenzione alla
porta d'ingresso sperando che il prossimo a sbucar da quella parte
fosse il mago, invece, con sua sorpresa, fece la comparsa una donna. Non
era umana e neppure elfa, aveva lineamenti molto fini e indossava un
leggero chimono, guardò l'oste brevemente, poi salì le scale scomparendo
al piano superiore.
"Lady Insgrul" disse l'oste senza essere interpellato.
Il nano, sentendo quel nome ricordò di averlo già sentito, frugò
brevemente nella sua memoria, senza alcun risultato quindi si rivolse
all'oste "e... da dove viene?".
"Dai laghi ghiacciati, una piccola comunità di ninfe, qualcuno dice che siano rimaste in una ventina".
Il chierico prese dalla borsa suna pergamena e la stese sul bancone. Al
suo fianco un uomo anziano si sporse per vedere la mappa mentre il nano
seguiva con il dito il corso di un fiume a nord "ecco, questo è il
lago" indicandolo più volte.
"Ci siete stato?" chiese l'anziano.
"Anni fa, ho risalito il fiume ma non sono arrivato a quel lago, la
nostra corsa si è interrotta bruscamente molto prima" richiuse la mappa e
la mise nuovamente nella borsa, poi tornò a guardare la porta e proprio
in quel mentre entrò Shin, al suo fianco un'elfa, alta più o meno come
lui, il nano notò immediatamente che la stava sorreggendo mentre
facevano i primi passi dentro al locale quindi scese dallo sgabello e
andò al fianco dell'amico "hai bisogno?" bisbigliò.
L'elfo non disse nulla, fece un cenno all'oste e prese a salire le scale. Al nano non restò che seguirlo.
La camera era piccola, una luce fioca entrava dalle persiane socchiuse,
l'elfo adagiò la fanciulla sul letto, poi accese una candela e la posò
sul piccolo comodino al fianco del letto dove ora giaceva la ragazza.
"Chi è" chiese il nano con un filo di voce.
"Si chiama Ghindra, mi è arrivata una sua lettera qualche giorno fa"
Shin prese a frugare nella borsa che teneva a tracolla e ne tirò fuori
un foglio piuttosto sgualcito porgendolo al nano "tenete e leggete".
Il chierico presa la lettera, iniziò a leggerla con lo sguardo, mentre l'elfo, stava chiudendo del tutto le imposte.
"Dunque, state dicendo che questa maga era sulle tracce della dama dei ghiacci?"
"Esattamente, ed è per questo che ti ho fatto venire fin qui. Sai vero cosa si dice di quella donna?"
"Non esattamente" disse il nano mentre ripiegava la lettera porgendla
all'amico "ho giusto saputo questa sera dove si trova la zona dove abita
e tra l'altro so che ci siamo già stati, o comunque lì vicino".
L'elfo rimessa la lettera nella sacca si sedette indicando una sedia al
nano "sfortunatamente, quando mi sono recato all'appuntamento, ho
trovato l'elfa svenuta a terra equindi non sono ancora venuto a
conoscenza delle motivazioni che hanno spinto Ghindra a richiedere il
mio aiuto".
"Sospetti sia stata derubata?".
"Non saprei, ma vorrei che tu facessi qualcosa, per lei".
Il chierico, che ancora non si era seduto si avvicinò al letto e pose
una mano sulla spalla dell'elfa "ha riportato solo una piccola ferita"
poi si inginocchiò e iniziò a sussurrare alcune parole molto lentamente.
L'elfo lo lasciò fare. La mano appoggiata sulla spalla della maga si
illuminò e quella luce, sprigionata, si diffuse tutta intorno a Ghindra,
poi, dopo alcuni secondi, si spense e la camera tornò nella semi
oscurità.
"Ora dorme" disse il nano tornando vicino all'elfo "domani
mattina ti dirà sicuramente come mai ti ha chiamato. Io esco, buona
notte".
L'elfo rimase silenzioso, fece solo un cenno al nano e accompagnò i suoi passi con lo sguardo fino alla porta.
"Buona notte mastro nano".
Il chierico, tornò nella sala principale che nel frattempo si era un po' svuotata. Si sedette ad un tavolo e attese.
La cameriera non tardò ad arrivare, portò al tavolo una zuppa fumante e
un boccale di birra scura "se volete altro chiamate" disse posando
tutto davanti al nano poi si avvicinò ad un tavolo rimasto vuoto dove
raccolse piatti e boccali.
Il nano mangiò la zuppa con avidità, era
praticamente un giorno che non toccava cibo e in effetti aveva piuttosto
fame. Nel mentre decise di chiedere all'oste una stanza. Inutile andare
a cercare il tempio e soggiornare dai confratelli. Poi prese un foglio e
iniziò a scrivere una lettera.
"Nessun problema mastro nano, c'è
una stanza vuota proprio di fianco a quella che ha preso il vostro
amico" disse l'oste porgendo la chiave a Khellendrox "domattina volete
la sveglia?".
"No grazie, non serve" sorrise prendendo la chiave "nel caso in cui dovesse scendere lady Insgrul potreste darle questa?".
"Certamente, devo lasciar detto anche qualcosa?".
"Non occorre, leggendo la missiva la donna capirà".
Quindi il nano prese a salire le scale. Una volta raggiunta la porta
della stanza dell'elfo si avvicinò e trattenendo il fianto cercò di
origliare alla porta. Nessun rumore proveniva dall'interno, quindi pensò
che i due occupanti fossero già addormentati, sorrise tra sé e sé e poi
si diresse alla propria stanza.
Più piccola di quella occupata
dall'elfo e dalla sua ospite, aveva un solo letto, una scrivania e una
finestra. Sul muro opposto un attaccapanni fungeva da armadio. Si tolse
l'armatura con fatica, poi, una volta dette le preghiere si mise a letto
e il sonno lo colse immediatamente.
La luce dell'alba filtrò delle persiane che il nano aveva lasciato
socchiuse, appoggiò un orecchio sul muro che dava sulla camera del mago,
non udì nessun rumore, quindi si preparò per scendere con tutta calma.
L'oste era già all'opera, aiutato dalla sguattera stava sistemando i
tavoli e aveva disposto sul tavolo dei piatti e dei vassoi ricolmi di
cibo. Il chierico, andò direttamente al bancone disdegnando tutto quel
ben di dio. "è già sceso l'elfo?" chiese all'oste tenendo un occhio alle scale.
"Ma certo, il mago e la sua amica, sono scesi quasi mezz'ora fa".
Il nano storse la bocca e il suo viso si dipinse di un notevole disappunto.
"Non hanno voluto far colazione, sono usciti di gran carriera.
"La dama bianca?" chiese speranzoso il nano
"Dorme ancora" sorrise l'oste "rilassatevi, la nobildonna è abituata a scendere piuttosto stardi".
Nel frattempo, la sala iniziò a riempirsi, per lo più mercanti, quasi
pronti per vendere le loro mercanzie. Ad un tavolo notò una ragazza,
stranamente sola, stava sorseggiando un intruglio preparato dall'oste.
Il nano, notò che si stava guardando attorno come se stesse cercando
qualcuno. Probabilmente indugiò troppo con lo sguardo su di lei, infatti
quando i loro occhi si incrociarono, ella sostenne il suo sguardo per
alcuni secondi, poi riprese a bere tranquillamente.
Khellendrox,
lasciò il bancone e si avvicinò al suo tavolo "buongiorno, scusate il
disturbo, non ho potuto far a meno di notare la vostra spada" disse il
nano cercando veloce una scusa per attaccar bottone.
La guerriera
abbassò ulteriormente lo sguardo andando a guardare la propria spada
chiusa nel fodero "e... ditemi cosa ne avete dedotto visto che non la si
vede quasi?"
Accortosi della brutta figura pensò di cambiar tattica
"il mio nome è Khellendrox, sono qui per affari e sto cercando qualcuno
che conosca la zona, voi, pagando s'intende, sareste disposta?".
La
ragazza guardò dritto negli occhi il nano "per un lauto compenso potrei
essere interessata" quindi sembrò rifletterci un attimo "e di che si
tratterebbe?".
"Dobbiamo seguire una donna, ma con discrezione, e se possibile anticipare le sue mosse".
La ragazza sembrò sorpresa e espresse il suo disappunto immediatamente
"non credevo che i chierici si mettessero sulle tracce di donne
sconosciute".
Il nano sembrò seccato "volete aiutarmi oppure no?".
"Va bene mastro nano, vi aiuterò. Il mio nome è Anthea, ora ho delle
cose da sbrigare, se per voi va bene, ci troveremo tra un'ora nella
piazza dell'obelisco".
"Benissimo, anche io ho alcune cose in sospeso" poi aggiunse "spero abbiate un cavallo"
"Certo, allora siamo intesi" alzandosi "alle nove sotto l'obelisco" e uscì dalla locanda in tutta fretta.
Il nano tornò al bancone "vado a cercare il mago, trattenete la dama, con qualunque scusa, torno subito"
L'oste fece un cenno di assenso e tornò ad affettare delle verdure che stavano sul tagliere.Il chierico percorse la via principale, sapeva dove poteva essersi
rifugiato il mago ma non voleva trovarlo subito, piuttosto aveva bisogno
di parlare con Alartes. Aveva lasciato lui e Alak il giorno prima a
cercare un fabro che potesse riparargli l'armatura e affilare la spada.
Non aveva dato loro appuntamento e quindi, non vedendoli arrivare in
taverna aveva pensato che avessero trovato riparo per la notte in altro
luogo.
Trovarli ora sarebbe stato sicuramente un problema e per di
più prima dell'appuntamento che aveva preso con Anthea nella piazza
dell'obelisco.
Guardò il sole riparandosi gli occhi con la mano
destra e calcolò che si fossero fatte le sette, si guardò attorno e
senza pensarci oltre entrò in una casa bassa. La porta era aperta,
quindi non dovette neppure prendersi il disturbo di bussare, sentì delle
voci familiari provenire dalla stanza alla sua destra, la porta era
solo socchiusa e decise di bussare.
In risposta, Shin gli aprì la
porta e lo fece accomodare. "Mastro nano, sapevo che ci avrebbe trovato
senza problemi. Scusatemi se ieri sera sono stato un po' precipitoso e
non vi ho raccontato il tutto, ieri è stata una giornata molto
faticosa".
"Ora spero siate pronti, dobbiamo pedinare una certa dama".
Ghindra guardò l'elfo e poi il nano pensando non proprio bene di quella
situazione "Devo... devo proprio venire con voi?" chiese titubante.
"Mi pare logico" rispose Shin poi rivolgendosi al nano Alak e Alartes ci aspettano alle stalle.
"Bene, allora andiamo" infilando nuovamente la porta ed uscendo dall'abitazione.
Quando fu raggiunto dai due elfi fece loro un po' di pressione
"Dobbiamo andare, una dama ci aspetta nella piazza dell'Obelisco".
I
due elfi non fecero domande e seguirono il nano che iniziò a camminare
sul lato sinistro della via principale, poi svoltò in un vicolo e infine
ne prese un secondo.
"Vi siete perso?" chiese l'elfa.
"No" rispose seccato il nano che si era fermato e si stava guardando attorno "sono certo che sia appena più avanti".
"Vi sbagliate, l'abbiamo già superata. Seguite me"
L'elfa attraversò la via principale e si addentrò nel mercato. Alcuni
mercanti stavano ancora approntando le bancarelle, l'esposizione della
merce non era del tutto preparata ma subito tentarono di fermare i tre
straniero sperando di poter far affari con loro. Il nano tagliò corto la
trattativa che uno di questi stava per intavolare con Shin "dobbiamo
andare, ripasseremo".
Ghindra uscì dal mercato scartando due signore piuttosto attempate che stavano sbirciando un banco di biancheria "eccoci".
Khellendrox guardò sotto l'obelisco, con suo rammarico non c'era nessuno.
"Non vedo nessuno ad attenderci" disse Shin
"Probabilmente sarà in ritardo" rispose il nano avvicinandosi alla base dell'obelisco continuando a guardarsi intorno.
"Descrivetemi la donna che deve raggiungerci" disse Ghindra.
"Giovane, piuttosto alta e slanciata, capelli scuri, porta al fianco
sinistro una spada lunga" poi si mise a pensare "penso sia tutto".
"La descrizione corrisponde" ridacchiò il mago "eccola".
Anthea comparve sull'altro lato della piazza, teneva per le briglie un
cavallo e stava chiacchierando con un ragazzo che teneva a tracolla una
borsa di colore chiaro con una forma assai strana.
La ragazza, vide il nano e alzò la mano destra accennando un saluto, poi i due si avvicinarono "eccoci".
"Bene, le presentazioni a dopo, ora dobbiamo andare alle stalle".
Il nuovo arrivato salutò i due elfi e il nano e poi, mentre il gruppo
si avviava verso le stalle si presentò "sono il bardo Hitjala per
servirvi".
Khellendrox lo squadrò da capo a piedi poi scosse il capo
"ho già sentito parlare di voi, spero solo abbiate più coraggio di
quanto non si dica in giro".
Il bardo divenne rosso in viso "non so
quali siano le vostre fonti, ma vi renderete certamente conto che non ho
paura di nulla".
"Vedremo" tagliò corto il nano.
Raggiunte le stalle, Shin entrò per recuperare le loro cavalcature e cercare i due che dovevano già essere lì ad aspettarli.
Un garzone uscì dalla stessa porta dove era entrato l'elfo e dopo aver salutato andò verso la stalla "arrivo subito".
Poco dopo uscì il mago con Alak e Alartes.
"Vedo che siamo in buona compagnia" disse la guardia del corpo del chierico, poi si avvicinò a Anthea "bella spada".
Il ragazzo portò fuori i cavalli e il pony del nano. "ecco i vostri cavalli".
"E ora?" chiese Alak
"Ora si torna alla locanda, è là che ho visto per l'ultima volta la dama che dovremo pedinare.
Il gruppo si divise, anche per non dare troppo nell'occhio. Khellendrox,
Alartes e Anthea presero la prima strada sulla destra rispetto
all'obelisco, Shin e Ghindra preferirono percorrere la via principale,
il bardo Hitjala e Alak, seguirono per un po' il nano, poi presero un
vicolo a sinistra.
I primi ad arrivare alla locanda furono i due
elfi, legarono i cavalli e poi attesero i compagni vicino all'ingresso.
All'interno doveva esserci fermento, Ghindra chiese a Shin se dovevano
entrare per dare un'occhiata, ma il mago le disse di attendere.
Poco dopo arrivarono anche il nano, la sua guardia del corpo e la guerriera.
"Mi piace poco l'atmosfera che si è andata creando all'interno" disse l'elfo "sarà bene star attenti".
"Fate come se nulla fosse, e soprattutto non rispondete alle provocazioni" consigliò il nano.
Entrarono alla spicciolata senza attendere il bardo e il ladro che
ancora tardavano. L'oste aveva unito diversi tavoli e li aveva messi al
centro della sala. I commensali erano tutti seduti tranne uno che teneva
tra le braccia una creatura molto più piccola di lui "...e ora si farà
giustizia" terminò la frase l'energumeno che stava parlando agli altri
seduti. Negli altri tavoli erano sedute poche persone e tutti o quasi
tutti facevano finta di mangiare, lanciando occhiate di tanto in tanto
al tavolo centrale.
Il chierico, fu subito pronto per intervenire,
ma pensò fosse bene chiedere spiegazioni all'oste che, dietro al bancone
osservava a braccia conserte ciò che stava accadendo nel suo locale.
Alartes e Anthea, al contrario del nano non sembravano intezionati ad
attendere oltre, dopo essersi avvicinati al tavolo avevano entrambi
portato le mani all'elsa delle rispettive spade ed erano pronti per
intervenire. Fu Ghindra e l'ingresso di Alak ad interrompere la loro
azione.
"Compare" esclamò l'uomo che teneva stretto il prigioniero,
rivolgendosi probabilmente ad Alak che tenne gli occhi fissi su di lui
procedendo lento verso il tavolo.
"Sgluick, cosa ci fai da queste parti, e soprattutto il tuo prigioniero lo vuoi far morire di spavento con con una tua arma?"
Dal tavolo si alzò un'altro uomo, superava in altezza i due metri e
anche per un profano tutto si poteva dire tranne che fosse umano. "Non
t'impicciare mezzo sangue".
"Alak si portò al fianco di Shin e gli
sussurrò qualcosa all'orecchio mentre Ghindra, che già in precedenza era
andata dietro ad Alartes e Anthea iniziò a recitare una poesia, almeno
così sembrò ai presenti. Alcune note musicali iniziarono ad accompagnare
le sue parole, Hitjala aveva imbracciato una specie di arpa e stava
pizzicando leggermente le sue corde.
"Cosa sta succedendo?" chiese
Khellendrox all'oste tenendo il tono basso per non farsi sentire da
nessuno se non il diretto interessato.
"Riunione di clan" rispose l'oste "direi che il vostro intervento giunge a fagiolo".
Gli orchi seduti al tavolo si alzarono quasi contemporaneamente, i loro
movimenti erano lenti e sgraziati, probabilmente grazie all'incantesimo
di Ghindra. Alartes e Anthea ebbero vita facile e in un batter d'occhio
disarmarono le creature verdastre. Alak pensò a quello che teneva
stretto l'ostaggio.
"Nessuno si è fatto male" questo è l'importante
"disse il nano ridacchiando "spero che la dama sia ancora in camera"
ricordandosi della propria missione.
L'oste guardò il nano e poi sospirò "ho una notizia buona e una cattiva..." (Con Michaela Abbruzzese Foto di Marco Elli)
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